lunedì 1 maggio 2017

L’obelisco della popolazione mondiale…


Con gli ultimi dati a disposizione, la popolazione mondiale ha superato la soglia dei 7.4 miliardi di individui il 36% circa dei quali collocati in Cina ed in India. Già questo dato dovrebbe fare riflettere.

Qualche altra particolarità. Gli Stati Uniti rappresentano soltanto il 4.4% della popolazione mondiale anche se sembrano ovunque e sono fortemente bellicosi. La zona euro costituisce poco più del 5.5% dell’intera popolazione rispetto al 13.1% rappresentato dal Medio Oriente e dall’Africa. Più della metà delle persone vive nell’area Asia/Pacifico.

E’ chiaro e risaputo che la densità della popolazione è eterogenea, mentre ad esempio c’è più gente in Bangladesh che in Russia.

Oggi, invece, ci focalizzeremo brevemente sulla popolazione attiva e prenderemo dunque in considerazione la popolazione sotto i 15 anni e quella al di sopra dei 65 anni. Per farlo, abbiamo indentificato 4 macro aree; ossia Asia/Pacifico, America Nord/Latina, Europa e l’ultima Medio Oriente/Africa.

Asia/Pacifico


La popolazione è generalmente molto giovane all’eccezione del Giappone che ha oltre il 30% della popolazione con un'età superiore ai 65 anni rispetto al 12% che ha al di sotto dei 15 anni, vedi anche la Corea del Sud con 18% contro 12.5%, Taiwan con 17.9% contro 12% e Hong Kong con 21% contro 13%. In quest’area abbiamo calcolato che la media della popolazione attiva è del 67.7% rispetto al 65.3% della media mondiale.

America Nord/Latina
 

Anche in questo caso, quest’area vanta una popolazione relativamente giovane eccezione fatta per il Canada che, probabilmente per motivi geografici, sanitari ed economici, presenta una popolazione degli oltre 65enne del 21.6% rispetto al 15.4% circa di giovani sotto i 15 anni. Mediamente, l’area ha una media di popolazione attiva di poco inferiore al 66%.

Europa
 

Qua la situazione è drasticamente invertita ed osserviamo immediatamente una prevalenza di persone anziane rispetto a quella popolazione di età scolastica. All’eccezione di Turchia, Irlanda, Cipro e Lussemburgo, il numero di pensionati è superiore al numero dei giovani, ma leggiamo che le due curve sono relativamente strette in quanto le relative percentuali sono molto vicine. La percentuale della popolazione attiva è perfettamente in linea con quella mondiale.

Medio Oriente/Africa



Questa volta abbiamo uno scenario molto diverso dai precedenti. In effetti, vediamo una forte presenza dei giovani rispetto a quelli che hanno un'età di oltre 65 anni e lo spread è cosi elevato che non lascia spazio alla libera interpretazione. Tranne per Israele e la Tunisia, la percentuale delle persone con un'età pensionabile non supera l’8% ed è in molti casi in Africa è inferiore al 3%; vedi l’Uganda con solo il 2% di persone anziane, o la Zambia o la Somalia che fanno fatica a raggiungere il 2.3%. Queste statistiche devono fare pensare visto che la percentuale media dei giovani supera il 37%. Il problema è che la popolazione muore relativamente presto e non arriva alla vecchiaia. La media della popolazione attiva fatica a raggiungere il 58% e questo dato è molto inferiore rispetto alla media mondiale del 65.3%.

Noi, quali essere umani, non possiamo lasciare invecchiare la popolazione in Europa, mentre in Africa la gente non riesce a raggiungere l’età della saggezza…

In effetti, l’invecchiamento della popolazione interessa in primis i seguenti paesi; Giappone (30% della popolazione ha oltre 65 anni), Germania (24.1%), Finlandia (23.2%), Slovenia (22.9%), Italia (22.8%), Grecia (22.5%), mentre i paesi come l’Uganda, Mali, Zambia, Mozambico e molti altri hanno oltre il 40% della popolazione molto giovane e meno del 3% di loro ha superato i 65 anni…

Il problema non è solo umanitario.

L’invecchiamento della popolazione in Europa sta mettendo a rischio le nostre pensioni e l’obbligatorietà della pensione complementare non è venuta dal nulla…

A livello mondiale, un quarto della popolazione (esattamente il 24.4%) ha meno di 15 anni, soltanto il 10.3% è di età pensionabile, mentre il 65.3% è di età lavorativa.

Bisogna tuttavia fare i conti con il tasso di disoccupazione che, come nel caso delle sofferenze bancarie, non offre il quadro completo dei senza lavoro in quanto non prende in considerazione quelli che non cercano più lavoro, per citare solo una categoria.

Pertanto, a livello mondiale, ipotizzando un tasso di disoccupazione medio complessivo del 7.8%, c’è al massimo il 57.5% della popolazione attiva che potrebbe (il condizionale è d’obbligo) lavorare effettivamente. Nell’area Asia/Pacifico, la media della popolazione attiva di 67.7% scende al 63.7% circa se consideriamo un tasso medio di disoccupazione di poco superiore al 4%; vedi la Cina 4.02% e l’India ad esempio del 4.9%. Allo stesso modo, nell’area America Nord/Latina il tasso dei lavoratori “reali” scende al 58.7%, in Europa il 56.7% ed in Medio Oriente/Africa abbiamo circa il 45% (ma ci sono delle difficoltà nel reperire il tasso di disoccupazione di molti paesi africani).

Nelle area Asia/Pacifico e America Nord/Latina la media degli oltre 65 anni va dal 12.1% al 12.7% rispetto ad una media dei giovani sotto i 15 anni che va dal 20.2% al 21.6%. Le percentuali sono molto vicine. In Europa, invece, la popolazione anziana rappresenta di 19.8% rispetto al 15.7% di quella di età scolastica, allorché in Medio Oriente/Africa (con un’elevata concentrazione in Africa) solo il 4.4% della popolazione ha più di 65% rispetto al 36.9% dei giovani.

Le prospettive.

Le stime di https://www.census.gov ipotizzano una popolazione mondiale di 9.4 miliardi rispetto agli attuali 7.4 miliardi, mentre assisteremo ad un importante calo delle persone sotto i 30 anni a fronte ad un aumento della popolazione che avrà tra i 55 e 84 anni. Dal grafico emerge che la percentuale delle persone sotto i 15 anni è pari al 25.3% circa nel 2017 ed è stimata al 20.5% nel 2050, la popolazione attiva passerà dall’attuale 65.8% al 62.8% del 2050, mentre la popolazione oltre i 65 anni sarà pari al 16.7% dall’attuale 8.9%. La popolazione “anziana” potrebbe quindi raddoppiare nel 2050…


Dal sito https://www.populationpyramid.net le piramidi della popolazione mondiale mostrano una pericolosa diminuzione della popolazione giovane, mentre la figura geometrica del 2100 potrebbe assomigliare ad un obelisco.

1950


2000


2050


2100


 La situazione attuale non è delle migliori e nel futura sarà peggio.

Se non troviamo dei rimedi efficaci, i nostri figli oggi poco più che ventenni saranno un peso insopportabile per i Governi nel 2050… Una magra consolazione, non ci sarò per vedere questo scempio.  

Cordialmente,

Giovanni Maiani