Ho rispolverato un vecchio trading system che utilizzavo quando lavoravo per conto mio a Milano, anche (e non solo) presso la rimpianta testata Borsa&Finanza. Parliamo dei gloriosi anni 1994/2003…
Il TS è molto interessante in quanto relativamente semplice ed ottimizzato in modo decisamente soft. Potrebbe rendere molto di più, ma ho preferito non spingerlo troppo per assicurarmi una potenziale e maggiore adattabilità futura nonché un numero elevato di operazioni.
Con la tecnologia di allora, parlo dei principali software di analisi tecnica, veniva aperta generalmente una posizione alla volta e non diverse come possiamo farlo nei giorni nostri. L’apertura di diverse posizioni consente una crescita esponenziale dei resultati, ma se il modello è buono e lo strumento lo consente, preferisco lavorare con una posizione alla volta come in questo caso. E’ già possibile utilizzare l’effetto leva sui cambi (lo strumento di prima) e ciò basta ad aumentare l’esposizione e quindi il rischio. Poi non sempre mediare una posizione in perdita è una strategia vincente. Puoi farlo un istituto di credito che può attendere e che non ha problemi di liquidità su una singola posizione, ma un privato non riesce sempre ad affrontare una situazione simile.
Pertanto, il modello deve essere creato in funzione della natura del sottostante e dell’utente finale.
Una parentesi sull’effetto leva: sconsiglio fortemente ad un privato di utilizzare un effetto leva sui cambi (ma anche in generale su tutto) superiore al 5X o, al massimo, al 20X. Lascerei una leva superiore ai soli addetti al lavoro che, in molti casi, la evitano pure loro. Occorre sempre pensare a quello che potrebbe succedere nel caso peggiore e l’effetto moltiplicatore può giocare pessimi scherzi, finanziari e psicologici.
Il “problema” principale del modello, se si può chiamare problema, è che rende poco dalla metà del 2013 alla metà del 2014 circa, ma non si può aver tutto nella vita.
Il modello è daily e parte dal 1 gennaio 1994 al 9 ottobre 2015 in quanto le successive due settimane mi sono servite per “rinfrescare” il TS ed aggiornare la banca dati storica. Parliamo di qualche ora di lavoro notturno.
L’utile netto in valore assoluto è pari al oltre 6.08$ e la tabella riassuntiva mostra il valore dell’euro/usd all’inizio dell’anno, il valore dell’equity alla fine di ogni anno, la variazione in valore assoluto dell’equity per ogni anno e la performance in percentuale dell’equity per ogni anno (Variazione in valore assoluto dell’equity per un anno rispetto al cambio euro/usd di inizio anno).
- Vediamo immediatamente che, alla fine di ogni anno, parliamo di ben 22 anni, il modello ci ha consentito di realizzare un utile compreso tra il 3.15% (2013) ed il 62.59% (2008).
- Il modello ha realizzato 505 operazioni (mediamente circa 23 all’anno) con un rapporto tra utile medio (+0.0233$) e perdita media (-0.0087$) di 2.66. Pertanto, una posizione in utile ci consente di riassorbire 2.66 posizioni in perdita.
- Il modello ha accusato 5 operazioni negative consecutive rispetto a ben 19 operazioni positive consecutive.
- Infine, il tracciato dell’equity line è discreto.
Questo mio articolo per rispondere ad una recente email ricevuta due settimane fa nella quale mi si chiedeva le caratteristiche principali che non devono mancare ad un trading system.
Cordialmente,
Giovanni Maiani
Il TS è molto interessante in quanto relativamente semplice ed ottimizzato in modo decisamente soft. Potrebbe rendere molto di più, ma ho preferito non spingerlo troppo per assicurarmi una potenziale e maggiore adattabilità futura nonché un numero elevato di operazioni.
Con la tecnologia di allora, parlo dei principali software di analisi tecnica, veniva aperta generalmente una posizione alla volta e non diverse come possiamo farlo nei giorni nostri. L’apertura di diverse posizioni consente una crescita esponenziale dei resultati, ma se il modello è buono e lo strumento lo consente, preferisco lavorare con una posizione alla volta come in questo caso. E’ già possibile utilizzare l’effetto leva sui cambi (lo strumento di prima) e ciò basta ad aumentare l’esposizione e quindi il rischio. Poi non sempre mediare una posizione in perdita è una strategia vincente. Puoi farlo un istituto di credito che può attendere e che non ha problemi di liquidità su una singola posizione, ma un privato non riesce sempre ad affrontare una situazione simile.
Pertanto, il modello deve essere creato in funzione della natura del sottostante e dell’utente finale.
Una parentesi sull’effetto leva: sconsiglio fortemente ad un privato di utilizzare un effetto leva sui cambi (ma anche in generale su tutto) superiore al 5X o, al massimo, al 20X. Lascerei una leva superiore ai soli addetti al lavoro che, in molti casi, la evitano pure loro. Occorre sempre pensare a quello che potrebbe succedere nel caso peggiore e l’effetto moltiplicatore può giocare pessimi scherzi, finanziari e psicologici.
Il “problema” principale del modello, se si può chiamare problema, è che rende poco dalla metà del 2013 alla metà del 2014 circa, ma non si può aver tutto nella vita.
Il modello è daily e parte dal 1 gennaio 1994 al 9 ottobre 2015 in quanto le successive due settimane mi sono servite per “rinfrescare” il TS ed aggiornare la banca dati storica. Parliamo di qualche ora di lavoro notturno.
- Vediamo immediatamente che, alla fine di ogni anno, parliamo di ben 22 anni, il modello ci ha consentito di realizzare un utile compreso tra il 3.15% (2013) ed il 62.59% (2008).
- Il modello ha realizzato 505 operazioni (mediamente circa 23 all’anno) con un rapporto tra utile medio (+0.0233$) e perdita media (-0.0087$) di 2.66. Pertanto, una posizione in utile ci consente di riassorbire 2.66 posizioni in perdita.
- Il modello ha accusato 5 operazioni negative consecutive rispetto a ben 19 operazioni positive consecutive.
- Infine, il tracciato dell’equity line è discreto.
Questo mio articolo per rispondere ad una recente email ricevuta due settimane fa nella quale mi si chiedeva le caratteristiche principali che non devono mancare ad un trading system.
Cordialmente,
Giovanni Maiani