lunedì 24 dicembre 2012

Diffidate dai falsi profeti.

La via del giusto è lunga e difficile, ma nel lungo periodo chi la sceglie viene premiato e riconosciuto, anche se lo scopo non è quello.
La via dell’inganno è scelta dai falsi profeti per trarre profitti e vantaggi immediati a scapito degli altri, ma il tempo è contro di loro e vengono, primo o poi, smascherati.
Da “bravo analista” devo riconoscere che c’è una via di mezzo, ossia chi sbaglia in buona fede. Chi prende la via del giusto non è immune agli sbagli, ma la sua buona fede deve essere evidenziata e la sua eventuale ”penna” deve essere attenuata di conseguenza.

La profezia Maya.
L’ultima ed ennesima allarme relativa alla fine del Mondo ha fatto (ovviamente e per fortuna) un nuovo flop, mentre la gente comune deve imparare ad accendere il cervello, ragionare con la propria testa ed aprire gli occhi. Non si può prendere in giro la gente più ingenua per trarre benefici. Da una parte ognuno di noi ha dei limiti e sbagliare ci permette di imparare e quindi di superarli e, cosi facendo, la società migliora. Parliamo di evoluzione della specie. Tuttavia, se andiamo avanti in questo modo, tutti finiranno per fregare tutti ed è già quello che tende a succedere. Sbagliare ovviamente, ma non venire fregato da chi è più furbo. Non siamo nella giungla.
Nessuno è in grado di prevedere il futuro.

I fenomeni del mondo della finanza.
Partiamo dai presupposti che nessuno regala nulla (e dove ci sono i soldi a maggior ragione) e che un maggiore rendimento è associato ad un maggiore rischio. Questi sono probabilmente due tra i principali teoremi che regolano il mondo della finanza.
Diffidate da chi vi propone un investimento e vi prospetta il raddoppio del capitale nel giro di pochi mesi. E’ possibile con l’utilizzo di derivati che sfruttano l’effetto leva o intervenendo su prodotti molto volatili, ma fortemente improbabile ed adatto soltanto ad investitori fortemente specializzati.
Diffidate da chi si presenta sapiente in tutto parlando molto frettolosamente. In molti casi si tratta soltanto di un ottimo venditore con una buona memoria (magari è abbonato a vari report internazionali in diversi settori o legge banalmente molto).
Nessuno è in grado di prevedere il futuro.

Gli indovini.
Sono il primo ad accettare e riconoscere il fatto che, molto probabilmente, siamo tutti collegati con chi ci ha creato; e come potrebbe essere diversamente? Pertanto, tutti noi abbiamo un filo sottile ed unico che ci consente una relazione speciale ed unica, ma tocca a noi individuarla, accettarla e alimentarla. Pertanto, è molto probabile che alcuni di noi siano ispirati ed in grado di fare e di conoscere delle cose straordinarie. Gli esempi sono innumerevoli e sotto gli occhi di tutti.
Pertanto, è un controsenso ipotizzare che alcuni riescano a prevedere il futuro e consigliare su argomenti vari con l’utilizzo di alcuni oggetti. Se uno è ispirato non serve assolutamente nulla.
Inoltre, una persona ispirata aiuterebbe le persone gratuitamente in quanto lo sentirebbe una missione divina. L’ispirazione è un dono che va messo a disposizione degli altri.
In fondo, basta andare consecutivamente da due indovini per sentire due cose diverse o chiedere di una persona inesistente per capire come stanno le cose.
Nessuno è in grado di prevedere il futuro.

Anche in questo caso gli esempi sono infiniti, ma questi bastono per rendere l’idea.


Amici, da “bravo analista” mi permetto di suggerirvi che è importante non credere a qualsiasi cosa, ragionare con la propria testa, fare eventualmente qualche ricerca e diffidare dai falsi profeti, anche perché il loro numero cresce esponenzialmente nei tempi di crisi.

L’occasione mi è particolarmente gradita per augurare a tutti Voi e famiglia un buon Natale cristiano ed un Felice Anno nuovo.

Giovanni Maiani

lunedì 17 dicembre 2012

Passare da soli il 21 dicembre 2012.

E’ fondamentale avere una mente aperta e, preferibilmente, lucida per analizzare obiettivamente quello che si presenta, che sia un evento, una situazione, un dato… qualsiasi cosa, in modo di lasciare la porta aperta ad ogni ipotesi.

In effetti, l’Essere umano sa ancora relativamente poco e ha pertanto molto da scoprire. Inoltre, le conoscenze vengono costantemente aggiornate, modificate o anche completamente riviste in certi casi. Basta pensare la cronologia dei modelli atomici (Thomson, Rutherford, Bohr, Sommerfeld) rielaborati con l’aumentare delle conoscenze.

Partendo da queste due premesse, ossia una mente aperta e l’accettazione che quasi tutto è possibile, metterò in parallele due fatti apparentemente eterogenei, ma appunto, mai escludere un’ipotesi.

1) L'Osservatore Romano ha pubblicato il giorno 14 maggio 2008 un articolo intitolato “L'extraterrestre è mio fratello” dove leggiamo che “Si può ammettere l'esistenza di altri mondi e altre vite, anche più evolute della nostra, senza per questo mettere in discussione la fede nella creazione, nell'incarnazione, nella redenzione”. Chi fosse interessato all’articolo: http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/interviste/2008/112q08a1.html

Anche l’articolo del 17 settembre 2009 “Astronomi del Papa, con la testa tra le nuvole alla ricerca di Dio” e la XIII Assemblea generale ordinaria del sinodo dei vescovi del 7-28 ottobre 2012 dove leggiamo “Oggi riteniamo che la vita possa esistere anche in altri pianeti extraterrestri, ma stiamo ancora aspettando l’evidenza scientifica di questa ipotesi.” non lasciano spazio al dubbio sull’esistenza degli extraterrestri. Sembra addirittura che il Papa Giovanni XXIII abbia incontrato un extraterrestre.

2) Il CNRS (Centre National de la Recherche Scientifique), ossia il Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica, ha pubblicato lo scorso 10 dicembre un video di 14 minuti intitolato “Les Mayas, le calendrier et le 21-12-2012”, quindi I Mayas, il calendario ed il 12-12-2012. Nel video emerge, tra le tante cose, la fine di un ciclo ed il ritorno della divinità Bolonyocte che ne fa ripartire un altro. Pertanto nessunissima distruzione. Una parte del video è disponibile sul relativo sito ufficiale: http://www.cnrs.fr/fr/science-direct/video/video.html#14/12/2012, mentre la versione completa si trova anche a http://www.dailymotion.com/video/xvujy0_les-mayas-le-calendrier-et-le-21-12-2012_tech#.UM0JCazNksk.

Il calendario Maya

Quindi da una parte la chiesa si è aperta, casualmente da poco tempo, all’esistenza di altre forme di vita, mentre dall’altra parte c’è un (ovvio) nuovo inizio con una possibile “apparizione”…

Magari le due cose sono collegate. Improbabile, ma non si può neanche escluderlo a priori.

Nello stesso articolo sopra menzionato e pubblicato il 14 maggio 2008 leggiamo “La fede e la scienza non sono inconciliabili. Lo diceva Giovanni Paolo II e lo ha ripetuto Benedetto XVI:  fede e ragione sono le due ali con cui si eleva lo spirito umano.”. Pertanto è lecito mettere in relazione un fatto ricavato dal sito ufficiale del Vaticano con un fatto trovato su un sito autorevole come quello del Cnrs. Male che vada abbiamo fatto un po’ di cultura…

A prescindere, prendendo in considerazione la legge dei numeri, le nostre limitate conoscenze, la vastità dell’Universo e quanto scritto dal Vaticano, da “bravo analista” penso che sia lecito e probabilmente logico ipotizzare che non siamo soli e che, soprattutto, la fede non escluda la scienza (quindi la ragione).

Come la vedo io, e pertanto quanto segue non deriva da un’attenta analisi ma soltanto dalla mia esperienza personale, la fede per chi svolge un’attività strettamente legata alla ragione (come l’avvocato, il giudice, il ricercatore, il medico, l’analista.. e cosi via), anche se il settore delle attività può, e deve, essere esteso a quasi tutte le categorie lavorative, ti aiuta a rimanere sulla retta via nello svolgimento del proprio lavoro.

Avere la fede e l’utilizzo della ragione è, a mio modesto parere, un doppio dono che oggi non viene riconosciuto in nessuna parte del Pianeta, anzi, è fortemente penalizzato dalla società odierna dove sono i furbi a venire favoriti. Diversamente il mondo andrebbe molto meglio. Da “bravo analista” affermo che senza la fede e la ragione non c’è futuro. Specialmente a San Marino. Ed è una cosa tristissima. Inutile discutere del deficit di bilancio, della crisi occupazionale, di quella del debito pubblico e di quant’altro se prima la nostra società non mette al primo piano l’etica. Se non succederà, e non succederà nel breve periodo, non ne usciremo (se non momentaneamente).

Oggi siamo partiti dall’accettazione degli extraterrestri da parte del Vaticano, dal sito del Cnrs che evidenzia come i Maya non hanno mai predetto la fine del mondo ma la discesa di una divinità che il prossimo 21 dicembre farà ripartire un nuovo ciclo, ad una personale riflessione sull’inscindibilità della fede e la ragione, mentre ora vi invito cordialmente a guardare un video che ho anche linkato su facebook: http://www.youtube.com/watch?v=NStyRt19flA. Quella ragazzina conosceva probabilmente molto bene il valore dell’etica e le priorità della Vita.

Visto che non è vero che un “bravo analista” sia noioso

Ps: ho fatto questo articolo perché vedo molta gente impaurita per quello che potrebbe succedere venerdì prossimo.

Giovanni Maiani

martedì 11 dicembre 2012

Essere obiettivo ti porta spesso ad anticipare le cose.

“Nemo propheta in patria”. Mi piace scriverlo ultimamente in quanto mi diverte molto.

Essere obiettivo, disinteressato e scrivere nell’intento di aiutare in qualche modo il prossimo ti porta ad anticipare/prevedere le cose con una perfetta tempistica visto che l’iniziativa è a fine di bene e non per gloria personale.

Non dipende da te ed è qualche cosa di più forte e di più grande a fartelo fare.

Non so se ciò corrisponda ad una legge universale o metafisica, ad un volere divino, al caso o ad altro, ma è cosi da sempre, almeno dal 1993 per quanto mi riguarda.

In effetti,

-         lo scorso 2 dicembre 2012 (non all’alba dei tempi) nell’articolo “Allevamento di polli.” avevo scritto, facendo riferimento all’intenzione di alcuni, che “il popolo deve essere diviso ed indebitato”. Casualmente, il 5 dicembre 2012, è emerso sul sito che raccomando http://www.supermoney.eu/ l’articolo intitolato “Shopping natalizio: gli italiani scelgono la carta di credito” dove veniva indicato che “… una crescita delle richieste di "denaro di plastica": a novembre si è registrato un +20% circa rispetto allo stesso periodo del 2011 e un +13% rispetto al mese di ottobre.”.

-         nello stesso articolo del 2 dicembre 2012, evidentemente i polli fanno bene (nel brodo), avevo scritto che “pensiamo che un imprenditore sia in grado di gestire un paese come se fosse un’azienda”. Casualmente, quasi magicamente, il giorno 5 dicembre 2012, leggiamo la notizia della candidatura come “premier” di un importante imprenditore. E nuovamente, come già accaduto nel 1994, questo ultimo si ritrova ancora una volta tutta la stampa estera contro. Ma sarà un caso.

-         lo scorso 14 ottobre 2012 nell’articolo “Wef: Global Risks 2012” che ho già ripreso lo scorso mese, avevo attirato la vostra attenzione sull’importanza strategica di tale report internazionale ed, in particolare, sul rischio legato alla tecnologia. Vedi: “Tecnologia: attacchi cibernetici”. Casualmente, il 6 dicembre 2012, giorno in cui viene festeggiato il compleanno dello scrivente (è vero, ma esagero appositamente per sdrammatizzare), è uscito un articolo su Il Corriere della Sera intitolato “ Hacker rubano 36 milioni di euro sui conti di 30 banche europee via sms”.

 La tecnologia vista da Kang Miseon

-         ancora lo scorso 14 ottobre 2012, ovviamente sempre nell’articolo “Wef: Global Risks 2012” avevo utilizzato per la prima volta in vita mia la parola “populismo” quando scrivevo, sempre tratto dal report in questione, che “Secondo l’inchiesta effettuata su 469 esperti e leader economici, questi rischi minacciano la crescita mondiale perché sono degli elementi conduttori di nazionalismo, populismo e protezionismo…”. Casualmente, oggi pomeriggio alle ore 17.26, il sito http://it.reuters.com pubblicava un articolo intitolato “Elezioni, Berlusconi: spread è imbroglio. Monti: no populismo” all’interno del quale leggiamo “…torna per la seconda volta in 24 ore sul rischio che la campagna per le elezioni politiche si svolga nel segno del populismo”. Ribadisco tuttavia che gli elementi emersi dal Global Risks 2012 sono di “proprietà” del Wef ed i relativi applausi sono da fare, sempre, al Wef, e ci mancherebbe altro. Tuttavia mi prendo, nuovamente, il merito di averli pubblicizzati in quanto ritenuti tremendamente attuali e fondamentali per noi comuni mortali in questo particolare momento. Questa sera, al telegiornale, tutti parlano di “populismo”…

Non fraintendetemi, non è un articolo auto referenziale in quanto non me ne faccio niente della gloria, che ho già conosciuta “ovviamente” al di fuori di San Marino in un mercato di libera concorrenza come Milano, ma voglio sottolineare che lavorando molto, sodo e con onesta intellettuale è possibile scrivere, una volta ogni tanto; “Nemo propheta in patria”. E’ divertente in quanto provocatorio.

Ps: Voglio spiegare brevemente perché ho deciso anni fa di scrivere e non di parlare. Alcuni non sanno neanche che parlo.
-         La Parola è stata utilizzata per creare il Mondo come lo conosciamo noi, mentre l’Uomo la usa spesso a suo favore, appropriandosene, parlando male degli altri, raccontando bugie, facendo il fenomeno, ingannando, e cosi via. In molti altri casi, per fortuna, la usa anche a fin di bene. Occorre essere intellettualmente onesti e corretti.
-         Lo scritto, invece, rimane nel tempo e, se redatto in modo molto semplice, se occorre volgarizzandolo, non lascia spazio alla libera interpretazione come può farlo una legge (in moltisssssimi casi voluti dall’Uomo).
Non ho detto che tutti quelli che parlano, soltanto, vogliono ingannare. Rileggete bene. Voglio solo dire che è molto più facile ingannare parlando che scrivendo. Tutto qua. Anzi, tanto di capello a chi riesce a parlare in pubblico ed alle masse.

Io, da “bravo analista”, non riesco a comunicare al meglio con la parola e preferisco di gran lunga scrivere di notte, mentre sono da solo con la mia fede e la mia ragione (e non è sempre facile). Abbiamo tutti un collegamento privilegiato e personale, più o meno accettato, più o meno sentito, con la Sorgente.

Giovanni Maiani

domenica 9 dicembre 2012

Déclaration universelle des droits de l'homme.

Prima di tutto farei una forzatura e metterei una “h” maiuscola a “homme” in quanto la parola indica il genere umano ed include pertanto il gentile sesso, anche se sapete tutti quello che penso a proposito delle quote rose, ma questo dimostra ulteriormente tutto il rispetto che nutro per le Donne (questa volta con la maiuscola). Poi, non siamo più nel 1789.

Domani lunedì 10 dicembre è la “Journée des droits de l'Homme” ossia la giornata dei diritti dell’Uomo, ma penso che ci sia ancora molto lavoro da fare prima di festeggiare. Infatti, la ricorrenza va commemorata o celebrata, non festeggiata. Ci sarà dunque un motivo?


Non ho un perfetto italiano, ma essendo madrelingua francese vengo vantaggiato leggendo la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, firmata a Parigi il 10 dicembre 1948, in lingua originale.
Pertanto, da “bravo analista”, mi soffermerò un secondo su alcuni dei 30 articoli della dichiarazione che ritengo particolarmente importanti o non ancora completamente attuati a San Marino.

Art 1.
Non vedo gli essere umani eguali in dignità e diritti ed agire con spirito di fratellanza.

Art 2.
Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere…
Sembra lo slogan pubblicitario di un qualche politico. Siamo tutti uguali tranne che alcuni sono più uguali di altri.

Art 7.
Tutti sono eguali dinanzi alla legge…
Mi dispiace e non voglio mancare di rispetto a nessuna, ma è chiaro che ci dobbiamo ancora arrivare.

Art 19.
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione…
Questo mi sembra ancora difficile.

Art 21.
2. Ogni individuo ha diritto di accedere in condizioni di eguaglianza ai pubblici impieghi del proprio paese.
Qua scoppio dalle risate, ma c’è da piangere.

Art 23.
1. Ogni individuo ha diritto al lavoro,…
2. Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro.
Magari…

Art 29.
1. Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità.
2. Nell'esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà, ognuno deve essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che sono stabilite dalla legge per assicurare il riconoscimento e il rispetto dei diritti e delle libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell'ordine pubblico e del benessere generale in una società democratica.
E’ il cittadino che per prima non rispetta i diritti e le libertà degli altri chiedendo piacere personali…

Oggi, stranamente, non voglio fare molte polemiche, ognuno di noi si farà la propria idea al riguardo, ma da “bravo analista” con il presente ed umile scritto intendo omaggiare la “Déclaration universelle des droits de l'Homme” (ho messo la “h” maiuscola) che ci consente di vivere bene, anzi molto bene, ma voglio dire che c’è ancora molto da fare a San Marino, e non solo. Speriamo un giorno di poter festeggiare il compleanno della nascita di questo importante documento che cerca di unire i vari paesi e gli individui.

Ps: Non sono certo che la penna di morte sia in grado di migliorare le cose.

Giovanni Maiani

domenica 2 dicembre 2012

Allevamento di polli.

Manca ormai poco alla fine dell’anno e lo scenario internazionale non è dei migliori.

In effetti, l'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha appena rivisto al ribasso le stime per l’economia mondiale, Moody’s ha tolto la tripla A all’Esm ed all’Efsf a seguito del declassamento della Francia, il tasso di disoccupazione ha raggiunto livelli record in molti paesi, la Grecia e la Spagna hanno beneficiato di aiuti internazionali anche se la situazione rimane a dire poco incandescente, l’Argentina è vicina ad un nuovo fallimento (le bandiere di San Marino e dell’Argentina usano l’azzurro ed il bianco; non vorrei che fossi un caso anche se il caso non esiste…), l’Italia non è messa molto meglio ed è in lista d’attesa, i politici italiani (e non solo) non vogliono rinunciare a qualche loro privilegio mentre spremono letteralmente la gente onesta che lavora, iniziano le rivolte popolari (vedi anche mio articolo: “Ovvi” disordini internazionali.), le tredicesime italiane saranno praticamente azzerate “grazie” alle nuove tasse, l’Ilva di Taranto ed ArcelorMittal di Florange in Francia operano entrambe nello stesso settore e sono in difficoltà,…, meno male che c’è il sud coreano Spy che porta un po’ di allegria nel mondo intero con il suo Gangnam Style.

In fondo non succede nulla di speciale. A livello internazionale, molti dei politici che abbiamo votato (perché non sono tutti cosi o, per lo meno, voglio crederlo), noi comuni mortali, hanno spesso pensato più a loro che al rispettivo paese e, tiri la corda oggi, tiri la corda domani dopo averla tirata anche ieri, questa si spezza, ma le brutte abitudini di una certa classe dirigenziale sono dure da morire.

La colpa è unicamente nostra, comuni essere umani.

Evidentemente,
-         crediamo ancora alle favole,
-         ci scanniamo tra di noi facendo i lecchini al posto di lavorare sodo confidando nella meritocrazia,
-     studiamo accuratamente ed egoisticamente dove fare le proprie ferie senza pensare a fare qualche cosa per il paese in quanto costa fatica,
-         pensiamo che un imprenditore sia in grado di gestire un paese come se fosse un’azienda,
-     accettiamo di farci guidare come se fossimo delle pecore e ci comportiamo come tale (con tutto rispetto per il genere Ovis),
-         piangiamo su noi stessi senza fare nulla,
-         permettiamo loro di fare quello che vogliono in quanto molti dirigenti (che siano politici o pezzi da 90 della Pubblica Amministrazione) non sono responsabilizzati.

A quel punto dico sono costretto a dire che hanno ragione loro visto che le lasciamo fare.

Ci dirigiamo verso un modello di civiltà dove la classe media scomparirà, la classe alta aumenterà di poco ma rimarrà entro il 10% circa della popolazione globale e la classe bassa rappresenterà il restante 90% circa. La piramide delle classi sociali avrà una base sempre più larga. Come prima idea, mentre scrivevo la presente analisi, pensavo che la piramide delle classi si trasformasse da un triangolo isoscele ad un triangolo equilatero o, meglio ancora, acutangolo, mentre invece tende ad assomigliare alla piramide presente sul biglietto di un dollaro americano. In effetti, la punta smozzata potrebbe rappresentare la parte dei nostri governanti che dimostra di non avere nessuna intenzione di rinunciare a qualche privilegio/vitalizio e, di conseguenza, si stacca, quasi fisicamente, dal restante 90% della popolazione perché non disposta a subire quello che ci toccherà ben presto. Quello che ci affligge ora non è nulla. Conosco molto bene la letteratura legata a tale piramide, ma voglio fare oggi un altro tipo di discorso e penso che quanto appena scritto non sia emerso da nessuna parte fino ad ora. Pensate a quello che scrivo ora…

Il mondo tende a diventare un enorme allevamento di esseri umani come facciamo noi con i polli e le vacche. Anche in questo caso massimo rispetto per il genere Gallus (non parlo di Asterix), mentre vacche (o vacca) non è un dispregiativo, ma il termine zoologico coretto che indica la femmina del bovino. A dire la verità l’ho scoperto per caso. Usavo sempre il termine di “mucca”.


In effetti, il problema del debito pubblico è mondiale e, se non troviamo una soluzione rapida e drastica (per esempio una cancellazione globale e reciproca del debito pubblico entro un certo limite), tenderà a diventare incontrollabile come lo è già ora in parte. Ma forse è voluto. Abbiamo già osservato che chi governa (governa per modo di dire) non è intenzionato a perdere neanche un centesimo della sua attuale condizione di vita e, di conseguenza, l’unica soluzione è quella di fare pagare il popolo assoggettato.

Da “bravo analista”, l’idea mi sembra questa:
-         il popolo deve essere diviso ed indebitato e, in questo modo, viene controllato molto facilmente oltre che a non poter dire nulla. Si dice pure che l’unione fa la forza. Così, l’ultra consumismo (per esempio le cure di bellezza e le vacanze a rate) in atto da qualche anno fa diventare sempre più ricco il 10% come sopra e contribuisce a cancellare la classe media. Vi ricordate anni fa (forse all’inizio degli anni 2000) i primi incentivi alla rottamazione di una nota casa automobilistica italiana? All’epoca avevo scritto che era una forzatura e che se una famiglia non riusciva a pagare x per una macchina nuova non sarebbe riuscita a pagarla con uno sconto che faceva sembrare l’Occasione della vita. Diversamente, avrebbe già potuto acquistare una macchina semestrale o di pochi mesi. Anche in questo caso, qualche collega mi diceva che esageravo. Io, invece, penso di avere una mente molto lucida e logica. In effetti, era appena nato, come lo chiamo io, l’ultra consumismo ed il boom delle finanziarie legate al credito al consumo con gli effetti che conosciamo tutti. Nessuno è profeta in patria. Ma va bene cosi.
-      Il popolo deve lavorare sempre più a lungo per pagare sempre (la ripetizione è voluta) più tasse in quanto i Governi incapaci sono assettati di soldi ed occorre alimentare l’ultra consumismo. L’aumento della speranza di vita è una falsa scusa per nascondere il debito pubblico degli Stati e dunque l’inefficienza di chi avrebbe dovuto gestire il bene pubblico. Ma non è colpa di nessuno.
-       Il popolo non può più contare su una pensione di anzianità e su una sanità gratuita e viene spremuto fino all’età pensionabile, quando non è più utile, ed è quindi lasciato a se stesso nella speranza che se ne vada in fretta perché è diventato un costo e non più un qualche animale da sfruttare.

E’ obiettivamente quello a cui assistiamo tutti oggi.

Quindi:
-         i nostri polli di allevamento sono chiusi in batterie e non posso fare nulla,
-         producono uova e/o banalmente la loro carne,
-         ed a tempo debito quanto hanno finito di produrre le uova (ovviamente le galline e non i polli) e quando sono ingrassati a sufficienza vengono uccisi visto che hanno raggiunto lo scopo utile.

L’analogia è preoccupante.

Il tutto al nome della sedicente libertà o democrazia. E’ la più grande presa in giro della Storia. Tutto è sotto controllo e gli essere umani sono guidati come fa il pastore con il suo greggio. Poi non c’è più cieco di chi non vuole vedere perché preferisce vivere nel suo mondo immaginario in quanto apparentemente più bello. La realtà fa anche male. Mentre il diavolo vuole far credere che non esiste, l’uomo vuole fare credere che la libertà esiste.

Platone individuava 3 classi sociali: i governanti, i guerrieri e gli agricoltori. Oggi i guerrieri non servono più in quanto le guerre se conducono molto più efficacemente sui mercati finanziari. Per Marx e per Adam Smith le classi erano due, ossia semplificando, i detentori di capitali e la forza lavoro per il primo i lavoratori ed i poveri per il secondo. Gli egizi ed i sumeri avevano varie classi sociali che andavano dagli schiavi e dai contadini fino ai sacerdoti e al faraone/re.

A prescindere ed osservando obiettivamente quanto accade nel Mondo, è molto probabile un prossimo modello di piramide delle classi sociali a soli 2 livelli. In pratica gli allevatori ed i polli (o simili). Ciò tuttavia non preannuncia nulla di buono per il 90% della gente. Pensateci.

Ps: a chi crede nella profezia Maya relativa alla fine del mondo il prossimo 21 dicembre, da “bravo analista”, consiglio di chiedere un anticipo sulla tredicesima e di goderselo. A quelli normali, invece, auguro un felice Natale. In ogni caso, se ho sbagliato l’ipotesi, nessuno potrà rimproverarmi fra 3 settimane.

Giovanni Maiani

domenica 25 novembre 2012

Le donne.

Ho scritto questo, difficilissimo, articolo perché nutro un profondo e sincero rispetto nei confronti delle donne a tal punto che mi sono spinto fino a sposarne una. Scherzo a parte, quanto riportato di seguito è una modesta ma sincera analisi che, per favore, non si presta a nessuna polemica.

Qualche dato relativo all’Italia.

Secondo i dati dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE):
-         Nel test Pisa 2009 (test internazionale di valutazione degli studenti di 15 anni), precisamente nel test di lettura (e, ovviamente, di relativa comprensione), le donne hanno raggiunto una media di 510 decisamente superiore al 464 degli uomini. Questa superiorità è stata confermata in tutti i 74 paesi partecipanti. Sarà significativo? Nel test di scienza, le donne vantano una media di 490 e di conseguenza superiore al 488 degli uomini. Nel test di matematica, invece, la media degli uomini pari a 490 è superiore al 475 raggiunto dalle donne.

Secondo i dati Eurostat:
-         Nel 2010, il 57.6% degli studenti nell’insegnamento superiore erano donne.

Secondo Il Sole 24 Ore dello scorso 11 settembre:
-         Nel 2010, 1 donna su 4 aveva un'istruzione universitaria contro 1 su 6 tra gli uomini. Il 59% dei laureati italiani erano donne ed “il 33% dei laureati in ingegneria in Italia sono donne, una delle percentuali più alte dell'Ocse e la Penisola e' al secondo posto per le donne laureate in campo scientifico (52%)”.

Pertanto, le donne italiane studiano maggiormente rispetto agli uomini e ottengono spesso dei risultati nettamente migliori, anche a livello europeo. Anche a San Marino, il tasso di scolarità femminile è superiore a quello maschile, sia nella scuola secondaria superiore sia all’Università. Vedi “La popolazione scolastica sammarinese” nel sito www.statistica.sm.

Un altro aspetto spesso non molto pubblicizzato.

Le donne sono più longeve e possono quindi sperare di sfruttare la pensione di anzianità per 27.3 anni (rispetto ai 22.7 anni per gli uomini). Facendo riferimento alla memoria storica della famiglia ed al “passaggio di consegne” tra le generazioni, i nostri figli possiamo contare maggiormente sulle nonne che sui nonni tenendo conto della speranza di vita. Anche in questo caso il ruolo delle donne è molto rivelante nell’educazione delle nuove generazioni.

A questo punto, da “bravo analista” non capisco le quote rose.

Richiedere le quote rose, a mio modesto parere, è un diminuirVi ed un controsenso. Richiedere l’inserimento obbligatorio di un certo numero di donne va a vostro sfavore e in quanto non è una richiesta “degna” di persone intelligenti e cosi dotate. Il problema è altrove e questo “falso obiettivo” vi strumentalizza e vi distoglie da quelli veri e ben più importanti.

Ho effettuato una brevissima ed incompleta ricerca a livello europeo per avere una vaga idea dei veri problemi del gentile senso. Non ho la pretesa di dirvi le cose ed evidenziarvi i problemi che conoscete meglio di me, ma nel mio piccolo, vorrei sottolineare agli occhi di tutti i veri ostacoli che ripeto, a mio modesto parere, affiggono le donne a livello europeo. Poi se ve lo dice un uomo vi potete fidare.

In primis vedo:

-        Il gender pay gap o equality pays off, ossia la differenza del trattamento salariale a parità di lavoro.
-         La lotta alla violenza contro le donne.
-         La lotta alla discriminazione dei sessi.
-         Parità di indipendenza economica.
-         Le questioni trasversali.

A livello mondiale i problemi sono ancora più drammatici:

-         I più poveri sono generalmente delle donne.
-         I 2 terzi degli adulti analfabeti sono donne.
-         Limitazione dell’accesso delle donne alle risorse finanziarie.
-         Elevata mortalità a causa di complicazioni durante la gravidanza.
-         Violenza sessuale contro le donne nei paesi e rischio di guerra ed instabili ed impunità dei colpevoli.
-         Mutilazioni parti intime.
-         Diritti umani.
-         Matrimoni combinati.

E cosi via… si potrebbe scrivere un’enciclopedia.


Una Donna designata da Kang Miseon


Queste cause sono tutte molto importanti e legittime e vanno affrontate in quanto nessuno vi può dire nulla al riguardo in quanto manca un’argomentazione da contrapporre. Per esempio, chi vi può dire di essere a favore della violenza sulle donne?

Però occorre essere obiettivi.

Da “bravo analista” penso che sia impensabile e poco serio da parte vostra portare avanti una lotta riferita ad argomenti leciti e assolutamente condivisibili come quelli esposti sopra e non lottare contro la strumentalizzazione del corpo delle donne (almeno in tv o nell’ambito lavorativo). Sono argomenti indissociabili.

Pertanto, e per il grande rispetto che nutro per il gentil sesso, penso che occorre colmare il divario costituito dal gender pay gap, aumentare la lotta alla violenza contro le donne, ridurre ulteriormente la discriminazione dei sessi, mirare alla parità di indipendenza economica e combattere la strumentalizzazione del corpo delle donne. Senza quest’ultimo tassello l’intera lotta delle donne, ripeto che condivido in pieno, non verrà mai e poi mai presa sul serio e riconosciuta.

Le quote rose non c’entrano nulla con il discorso molto ampio e condivisibile della parità dei sessi e penso che una tale richiesta vi danneggi molto. Pensateci bene. Mi sembra un falso obiettivo. Non c’entra proprio nulla con il fine. Non si può pretendere un qualche riconoscimento e rispetto a seguito di un’azione obbligata.

Una premessa:
Circa 15/20 anni fa, sono stato preso poco sul serio a Milano in quanto mi ero permesso di criticare l’indice di Sharpe, creato dal premio Nobel per l'economia 1990 William Sharpe, in quanto a mio modesto parere offriva una valutazione molto incompleta e quindi fortemente limitata della redditività di un fondo. Nel mese di settembre 2005, lo stesso Sharpe ha criticato il suo stesso metodo.

Nessun è profeta in patria. E’ proprio vero.

Pertanto, da “bravo analista”, se mi permetto di effettuare una critica questa è costruttiva, obiettiva e spesso si basa su di un’ampia argomentazione oltre che su anni di duro lavoro. Pertanto, niente strumentalizzazione. La presente analisi è per favorire la lotta delle donne e non per penalizzarla.

Poi il tempo è galantuomo (parlando del gentil senso ci sta).

Ps: Gli uomini non possono permettersi di andare contro le donne in quanto ci sono più donne che uomini sul Pianetta.

Giovanni Maiani

mercoledì 14 novembre 2012

“Ovvi” disordini internazionali.

Questa settimana abbiamo assistito ad un peggioramento della crisi internazionale ed a dei disordini pubblici globali.
Oggi ci sono state manifestazioni in 23 dei 27 paesi dell’Unione europea secondo i vari telegiornali che ho seguito (a volte rimanere a casa ammalato serve) e qua mi ricongiungo con la mia analisi del 14 ottobre scorso (vedrete che la data è importante) intitolata “Wef: Global Risks 2012” e riferita al report pubblicato all’inizio dell’anno dal Wef relativo ai maggiori rischi mondiali per i prossimi 10 anni.

Quindi non era farina del mio sacco, ma faccio mio il merito di avere ulteriormente pubblicizzato l’autorevole report in quanto, da “bravo analista”, avevo intuito che la cosa ci riguardava da vicino, e come se ci riguardava. Ricordo una frase tratta dalla mia analisi che trovate, come sempre, nel mio blog (http://giovannimaiani.blogspot.it/) ossia; “Nel settore economico “la crisi di liquidità” del nostro sistema finanziario e “la disuguaglianza nei redditi” tra privato e pubblico rischiano di portare a dei disordini pubblici in caso di peggioramento della crisi.”.

Interessante mi direte, ma voglio dimostravi che a volte, quando si scrive, non si scrive a caso o perché si ha voglia di perdere tempo.

Nella mia stessa analisi avevo scritto poco sopra, facendo riferimento al fatto che la pubblicazione originale era di 9 mesi prima, che “Questo report mi è scappato e me ne sono accorto solo questo giovedì, nonostante abbia già parlato del Wef non più tardi dello scorso 9 settembre, vedi il “Global Competitiveness Report 2012-2013”. Ma io sono un “bravo analista” e so per certo che il caso non esiste. Succedono delle cose che non capiamo immediatamente e quindi che non accettiamo subito, ma dopo qualche tempo abbiamo una panoramica più ampia e riusciamo a comprendere quanto accaduto in precedenza.”.

Dopo un mese esatto dalla mia precedente analisi pubblicata il 14 ottobre, ossia oggi 14 novembre, i disordini pubblici si sono avverati, e come.

Io da “bravo analista” cerco di fare la mia parte quando la mia sensibilità, esperienza professionale o intuito (chiamatelo anche fortuna se volete in quanto non mi disturba) mi dicono di scrivere certe cose nell’intento di mettere in guardia chi ha il buon cuore di volere leggermi. Il giorno sabato 8 settembre 2001, avevo scritto nella prima pagina di un settimanale finanziario italiano riferito al mercato azionario italiano: “Sul filo del panico”. Non potevo di certo immaginare il successivo attacco alle Twin Towers di 3 giorni dopo, ma era evidente che qualche cosa di molto brutto era nell’aria. Bastava osservare con attenzione, e cuore, i grafici tecnici per accorgersene.

Manifestazione in Francia – quasi 30 anni fa.


Ora, il nuovo Governo che saluto con la massima stima, dovrà a sua volta essere lungimirante prima per farci uscire dalla crisi e quindi per pensare al successivo sviluppo. Ma so che riuscirà nel suo arduo compito banalmente perché il paese non dispone di forze dell’ordine a sufficienza (anche se molto bene addestrata ed efficiente) per fronteggiare un’eventuale rivolta popolare che, qua, sarebbe ovviamente molto più feroce.

Ps: Ne approfitto per ringraziare di cuore tutti quelli che hanno creduto in me durante le ultime elezioni e, visto che non sono un personaggio pubblico, che non sono molto conosciuto a San Marino e che sono piuttosto taciturno, la cosa rivesta un’importanza maggiore.

Giovanni Maiani

lunedì 5 novembre 2012

La domanda interna.

Ho dimostrato qualche giorno fa che la perdita del poter d’acquisto a San Marino era molto più importante di quella italiana, mentre oggi l’Istat nel suo comunicato intitolato “Le prospettive per l’economia italiana” ha scritto che “La spesa privata per consumi registrerebbe nell'anno in corso una contrazione del 3,2%”.

Penso che sia profondamente sbagliato e controproducente aumentare la pressione fiscale ai dipendenti, che siano pubblici o privati, introducendo tasse varie o l’addizionale Igr. Il discorso è valido per l’Italia, San Marino e per il resto dell’Universo.
In effetti, chi impone nuove tasse ai dipendenti mostra di essere alle strette e dichiara apertamente di avere sbagliato nel suo compito. La posizione contributiva di un dipendente è ben definita ed è la più certa, non perché i dipendenti sono tutti onesti, ma perché non possono evadere anche qualora lo volessero fare. Pertanto, è la categoria da rispettare e da proteggere a tutti i costi anche perché offre allo Stato un’entrata inconfutabile e, senza domanda interna, nessuna economia può pensare di progredire.

E’ maggiormente vantaggioso ed dunque più efficace ottimizzare e quindi ridurre i costi fissi e variabili dello Stato, riorganizzare i settori non più strategici come fa costantemente qualsiasi società, nonché adottare un nuovo sistema fiscale in grado di valutare in modo imparziale e trasparente la vera capacità contributiva attraverso l’osservazione dei patrimoni, dei redditi e dei consumi. 

Inoltre, l’introduzione di un sistema d’Iva agevolata rispetto a quella italiana, e concordata con il bel paese, potrebbe essere un sistema semplice, trasparente, equo e concorrenziale per la nostra Repubblica. Torno sul fatto che dobbiamo dialogare con l’Italia e trovare una strategia ideale per entrambi i paesi. San Marino è una risorsa per l’Italia, ma dobbiamo dimostrare e volere voltare pagina con il recente passato. L’introduzione di un’Iva agevolata permetterà di attirare nuovi investitori e capitali esteri ciò che significa posti di lavoro per i sammarinesi.

Anche la Smac card, per la quale ero perplesso in un primo tempo, è in grado di favorire sia la domanda interna sia quella esterna e potrebbe agevolare anche il settore turistico se pubblicizzata ai turisti, occasionali ed abituali, in arrivo e/o ai residenti italiani limitrofi.

Nel mio post dell’8 marzo 2011 intitolato “Benzina: come sei messa?” ho già ribadito la necessità di una politica autonoma per quanto riguarda la benzina. Vedi “Mi chiedo, da “bravo analista” ma ignorante in questa materia, se San Marino potrebbe approvvigionarsi direttamente in modo di gestire internamente le imposte e quindi il prezzo della benzina?”. Anche in questo caso un prezzo della benzina inferiore a quello italiano, e concordato con il bel paese, potrebbe contribuire a fare crescere l’economia sammarinese. Lo so di certo, ho vissuto 22 anni a 10 km del Lussemburgo e mentre andavo fare il pieno ad un prezzo decisamente concorrenziale, mi fermavo qualche attimo per fare un po’ di spesa.

Il grafico mostra la fiducia dei consumatori. Solo Danimarca, Finlandia e Svezia hanno in indice positivo. Sarà significativo?



Da “bravo analista” penso che si faccia sempre in tempo ad aumentare le tasse alla classe più debole, ossia ai dipendenti, penalizzando cosi la domanda interna. Ci sono cosi tante altre cose da fare prima.

Giovanni Maiani

lunedì 29 ottobre 2012

L’inflazione sammarinese ed il potere d'acquisto.

Dopo il mio ultimo post intitolato “L’importanza del voto” ho passato parte della domenica, ovviamente dopo la pulizia settimanale della casa, ad osservare i dati relativi alla tavola 9.1 del bollettino statistico: i numeri indici dei prezzi al consumo a San Marino per le famiglie di operai e impiegati. Detto anche l’inflazione di pagina 45 per farla più semplice.

Procedimento:
Prima di tutto mi sono guardato tutti i bollettini di statistica e ho cercato di ottenere una serie storica completa. I dati relativi all’indice dei prezzi utilizzato fino al primo trimestre del 2011 prendono in considerazione il valore 100 nel mese di dicembre 2002, poi a seguito di un probabile aggiornamento del paniere partono dal valore 100 nel mese di dicembre 2010. Ho quindi proseguito la serie storica iniziale fino agli ultimi dati disponibili di giugno 2012 assicurandomi di mantenere le stesse variazioni dei prezzi che si sono verificate nel nuovo paniere. Raccomando anche il mio posto del 10 marzo scorso relativo al Cpi ed in particolare all’inflazione italiana e alla mia perplessità relativa alla scelta del paniere.

Osservando l’inflazione di Germania, Italia, Regno Unito, zona euro, Usa e San Marino nel periodo che va dall’inizio del 2003 allo scorso mese di giugno (vedi grafico) emerge immediatamente che l’inflazione sammarinese (in rosso) alla fine del 2° trimestre del 2012 sia pari al 2.7751% seconda solo all’Italia con il 3.30%, mentre negli Usa ed in Germania i prezzi aumentano dell’1.70% all’anno rispetto al 2.40% di Regno Unito e della zona euro. I dati preliminari del 3° trimestre mostrano un’inflazione generalmente in aumento nei paesi come sopra rispetto ai dati di fine giugno ed è lecito ipotizzare che, anche, l’inflazione sammarinese sia attualmente maggiore rispetto a quella di fine giugno.


Tra il mese di marzo e quello di ottobre 2009, i tassi d’inflazione di Italia, Regno Unito e San Marino sono rimasti in terreno positivo, mentre abbiamo osservato un’effimera situazione di deflazione negli altri paesi presi in considerazione. Inoltre, il coefficiente di correlazione ci conferma pienamente che l’inflazione sammarinese è maggiormente dipendente di quelle inglese ed italiana (coefficiente rispettivi del 57% e del 59% sull’intero periodo di riferimento), mentre non è molto legata a quella americana (coefficiente del 23.7%).  

Ho dimostrato di recente in un’altra sede come l’inflazione sia attualmente maggiormente legata all’aumento del costo delle materie prime rispetto a quello del personale come lo era in precedenza, mentre, “casualmente” giovedì scorso, l’Istat ha pubblicato un rapporto molto interessante (http://www.istat.it/it/archivio/73300) nel quale emerge che “Nel mese di settembre l'indice delle retribuzioni contrattuali orarie cresce … dell'1,4% rispetto a settembre 2011”. Inoltre, l’inflazione italiana anno su anno di settembre è pari al 3.20% ne deriva, in grande linee, che chi lavora ha perso durante gli ultimi 12 mesi mediamente l’1.80% del proprio poter d’acquisto, in giallo nel grafico. In blu il salario orario ed in rosso l'inflazione italiana.


Ciò è assolutamente in linea con il fatto che l’inflazione aumenta principalmente per colpa dell’andamento delle materie prime mentre le persone sono sempre pagate di meno.
A San Marino abbiamo soltanto i dati di fine 2011. Alla fine dello scorso mese di dicembre e rispetto ad un anno prima, l’inflazione era pari al 3.05% (base 100 a dicembre 2010 ed indice dei prezzi di 103.50 a dicembre 2011), mentre il monte salari unitario (monte salari diviso per il numero di occupati nel relativo

Nel grafico: in nero la variazione percentuale del monte redditi del settore pubblico, in verde quella del numero dei dipendendi, in blu quella della retribuzione lorda unitaria ed il rosso l'inflazione sammarinese.

settore) è sceso dell’1.01% nel settore pubblico (-1.65% nel monte salari e -0.64% nel numero di occupati)

Nel grafico: in nero la variazione percentuale del monte redditi del settore privato, in verde quella del numero dei dipendendi, in blu quella della retribuzione lorda unitaria ed il rosso l'inflazione sammarinese.

e dell’1.60% nel settore privato (-4.42% nel monte salari e -2.86% nel numero di occupati), mediamente il

Nel grafico: in nero la variazione percentuale del monte redditi del settore pubblico + privato, in verde quella del numero dei dipendendi, in blu quella della retribuzione lorda unitaria ed il rosso l'inflazione sammarinese.

monte salari unitario, ossia quanto é stato pagato chi lavora, è sceso del 1.36% durante il 2011 (-3.73% nel monte salari e -2.41% nel numero di occupati). Da una parte si è perso mediamente l’1.36% e, dall’altra, i prezzi sono cresciuti del 3.05% ed il divario complessivo è di -4.41% (poter d’acquisto).


A titolo di paragone, alla fine del 2008 (crisi della Lehman Brothers e dunque delle subprime americane) il tasso dell’inflazione era pari a 3.16%, il monte salari unitario era aumentato dell’1.67% nel settore pubblico, del 3.58% nel settore privato e del 3.05% a livello globale. In questo caso, la perdita del poter d’acquisto complessivo era di -0.11%. (vedi grafico)

Detto in parole povere e da “bravo analista”, un lavoratore (nel settore pubblico o privato) perdeva mediamente in termini reali e tenendo conto dell’inflazione -0.11% di poter d’acquisto nel 2008 rispetto al -4.41% nel 2011.

Chi ha ancora il coraggio di chiamarci paradiso fiscale?

Giovanni Maiani

sabato 27 ottobre 2012

L’importanza del voto.

E’ inammissibile che un cittadino, di un qualsiasi paese, non utilizzi il suo diritto più nobile e importante; ossia quello di andare a votare.

Qualche motivo:

-    La gente non va a votare perché è sempre stata abituata molto bene e non ha mai conosciuto la tirannia (nella sua forma peggiore) o l’assenza di diritti sociali. Basta vedere al di fuori della nostra prigione dorata che cosa succede.

-    La gente non va a votare per protesta, ma se non va a votare favorisce chi è già al potere ed è, pertanto, un controsenso assoluto.

-    La gente non va a votare perché pensa che nulla cambierà mai. So bene che da questa vita non ne usciremo vivi, ma per lo meno quando c’è un problema bisogna lottare e combattere. Un solo Uomo (nel senso di essere umano) può cambiare le cose. Vedi tra i contemporanei padre Pio o madre Teresa di Calcutta. Avete visto che cosa può fare un’unica persona? Siamo tutti importanti e abbiamo tutti, nessun escluso, qualche cosa di speciale dentro.

-    La gente non va a votare perché, come sopra, pensa che non si possa fare nulla, ma un primo e piccolo passo è l’inizio di un lungo camino. Essere disfattista non serve. Andate avanti che vi seguiranno altri e le cose potranno cambiare.

-    La gente non va a votare, ma in questo modo non avrà mai un rappresentante al Governo. Come può pensare di fare valere le proprie ragioni standosene a casa al posto di fare il proprio dovere? E’ assurdo. E’ un comportamento sterile. Poi questi perdono il diritto di lamentarsi. Bisogna essere coerente. Il voto è un diritto e se non le sfrutti devi solo stare zitto quando va male perché hai perso l’occasione di dire la tua e hai contribuito a fare stare le cose come stavano. Sono un “bravo analista” in quanto, per coscienza e deformazione professionale, dico le cose in modo obiettivo e veritiero.

-    La gente non va a votare perché si sente spesso umiliata dal comportamento di una certa classe politica in quanto il cittadino comune fatica ad arrivare alla fine del mese, mentre alcuni sprecano e gestiscano male il denaro pubblico. Bisogna combattere certi con l’arma efficace del voto.

-    La gente non va a votare perché il politico non è responsabilizzato. Se lo volete veramente dovete votare diversamente non accadrà mai.

-    La gente non va a votare perché è pigra, ma in questo modo se il diritto del voto non verrà utilizzato sarà, prima o poi, tolto del tutto in quanto passerà comunemente per una cosa inutile e, quello che è ancora peggio, sarà il popolo a crederlo e non si opporrà. La classe politica avrà poi vinto in quando tornerà la tirannia assoluta. E dopo tutti a piangere. Ma sarà troppo tardi.

-    La gente non va a votare perché sbaglia a fare i conti. Spesso si parla di clientelismo ed è chiaro che se una persona è al di fuori di questa, purtroppo triste, realtà non vuole associarsi con certi e se ne sta a casa. Lo capisco benissimo. Ma facendo ciò dimentica almeno 2 cose: la prima è che non tutti quelli che votano lo fanno per clientelismo in quanto ci sono molte altre persone oneste a San Marino e dunque non è sola e, la seconda, che non votando si contribuisce a fare votare solo i, chiamiamoli, clienti abituali e, in questo modo, non cambierà veramente mai niente. Quindi il non andare a votare favorisce il sistema clientelare dove bastano pochi voti per essere eletti. Un esempio semplicistico ed esagerato per fare capire: Se i diritti al voto sono 100, ma solo 10 si presentano, mi basta fare 6 “piaceri” per essere eletto. Invece, se vanno tutti a votare dovrei fare almeno 51 “cortesie” per essere eletto, con l’ipotesi di soli 2 canditati, ed è molto, ma molto, più difficile. In valore assoluto non sembra, ma è 8.5 volte più impegnativo. Voglio solo dire che l’importante sono i voti effettivi. Non facilitate la vita ai furbi in quanto hanno già molto esperienza in materia.

-    La gente non va a votare perché vengono a meno il senso civico e l’orgoglio per il proprio paese. Ed è una cosa brutta.

In conclusione, da “bravo analista” mi sento di dire che indecisi si!, ma astenuti no!. Pertanto, andate a votare e votate con coscienza. Astenendovi dal voto avrete favorito il sistema clientelare e ne sarete complici, mentre volete esattamente l’opposto. Assurdo. Ora che lo sapete non avete più scuse.

A buon intenditore.

Giovanni Maiani