Lo
scorso 22 ottobre 2013 avevo parlato del bond Siemens dove evidenziavo come era
sottovalutato ed che il rendimento a scadenza offriva momentaneamente uno
sconto da sfruttare nel breve periodo.
Visto
che non siamo sulla carta stampata e che lo spazio non è un problema riporto la
conclusione della mia precedente analisi che, in ogni caso, trovate sul mio
blog.
“
In
questo momento, il bond (Isin DE000A1G85B4) è acquistabile a poco meno di 98
ciò che rappresenta un rendimento a scadenza dell’1.83%. Pertanto, rispetto al
rendimento della cedola dell’1.50%, il prezzo del bond relativamente basso in
questo momento offre una sovra performance dello 0.33% ciò che non è da
disprezzare nell’attuale condizione di mercato.
Di
conseguenza, è lecito ipotizzare una prossima reazione positiva del prezzo che
dovrebbe avvicinarsi ulteriormente, anche se momentaneamente, a quota 100, o
oltre. Se questo dovesse tardare, abbiamo in ogni caso in mano un bond
relativamente buono che scadrà fra meno di 7 anni.
“
L’idea
di base era quella di ottenere dei rendimenti elevati da obbligazioni con
rating elevati (dunque relativamente sicure) e che, quindi, offrono un
rendimento della cedola molto basso.
Utilizzando
diversi semplici accorgimenti è molto facile riuscire nell’intento.
Analisi
macroeconomica: capire l’attuale situazione e scegliere su quale mercato
intervenire; valute, materie prime, azioni, obbligazioni…
Analisi
fondamentale: individuare il settore o sub settore specifico (industriale,
bancario, metalli, …) e successivamente lo strumento sul quale intervenire.
Analisi
tecnica: cogliere il timing migliore e analizzare (nel caso specifico)
l’andamento del rendimento a scadenza.
Che
cosa è accaduto nella pratica?
L’analisi
è stata pubblicata il 22 ottobre e facciamo l’ipotesi di un intervento con 100K
(100 mila euro) il giorno successivo (con valuta T+3). Il giorno 23, il prezzo
non era più inferiore a 98, ma 98.30
in quanto aumentato. Il titolo è stato venduto questo venerdì
31 gennaio (con valuta T+3) al prezzo di 99.80, anche se è andato decisamente
oltre.
Calcolo
del rendimento della cedola: (100K * 1.50% * 100 giorni) / (365 giorni) =
410.96
Calcolo
della variazione del prezzo: (100K * (99.80 – 98.30)) / 100 = 1500.00
Ricaviamo
pertanto un utile totale di 1910.96 euro che costituisce un rendimento di oltre
l’1.91% in soli 100 giorni, mentre la cedola offriva soltanto l’1.50% in 365
giorni.
Inoltre,
il bond ha raggiunto quota 100 azzerando lo sconto del rendimento a scadenza
precedentemente evidenziato. Ora l’obbligazione, anche se sempre valida, non è
più interessante per lo studio in questione. Sono necessitati 100 giorni per
“portare a casa” lo sconto, ma non era un problema visto che avevamo in
portafoglio un “bond relativamente buono” come sottolineato nel mio precedente
intervento. Ricordiamoci che il prezzo del bond deve salire per annullare lo
sconto e quindi abbassare il rendimento a scadenza. Lo studio del rendimento a
scadenza permette pertanto di anticipare un rialzo del prezzo del bond in una
condizione di mercato normale.
Non siamo intervenuti nel momento migliore (che
era settembre o dicembre), ma il precedente studio volevo soltanto sottolineare
un semplice quanto efficace procedimento, reale ed costantemente attuabile.
In
conclusione, da “bravo analista” penso che sia molto più interessante e
decisamente meno rischioso per un istituzionale cercare di ottenere guadagni
medi/alti con bond ritenuti relativamente sicuri sfruttando al meglio il timing
ed analizzando il rendimento a scadenza piuttosto che scegliere bond di “bassa
qualità”, anche se con cedola elevata.
La
pericolosità del prodotto e l’effetto leva devono essere sostituiti
dall’ottimizzazione degli interventi su prodotti a bassa rischiosità e di
qualità media/elevata.
Cordialmente
Giovanni
Maiani