martedì 9 gennaio 2018

Abbassate il freno a mano.

San Marino non riuscirà mai a superare i propri problemi se continuerà a ragionare come faceva 30 o più anni fa.

La nostra bella Repubblica deve fare uno sforzo considerevole per voltare pagina; ossia deve cambiare mentalità e per questo serve tempo, ma soprattutto volontà…

Qualche idea per il settore bancario:

Per oggi:

- Il nostro territorio è molto contenuto ed i potenziali clienti certamente limitati. Gli istituti di credito rimasti potrebbero offrire tutti le stesse condizioni economiche per i servizi di base (per esempio sui conti correnti, sui CD brevi e sui bonifici in uscita) al posto di fare una guerra tra “poveri”, mentre a fare la differenza sarà il risparmio gestito dove il know how e l’esperienza professionale dei gestori faranno la differenza. Pertanto, il cliente lungimirante sceglierà anche per l’operatività di base la banca in grado di produrre un elevato valore aggiunto in quanto efficiente, premiando cosi la professionalità, non l’istituto disposto a strapagare la raccolta perché, forse (ma ci sono anche altre ragioni) incapace di attirare diversamente la clientela…

- E’ ancora possibile che nel 2018 gli istituti di credito non utilizzino la firma digitale? Dopo un piccolo investimento iniziale si avrebbe un elevato risparmio di tempo e di materiale cartaceo oltre che una maggiore soddisfazione del cliente per la velocità dell’operatività.

- Lo dico da secoli, ma l’analisi tecnica ed i trading system sono ancora assenti in Repubblica, mentre sono prodotti offerti correntemente ovunque.

- Perché non è possibile aprire un conto corrente in oro?

e molte altre cose ancora… ci sarebbe un mondo da fare.

Per il futuro prossimo:

Secondo la mia personale visione che prende in considerazione anche la probabile prossima e progressiva scomparsa del denaro contante, la banca di domani sarà un open space, con accesso diretto (magari senza porta in un centro commerciale) e fortemente automatizzata. La porta blindata ed il caveau saranno inutili, se non nella sede centrale in un primo tempo. Il cliente entrerà in questa banca e con una sua carta potrà effettuare qualsiasi operazione rivolgendosi direttamente ad un terminale. In effetti, oltre a quello che potrebbe fare solitamente con un normale home banking (vedi pagare le bollette se non ha un rid, effettuare un bonifico o del trading), sarà probabilmente in grado di rinnovare un cd o ottenere dei consigli sulla gestione dei propri risparmi rispondendo ad un normale questionario. Una rete neurale analizzerà i dati storici del cliente ricavandone tutte le informazioni necessarie per offrirli un’offerta personalizzata ed efficiente in quanto computerizzata. In questa banca ci saranno soltanto due persone che avranno i compiti di aiutare e sostenere i clienti nell’interagire con i terminali nella fase di transizione e di assicurare ancora un rapporto personale tra la banca “impersonale” ed il cliente. Quindi molto meno dipendenti, più gestori ed esperti di reti neurali e di robotica dietro le quinte. Molto di quello che si fa attualmente in banca può essere automatizzato. Si tratta soltanto di qualche riga di codice, mentre le reti neurali, grazie alla loro capacità di autoapprendimento, sono già utilizzate da decenni dalle assicurazioni, nel trading e non solo.

Le cose cambieranno per forza.

San Marino ha una particolarità rispetto all’Italia o ad altri paesi; ovviamente la sua ridota superficie che penalizza fortemente il mercato del lavoro. Nel prossimo futuro la politica dovrà probabilmente pronunciarsi su cosa fare di un ulteriore esubero di personale nel settore bancario. L’ipotesi fortemente probabile, a mio parere, è una drastica revisione delle condizioni del contratto settoriale e, solo successivamente, una riduzione del personale. Un’immediata riduzione del personale sarebbe troppo onerosa per lo Stato e quindi per la collettività.

Le soluzioni per evitare il peggio ci sono. Già il 7 novembre 2010 avevo consigliato di analizzare il rapporto Doing Business per ricavare delle idee da sfruttare per la nostra Repubblica, mentre i giapponesi utilizzano da secoli i “cerchi di qualità” per motivare i propri dipendenti ed ottimizzare i processi aziendali. Oggi, per sopravvivere, il settore bancario (e non solo) dovrà obbligatoriamente evolversi e dimostrarsi, per lo meno, alla pari di quello di altri paesi. Le nostre ridotte dimensioni ce lo consentano. In questo caso la nostra particolarità diventa un punto di forza in quanto la svolta è possibile per noi, ma problematica per i paesi più grandi.

Ma c’è la volontà di andare contro anni di clientelismo e verso un processo di ottimizzazione?
Mi sembra che la nostra Repubblica vada avanti, volontariamente, con il freno a mano alzato…

Cordialmente,

Giovanni Maiani