L’asta
dei Btp a 10 anni misura in qualche modo la bontà di un paese valutata dagli
investitori nazionali e non, e dipendente ovviamente da alcuni dati
macroeconomici principalmente, ma non esclusivamente, nazionali.
Osserveremo
oggi la correlazione tra il rendimento medio ricavato dall’asta del Btp a 10
anni con una ventina di strumenti per cercare di individuare qualche attuale
dipendenza o indipendenza.
Procedimento:
ho cercato il valore dei vari strumenti il giorno dell’asta del btp creando quindi
una serie storica che non prende in considerazione tutti i giorni feriali, ma
unicamente quelli interessati da un’asta. In questo modo, dal 29 marzo 1991
allo scorso 27 febbraio 2013 abbiamo una serie storica di 313 eventi. La
correlazione, e successivamente la deviazione standard, sono calcolate ogni 20
eventi.
Rendimento
dell’asta Btp 10 anni e Cpi y/y.
Dalla
metà del 2011, l’andamento dell’asta è molto correlata con quello
dell’inflazione con un indice che oscilla tra il 70% ed il 90%.
Rendimento
dell’asta Btp 10 anni e Pil y/y.
La
correlazione tra questi due strumenti non era logica/dovuta in quanto entrambi
sono dipendenti da variabili eterogenee. La correlazione è rimasta storicamente
tra -35% e +72%, mentre è attualmente quasi allo 0.
Rendimento
dell’asta Btp 10 anni e disoccupazione y/y.
La
correlazione tra questi due strumenti proviene da un picco al quasi 70%
avvenuto all’inizio del 2012, appena dopo il massimo di rendimento del Btp del
7.56%, e scende costantemente fino all’attuale -40%. Anche in questo caso la
correlazione non è “dovuta”.
Rendimento
dell’asta Btp 10 anni e rendimento del Btp a 10 anni.
Ovviamente
parliamo praticamente della stessa cosa anche se l’asta permette di fissare un
prezzo storico un po’ come scattare una fotografia che si trasforma poi in un
filmato. La correlazione calcolata sull’intera banca dati è ovviamente di oltre
il 99.90%, ma il grafico sottolinea la difficoltà degli anni 2008-2010 per poi
assistere ad un progressivo ritorno nella norma. Abbiamo osservato un callo
della correlazione anche nella prima metà del 1994.
Rendimento
dell’asta Btp 10 anni e tassi swap.
La
forte diminuzione della dipendenza evidenziata nei confronti del rendimento del
decennale negli anni 2008-2010 è certamente presente anche nel tasso swap a 10
anni, ma questa è proseguita fino allo scorso mese di maggio con un minimo a
-54%. Ora ci troviamo in terreno +66% in costante aumento. Il minimo di maggio
2012 è stato confermato anche negli swap a 5 ed a 15 anni.
Rendimento
dell’asta Btp 10 anni e tassi euribor.
Abbiamo
assistito a vari minimi di correlazione tra 0 e -45% ad agosto 2001, dicembre
2005 e agosto 2012, mentre ci siamo riportati in corrispondenza di un’ottima
correlazione pari ad oltre +83%. Lo scenario è analogo sulle scadenze a 6 e a
12 mesi.
Rendimento dell’asta Btp 10 anni e Cds a 5 anni.
Anche
se abbiamo una serie storica relativamente limitata è interessante osservare un
costante aumento della correlazione dal mese di ottobre 2010 ai giorni nostri
nei confronti del Cds che è un’altra misurazione del rischio paese. Obiettivamente,
mi aspettavo ad una maggiore correlazione anche negli anni precedenti.
Rendimento
dell’asta Btp 10 anni e azionario.
Dalla
metà del 2011 la correlazione nei confronti dell’indice azionario generale Msci
è progressivamente scesa dal massimo relativo dell’87% fino all’attuale
correlazione inversa di -86%. Osserviamo uno scenario simile rispetto allo
Sp500 (discesa da +88% a -75%), mentre emerge nei confronti dell’indice Ftsemib
un costante calo dei massimi di correlazione dagli anni 2002-2003 ai giorni
nostri.
Rendimento
dell’asta Btp 10 anni e l’oro (espresso in euro).
L’aumento
del rendimento avvenuto tra la fine del 2010 e la fine del 2011 è stato
accompagnato da un miglioramento della correlazione nei confronti dell’oro fino
a raggiungere il picco dell’87%. Successivamente, abbiamo assistito ad un
costante ridimensionamento di tale misura fino all’attuale assenza di
correlazione con -30%. Una situazione molto simile è riscontrabile anche nei
confronti del petrolio (espresso in dollari).
Rendimento
dell’asta Btp 10 anni e euro contro dollaro.
Non
osserviamo nessuna correlazione di rilievo dalla fine del 2007 ai giorni nostri
e, dunque, a seguito dei massimi di oltre +80% realizzati attorno al mese di
agosto 2007. Ora siamo a -24%.
Abbiamo
osservato, più che analizzato, l’andamento dell’asta del Btp a 10 anni nei
confronti di alcune variabili economiche, mentre ritorniamo brevemente sulla
serie storica iniziale.
Il
tasso di copertura dell’asta.
Dato
dal rapporto tra la domanda degli investitori e l’offerta, il tasso di
copertura oscilla storicamente (esclusi i picchi di 4.088 del 29 luglio 2004 e
di 2.794 del 30 ottobre 2000) tra 1.075 e 2.27, ma è interessante osservare
che, generalmente dal mese di ottobre 2006, la variazione del tasso è meno
volatile e contenuta principalmente tra 1.20 e 1.60.
Stima
del rendimento dell’asta
Come
è ovvio che sia, il rendimento dell’asta non sarà mai molto distante dal
rendimento del decennale in essere. Il grafico mostra la differenza tra il
rendimento medio ricavato dalla dura legge dell’offerta e della domanda (anche
se il tasso di copertura non è molto correlato con il rendimento dell’asta) ed
il rendimento del decennale italiano il giorno prima dell’asta (in questo caso
non si parla più di evento, ma del dato del giorno precedente). Per la
precisione, le due serie storiche sono correlate al 99.92% sull’intero storico
dal 1993 allo scorso 27 febbraio. La curva rossa non è altro che una media
mobile a 10 per osservare il trend.
Dal
grafico emerge che, mediamente, all’eccezione dei periodi luglio 94 – gennaio
95, ottobre 98 – giugno 09 e ottobre 2011 – novembre 2012, il rendimento del
decennale del giorno prima è generalmente inferiore al rendimento ricavato
dall’asta. Ora siamo a meno 3 centesimi circa; ragioniamo sempre con la media
mobile. La sommatoria degli scarti ricavati dalla sottrazione come sopra, ossia
il rendimento del giorno prima meno il rendimento dell’asta, genera un saldo di
-13.89 punti percentuali. Invece, sottraendo la costante di 0.0498 al
rendimento del giorno prima al quale va poi tolto anche il rendimento
dell’asta, la sommatoria degli scarti è pari a 0.0000. Pertanto, ha un senso
affermare che il rendimento dell’asta è generalmente superiore al rendimento
del decennale del giorno prima.
Invece, la gaussiana (vedi il grafico sotto) ci dice che il rendimento della prossima asta del Btp a 10 anni ha:
il
68.30% di probabilità di essere superiore al 4.721%.
il
95% di probabilità di essere superiore al 3.935%.
il
99% di probabilità di essere superiore al 3.427%.
Non
prendo in considerazione i livelli massimi in quanto troppo distanti dal
precedente valore dell’asta di 4.83% e dal recente rendimento medio del
decennale di 4.64%.
Da
“bravo analista”, è chiaro che il rendimento dell’asta del Btp a 10 anni è
dipendente dalla legge tra l’offerta e la domanda che prende in considerazione
una lunga serie di variabili, in primis il rischio paese e la fiducia nel
Governo. Oggi, tuttavia, ci siamo divertiti a dare i numeri ed a osservare il
rendimento dell’asta sotto un’altra prospettiva.
Ps:
Sono sempre più convinto che per il giusto, o per chi cerca la strada del
giusto (vedi re Salomone) o della Sapienza, l’inferno sia proprio sulla Terra,
mentre gli altri trovano qua il Paradiso. Un caloroso saluto al neo Papa
Francesco.
Giovanni Maiani
Giovanni Maiani