L’Italia è probabilmente uno dei paesi più belli al mondo. Non mi stancherò mai di dirlo. Ma, c’è un però… Anche grosso. Uno dei tanti…
Qualche dato macroeconomico sul bel paese:
Dal sito dell’Istat emerge che (con riferimento al mese di dicembre 2010) il Pil reale è in aumento dell’1.30% su base annua, il tasso di disoccupazione ha raggiunto l’8.60%, il deficit è di oltre 1843 miliardi di euro, il rapporto tra l’indebitamento delle amministrazioni pubbliche in rapporto al pil è di 4.6% (deficit), la produzione industriale è in rialzo del 5.4%, le retribuzioni sono in aumento dell’1.7%, i residenti hanno superato di 60,6 milioni, l’inflazione è dell’1.9% su base annua (2.10% a gennaio) ed il relativo paniere include 1377 prodotti.
Sempre dal sito si legge che “Rispetto al 2010 entrano nel paniere le nuove posizioni: Tablet PC, Ingresso ai parchi nazionali, ai giardini zoologici e botanici, Servizi di trasporto extraurbano multimodale integrato, Fast food etnico, Salmone affumicato. Esce la posizione Noleggio DVD.”
Io, invece, sono un comune mortale e voglio cercare di capire in che modo aumentano realmente i prezzi.
Qualche considerazione relativa al Cpi; ossia l’inflazione:
- Il paniere italiano conta 1377 prodotti raggruppati in 591 divisioni di spesa (ex capitoli) ed in 319 segmenti di consumo, ma non mi sembra molto bene distribuito in quanto, in qualche caso, la variazione dei prezzi è calcolata su un’ampia gamma di prodotti appartenenti alla stessa famiglia con un effetto di appiattimento delle oscillazioni in tale categoria. Per esempio, la sezione relativa ai formaggi stagionati è molto nutrita e contiamo 10 tipi differenti di formaggi. Non sono un esperto del settore, anche se ho vissuto in Francia, ma probabilmente l’80% o il 90% del prezzo di uno di questi formaggi dipenderà dal prezzo del latte e dalla stagionatura. Non sono certo che, ad esempio, il prezzo del pecorino possa salire del 10% mentre quello del grana possa perdere il 15% visto che i tipi sono molto simili. Esempi analoghi sono infiniti.
- Alcuni prodotti non vengono molto utilizzati e la loro rilevazione ha poco senso. Un aumento dei prezzi su un prodotto poco acquistato non è influente sul vero costo della vita. Una famiglia normale, nell’arco temporale di 20 anni (diciamo dalla nascita del primo figlio/a) quanti termometri o passeggini acquisterà mai? Quante volte farà ricorso all’autorimessa o ad un taxi? Esempi di quel tipo sono diversi.
- L’inserimento di Smartphone e Tablet pc (questi ultimi utilizzati per la rivelazione territoriale) ha come unico effetto quello di abbassare la volatilità ed il valore dell’inflazione (visto che il loro prezzo tende a scendere anche molto velocemente in quanto nuove tecnologie e possono anche dimezzarsi nell’arco dell’anno) e di non renderla immediatamente confrontabile con i dati precedenti visto che i Tablet pc non esistevano fino a qualche anno fa. Inoltre, non ce l’hanno mica tutti.
- L’inserimento delle imbarcazioni, che non sono un bene di consumo corrente, ha come unico effetto quello di abbassare i valori in quanto l’acquisto è molto oneroso, ma ipotizzo che il prezzo tende a diminuire con il passar del tempo come accade ad un’automobile normale. Un po’ come per i tablet pc, ma qui siamo nei beni di lusso che non c’entrano nulla con l’inflazione.
- Nella sezione relativa alle assicurazioni non c’è quella relativa alle imbarcazioni… Sono da prendere in considerazione o no?
- L’inflazione non può avere lo stesso effetto su un bene acquistato frequentemente rispetto ad un altro acquistato occasionalmente (vedi l’esempio del passeggino). Estrapolando ulteriormente, possiamo dire che l’inflazione non può essere calcolata allo stesso modo su un bene durevole e su un bene di consumo, anche se con pesi diversi (vedi il paragrafo successivo). I primi, come la macchina o la casa, vengono acquistati ogni 5, 10 o 25 anni ad esempio, mentre i secondi magari quotidianamente (latte, pane, benzina…). Non è la stessa cosa.
- Il peso applicato ai singoli componenti del paniere non prendono quindi in considerazione la durata di vita degli stessi, ma soltanto la loro frequenza di acquisto/utilizzo. Assurdo che il peso del ristorante sia di 48885 rispetto al 568 dell’istruzione primaria. Il ristorante è praticamente un bene di lusso consumato anche in fretta, mentre l’istruzione primaria è obbligatoria per tutti e dura anni, quindi influenza maggiormente il portafoglio delle famiglie. Il peso della benzina, invece, è “solo” di 17397… Piace vincere facile… Non si può fare a meno della benzina, ma del ristorante sì (difficile, ma si). In questo esempio, la benzina dovrebbe avere il peso maggiore seguita dall’istruzione in generale e quindi dal ristorante. Modificando i pesi si può arrivare, molto probabilmente, ad un’inflazione negativa.
- Il paniere relativo alla macchina contempla i modelli maggiormente venduti, e non tutti. Per esempio sono stranamente assenti anche le macchine di lusso.
Ricordiamoci poi che la base di calcolo dell’inflazione NIC relativa all’intera collettività e dell’inflazione Foi relativa alle famiglie di operai e impiegati sarà da quest’anno il 2010 (2010=100) e non più il 1995 (1995=100) in conformità al regolamento CE.
Conclusione:
Il calcolo dell’inflazione sarà anche giusto, ma il paniere non è rappresentativo e, molto probabilmente, creato ad hoc con prodotti a volte discutibili.
I pesi sono del tutto inadeguati.
Un’inflazione “volutamente” tenuta bassa permette un minor aumento dei salari e, di conseguenza, la perdita reale del poter d’acquisto è ancora più ampia. L’inflazione percepita dai consumatori è quasi il triplo di quella pubblicata.
La scuola austriaca, attraverso l’economista Von Mises, mette in evidenza come l’inflazione sia dovuta anche all'incremento della quantità di moneta in circolazione (in pratica la liquidità) e non soltanto all’aumento dei prezzi. Ora la liquidità è molto elevata…
Le banche centrali hanno il potere di creare inflazione.
La variazione dei prezzi dovrebbe essere pubblicata su ogni singola voce in modo di poter calcolare l’inflazione in rapporto al modo di vivere di ognuno.
Visto che ci sono già vari calcoli dell’inflazione (Nic, Foi, Ipca), da “bravo analista” penso che sarebbe decisamente interessante calcolarla unicamente su prodotti indispensabili e di prima necessita escludendo molti di quelli legati al superfluo (vedi come base stretta i panieri dell’immediato dopo guerra) ed alle necessità che ci hanno creato tenendo conto che viviamo in una società di consumo. Da escludere assolutamente dal calcolo sono i beni di lusso e quelli tecnologici. Obiettivamente, se mi posso permettere un’imbarcazione, crostacei freschi, carne primo taglio, tablet pc, fast food etnico, …, posso anche fare a meno di scervellarmi sul tasso dell’inflazione.
Pertanto c’è una differenza abissale tra Consumer Price Index e Ci Penso Io.
Giovanni Maiani