Avevo
pubblicato il giorno 30 settembre l’articolo intitolato “L’adesione all’Ue.” ed
il giorno 11 ottobre l’articolo intitolato “Salva stipendi”, entrambi relativi
al referendum del prossimo 20 ottobre che contempla entrambi i quesiti.
In
entrambi i casi avevo scritto qualche cosa del tipo: “Non essendo un politico
non vi dirò di certo cosa fare, ma in qualità di cittadino e di “bravo
analista” cercherò di evidenziare qualche aspetto importante…”. Tuttavia, oggi,
voglio scrivere altre 2 righe al riguardo evidenziando il mio modestissimo parere, puramente tecnico e totalmente apolitico.
-
L’adesione all’Ue.
Lo
scorso 30 settembre avevo attirato la vostra attenzione su “Gli eventuali fondi
Iap”.
Oggi,
invece, vi dico perché, secondo me, dobbiamo votare “Si”.
San
Marino tenta di cancellare la sua etichetta di “paradiso fiscale” e, pertanto,
deve dire all’Ue che ha delle intenzioni serie ed oneste e che vuole procedere
in tale senso. L’Ue probabilmente non ci vuole, siamo troppo piccoli ed occorre
un lavoro immenso per i vari adeguamenti (senza pensare a che cosa possiamo
offrire all’Ue?), ma per lo meno mostriamo la nostra buona fede. Diversamente,
se diciamo “No”, dimostriamo che vogliamo rimanere per conto nostro, mentre
abbiamo già perso molti dei nostri vantaggi; basta vedere i numeri della
raccolta bancaria, l’aumento delle tasse, il tasso di disoccupazione ed il
numero di aziende chiuse. Il rischio non è quello di perdere la nostra
sovranità, già parzialmente compromessa dai pessimi conti pubblici, ma quello
di auto isolarci ulteriormente e di vedere veramente una dogana ai confini (in
modo figurato e non) che penalizzerebbe in primis la vita quotidiana e
l’attività economica, ma non solo.
-
Salva stipendio
Lo
scorso 11 ottobre, in relazione “all’adeguamento automatico delle retribuzioni
ad uno strumento fino al rinnovo dei contratti scaduti”, avevo evidenziato il
rischio di deflazione.
Oggi,
invece, sottolineo perché, secondo me, dobbiamo votare “No”.
Prima,
i dipendenti non devono essere nella condizione di avere un contratto di lavoro
scaduto da mesi/anni (anche se in certi casi potrebbe essere vantaggioso
rispetto ad una pessima contrattazione). Ciò evidenzia una mancanza di rispetto
dovuto al fatto che i dipendenti, in fondo, hanno un poter contrattuale
ridotto, a maggiore ragione, nei tempi di crisi come questi. Pertanto, quanto
si ha a che fare con i più forti, soprattutto se siamo deboli (per egoismo e
dunque per mancanza del senso del gruppo) ed il terreno di confronto ci è
sfavorevole, c’è poco da fare. Dipende solo da noi.
Secondo,
visto che i dipendenti sono obiettivamente la parte più debole per i motivi
come sopra, e a me dispiace in quanto in questo momento sono un dipendente,
penso che sia del tutto controproducente cercare di costringere la controparte
ad una qualsiasi forma di adeguamento forzato. Non ne vedo proprio il
vantaggio. Questa non è una guerra e, se lo fosse, i dipendenti non la possono
vincere quando lo scenario economico è pessimo. Non è questa la soluzione.
Pertanto,
dobbiamo trovare il modo di non trovarsi nella condizione di avere un contratto
scaduto. Il problema è solo questo, a priori. L’adeguamento ponte è
un’accettazione della nostra debolezza.
Inoltre,
come ribadito anche venerdì scorso, il grafico accanto mostra il trend
discendente del tasso annuo di inflazione, in Italia ed in zona euro, nonché la
sua elevata volatilità, mentre un eventuale adeguamento al tasso del rendimento
medio a 10 anni del titolo di Stato italiano, per esempio, potrebbe
rappresentare una valida alternativa. Oggi giovedì è uscita l’inflazione finale
di settembre nella zona euro pari all’1.10%, valore che rappresenta il minimo
dal mese di marzo 2010. Lo strumento dell’inflazione potrebbe, quasi ironicamente,
essere quello meno adatto allo scopo, anche per la metodologia di calcolo.
Ricordo il mio articolo del 10 marco 2011 intitolato “CPI: Consumer Price Index
o, in italiano, Ci Penso Io?”.
Quindi,
un “No” al “Salva stipendio” sia per la forma che per lo strumento.
In
breve, attualmente, nel mondo:
- In
queste ore, gli Usa hanno trovato un accordo provvisorio al Senato e leggiamo
dalla Reuters che “L'intesa consente l'innalzamento del debito sino al 7
febbraio e il finanziamento delle agenzie governative fino al 15 gennaio”. Ora
manca il voto della Camera che potrebbe avvenire anche prima della
pubblicazione di questo articolo. Tutto va nel senso del mio precedente scritto
del 7 ottobre intitolato “Patata bollente dall’America.” nel quale evidenziavo con
precisione che “Pertanto, è ragionevolmente lecito ipotizzare una soluzione ai
problemi “Shutdown” e “debt ceiling” alla vigilia del 17 ottobre o i giorni
immediatamente precedenti.”
- Lo
spread italiano è tornato a quota 229 facendo registrare un nuovo minimo
relativo da qualche mese a questa parte.
- Il
Fmi ha smentito categoricamente qualsiasi notizia relativa ad un prelevamento
del 10% del risparmio privato nei 15 paesi della zona euro.
- I
nomi cambiano, da “finanziaria” a “legge di stabilità”, ma i problemi italiani rimangono.
- San
Marino dovrà sostenere un nuovo referendum domenica prossima e, nel contesto
internazionale, sembra ben poca cosa, ma da “bravo analista”, ricordo che
l’evento avrà obbligatoriamente, in un modo o nell’altro, delle conseguenze valide
nel lungo periodo nella più antica Repubblica del mondo, anche patrimonio
dell’Umanità, e nelle zone limitrofe (per i circa 6 mila frontalieri).
La
cosa più importante da fare durante il prossimo referendum, più ancora di
quella di votare “Si” e “No” nell’ordine come sopra, è quella di esercitare il
proprio diritto di voto. Siamo ancora in un paese apparentemente libero (parlo
sia di San Marino che dell’Italia) e dobbiamo, nel modo più assoluto,
utilizzare la nostra facoltà di scelta. Se dimostriamo che non siamo
interessati a dire la nostra, le poche volte che ci viene chiesto, ci verrà
tolta questa opportunità e, successivamente, ci ritroveremo in uno Stato semi
totalitario nel giro di qualche decennio. Dopo sarà troppo tardi.
Essere
un “bravo analista”, secondo me, non vuole dire essere un genio, ma indica
soprattutto che, oltre alla propria idea, occorre rimanere sempre
obiettivo. Nel caso specifico, colgo l’occasione per ribadire l’importanza del
diritto di voto. Su questo non sbaglio di certo.
Se
mi permettete, questa volta sono di parte, ma l’articolo è finito. Vorrei
congratularmi con l’oro conquistato domenica nel taekwondo durante il Bulgari
Cup 2013 dall’atleta della nazionale sammarinese Francesco Seynghyun nella categoria -68 kg.
Cordialmente
Giovanni
Maiani