martedì 11 febbraio 2014

Dbr – Importante test

Oggi voglio soltanto attirare la vostra attenzione sul rendimento del decennale tedesco che è intrappolato all’interno di un’area storicamente interessante.


In effetti, il grafico accanto mostra gli ultimi 2 anni e mezzo circa del rendimento del titolo di Stato tedesco a 10 anni ed osserviamo molto facilmente due livelli statici individuati a 1.64% e 1.73% circa che sono stati interessati in diverse occasioni nel recente passato. Spesso abbiamo riscontrato un’inversione di tendenza a seguito del test di questi livelli. In questo momento, con un rendimento dell’1.68% circa, il decennale si trova praticamente al centro dell’area 1.64/1.73% cosi definita e potrebbe presto generare un segnale operativo valido in un’ottica di breve/medio periodo.


Se guardiamo invece il sottostante, ossia il Dbr scadenza 2023, leggiamo un trend ascendente iniziato con l’anno in corso ed il passaggio da quota 100.27 al recente 104.34. Inoltre, emergono qualche massimo discendente consecutivo ed il multiplo test del supporto statico individuato a 103.40, nonché il test/cedimento del supporto dinamico che sostiene in trend in essere.

Il momento è pertanto tecnicamente molto interessante.

E’ ancora prematuro per esserne certi, ma c’è lo spazio per un breve cedimento del Dbr e, di conseguenza, un moderato rialzo del relativo rendimento. In generale, un eventuale calo del prezzo dei bond potrebbe favorire nuovi interventi a prezzi, e rendimenti, maggiormente interessanti. Nel caso del Dbr, meglio tuttavia non anticipare la fuoriuscita dall’area 1.64/1.73%.

Cordialmente,
Giovanni Maiani

domenica 2 febbraio 2014

Bond Siemens 1.50% scadenza 10/03/2020 – 2° parte

Lo scorso 22 ottobre 2013 avevo parlato del bond Siemens dove evidenziavo come era sottovalutato ed che il rendimento a scadenza offriva momentaneamente uno sconto da sfruttare nel breve periodo.

Visto che non siamo sulla carta stampata e che lo spazio non è un problema riporto la conclusione della mia precedente analisi che, in ogni caso, trovate sul mio blog.

In questo momento, il bond (Isin DE000A1G85B4) è acquistabile a poco meno di 98 ciò che rappresenta un rendimento a scadenza dell’1.83%. Pertanto, rispetto al rendimento della cedola dell’1.50%, il prezzo del bond relativamente basso in questo momento offre una sovra performance dello 0.33% ciò che non è da disprezzare nell’attuale condizione di mercato.

Di conseguenza, è lecito ipotizzare una prossima reazione positiva del prezzo che dovrebbe avvicinarsi ulteriormente, anche se momentaneamente, a quota 100, o oltre. Se questo dovesse tardare, abbiamo in ogni caso in mano un bond relativamente buono che scadrà fra meno di 7 anni.

L’idea di base era quella di ottenere dei rendimenti elevati da obbligazioni con rating elevati (dunque relativamente sicure) e che, quindi, offrono un rendimento della cedola molto basso.

Utilizzando diversi semplici accorgimenti è molto facile riuscire nell’intento.

Analisi macroeconomica: capire l’attuale situazione e scegliere su quale mercato intervenire; valute, materie prime, azioni, obbligazioni…

Analisi fondamentale: individuare il settore o sub settore specifico (industriale, bancario, metalli, …) e successivamente lo strumento sul quale intervenire.

Analisi tecnica: cogliere il timing migliore e analizzare (nel caso specifico) l’andamento del rendimento a scadenza.

Che cosa è accaduto nella pratica?

L’analisi è stata pubblicata il 22 ottobre e facciamo l’ipotesi di un intervento con 100K (100 mila euro) il giorno successivo (con valuta T+3). Il giorno 23, il prezzo non era più inferiore a 98, ma 98.30 in quanto aumentato. Il titolo è stato venduto questo venerdì 31 gennaio (con valuta T+3) al prezzo di 99.80, anche se è andato decisamente oltre.
Calcolo del rendimento della cedola: (100K * 1.50% * 100 giorni) / (365 giorni) = 410.96
Calcolo della variazione del prezzo: (100K * (99.80 – 98.30)) / 100 = 1500.00
Ricaviamo pertanto un utile totale di 1910.96 euro che costituisce un rendimento di oltre l’1.91% in soli 100 giorni, mentre la cedola offriva soltanto l’1.50% in 365 giorni.


Inoltre, il bond ha raggiunto quota 100 azzerando lo sconto del rendimento a scadenza precedentemente evidenziato. Ora l’obbligazione, anche se sempre valida, non è più interessante per lo studio in questione. Sono necessitati 100 giorni per “portare a casa” lo sconto, ma non era un problema visto che avevamo in portafoglio un “bond relativamente buono” come sottolineato nel mio precedente intervento. Ricordiamoci che il prezzo del bond deve salire per annullare lo sconto e quindi abbassare il rendimento a scadenza. Lo studio del rendimento a scadenza permette pertanto di anticipare un rialzo del prezzo del bond in una condizione di mercato normale.

Non siamo intervenuti nel momento migliore (che era settembre o dicembre), ma il precedente studio volevo soltanto sottolineare un semplice quanto efficace procedimento, reale ed costantemente attuabile.

In conclusione, da “bravo analista” penso che sia molto più interessante e decisamente meno rischioso per un istituzionale cercare di ottenere guadagni medi/alti con bond ritenuti relativamente sicuri sfruttando al meglio il timing ed analizzando il rendimento a scadenza piuttosto che scegliere bond di “bassa qualità”, anche se con cedola elevata.

La pericolosità del prodotto e l’effetto leva devono essere sostituiti dall’ottimizzazione degli interventi su prodotti a bassa rischiosità e di qualità media/elevata.

Cordialmente
Giovanni Maiani