Il tempo non esiste. E’ un’illusione necessaria e creata dall’Uomo. Sembra un controsenso.
Quando ci divertiamo diciamo che il tempo vola, quando siamo al lavoro spesso che non passa mai.
Già cosi è evidente che comprendiamo il tempo non come una misurazione scientifica e certa, ma come un’emozione o una sensazione che è ben diverso. Il tempo è soggettivo e non oggettivo.
Capita a tutti andare in auto in un certo luogo e ritornare alla stessa velocità e percorrendo la stessa strada con, all’incirca, lo stesso traffico. Vi sarà già capitato: il ritorno sembra spesso più veloce. Come mai?
Viviamo sempre il Presente e ci ricordiamo ovviamente quello che facciamo nel mentre.
L’accumulazione dei ricordi genera una cronologia alla quale il nostro cervello associa l’idea del tempo per spiegarla più facilmente. Spesso il nostro cervello ci inganna. Questo è probabilmente il passato; un luogo nei nostri ricordi.
Gli orologi offrono una misurazione e la cronologia dell’accumulazione dei ricordi che ci consente di organizzarli per poter recuperarli più facilmente, quindi creare delle analogie con gli altri e parlare con gli amici o parenti di certi eventi. Non è altro che l’ordinamento di quello che facciamo con una scala definita, ma forse artificiale. Inoltre, gli orologi sono gli strumenti che rendono possibile la gestione delle persone, delle masse, se non sarebbe impossibile lavorare visto che avremo tutti un “orario” diverso. Potremo fare partire al momento della nascita di un individuo un contattore delle cose fatte, dei ricordi, (chiamato orologio) che inizierebbe con il valore zero al quale verrebbe aggiunta un’unità a scadenza fissa. Ognuno di noi avrebbe un numero crescente che sarebbe efficiente per consentirci di ricordare e di ordinare le proprie azioni e quindi i ricordi. Per esempio al mio tempo 0 sono nato, al tempo 157680 ha preso la patente e mi sono sposato al tempo 289080. Questo sarebbe un modo efficiente per il singolo individuo, ma non per una comunità. Pertanto abbiamo gli orologi (un meccanismo, quasi una scala) che contano i secondi, di un tempo mondialmente riconosciuto e adottato, e che ci consentano di aver una cronologia condivisa delle nostre azioni che ci permette, per esempio, di fare in molti le stesse cose allo stesso momento, o per scelta a momenti diversi, vedi andare a cena o al lavoro. Ciò sarebbe impossibile da realizzare con un contattore personale delle proprie azioni, un orologio personale fatto partire alla nascita. Ci sarebbe un problema di comunicazione con la massa. Per tale motivo, per un problema di organizzazione civile e sociale, l’Uomo ha dovuto creare una scala chiamata tempo ispirandosi alla natura; vedi il movimento della Terra attorno al suo Sole (“suo” perché di “Soli” ce ne sono tanti) e cosi via. Con una misurazione riconosciuta da tutti, in questo caso il tempo, è più facile gestire gli individui.
Albert Einstein con la teoria della relatività speciale prima e le equazioni della relatività generale poi e quindi la meccanica quantistica non fanno altro che confermare che il tempo non c’è.
Alcuni Grandi della storia.
- Leonardo da Vinci, avanti anni luce sui suoi tempi, forse “proveniente da un altro Universo e non solo da un altro Pianeta”, e come leggiamo sulla Treccani “Ha personificato il genio rinascimentale che rivoluzionò sia le arti figurative sia la storia del pensiero e della scienza”.
- Jules Verne, scrittore francese (vive la France; dans 5 jours ce sera la fête nationale), con i suoi romanzi (L'isola misteriosa, Dalla Terra alla Luna, Ventimila leghe sotto i mari,…) ha anticipato e ispirato molte invenzioni dei giorni nostri.
- Albert Einstein, nuovamente, probabilmente il più grande scienziato del 20° secolo, fisico teorico e non solo, a lui sono dovuti la teoria della relatività e l’effetto fotoelettrico per esempio, ma anche in questo caso l’elenco è infinito.
- Stephen Hawking, deceduto lo scorso 14 marzo, cosmologo, fisico, matematico, astrofisico,… (è sempre difficile parlare di queste persone), padre della termodinamica dei buchi neri e della teoria dello stato senza confini, e di molto altro ancora.
Ho appena elencato quattro personaggi, i primi che mi sono venuti in mente per vari motivi e tra quelli conosciuti a livello globale, che hanno fatto prova di un’elevazione intellettuale fuori dal normale e di una rara lungimiranza. Tutti hanno dimostrato di vedere oltre il Presente.
Queste persone, non sono le uniche, ma eccellevano generalmente in molte scienze e di certo non la mandavano a raccontare.
Inoltre hanno tutti una cosa in comune, oltre al fatto di non esserci più, purtroppo:
Nessun di loro è stato in grado di trovare un’equazione per individuare con precisione un evento futuro; l’esito di una lotteria o altro. Se non ci sono riusciti loro…
In effetti,
Probabilmente Leonardo da Vinci e Jules Verne sono stati ispirati da non so quale fonte e sono riusciti a vedere e ipotizzare delle cose in avanti sui propri tempi e quindi in qualche modo “future”.
Probabilmente Albert Einstein e Stephen Hawking, in quanto scienziati e fisici, avevano maggiormente i piedi per Terra (sembra una battuta perché parliamo di teoria delle relatività e di teoria dello stato senza confini), ma con i numeri sono riusciti ad andare oltre l’impensabile e proiettare l’umanità nel futuro.
Ma anche oggi.
- Un fondo comune non ha in pancia un unico strumento.
- Un portafoglio non è composto di un solo titolo e vengono generalmente utilizzate la teoria di Markowitz e una frontiera di efficienza per selezionare i pesi dei vari titoli.
- Un gestore non sceglie un unico asset sul quale investire il 100% della sua disponibilità.
- Nessun è in grado di prevedere il futuro. Non ci sono riusciti i geni come sopra e non ce la facciamo neanche noi oggi.
- Diversamente, un portafoglio conterrebbe unicamente un asset.
- Il concetto di rischio è legato al fatto che il futuro non si conosce, forse perché non c’è realmente.
Quindi diffidate di quelli che vi garantiscono degli utili futuri certi se non state per fare un cd o un pt per esempio; dove cd non sta per compact disc e pt non sta per piccola tartaruga…
Il fatto di non poter predire con precisione il futuro non dovrebbe essere dovuto a un problema di capacità intellettiva, ma legato all’esistenza o meno del futuro.
Con le conoscenze odierne possiamo farci almeno due interrogativi.
Prima di tutto esiste il futuro o c’è soltanto l’eterno Presente?
Nel caso esistesse il futuro, può mutare?
Quindi se ci troviamo in una condizione di eterno Presente potrebbe risultare problematico, pertanto impossibile, essere in grado un giorno di individuare con un calcolo matematico predittore certo (e non tirando a indovinare o limitandoci ad una mera stima) o banalmente conoscere i numeri che usciranno alla lotteria o il prezzo di un asset il giorno tale a tale ora… Se non c’è il futuro non si può proprio... Se esiste il futuro, invece, è probabilmente che un giorno (futuro) saremmo in grado trovare la formula matematica come sopra, o vedere il futuro in qualche modo, magari su un determinato canale televisivo (scherzo) o mentalmente con qualche sorta di telepatia, ma è lecito ipotizzare che, a quel punto, non ci sarà più utile sapere l’esito di una scommessa o il prezzo futuro di un asset. Non è impensabile. Infatti, se un giorno ci evolvessimo mentalmente (spesso scrivo di quando l’uomo scenderà finalmente dall’albero perché c’è ancora sopra, sul ramo più basso, ma è sempre sulla piantina…) il lavoro potrebbe essere inutile, anche il denaro sarebbe inutile, pertanto niente scommesse e niente investimenti. Il denaro in fondo non è indispensabile.
Faccia una parentesi: Noi siamo la specie più evoluta, ma non vi siete mai chiesti perché dobbiamo lavorare dalla mattina alla sera per il denaro? Non penso che gli uccellini ed i conigli in natura se la passino cosi male… Fidatevi, l’Uomo è ancora sull’albero e non è cosi evoluto. E’ schiavizzato e non se ne accorge perché troppo egoista. Una comunità, con un grande senso civico, non necessità del denaro. Ora ritorniamo al nostro discorso.
Se ci fosse il futuro e questo potesse cambiare, sarebbe probabilmente impossibile trovare la famosa formula matematica in quanto dovrebbe essere costantemente aggiornata. Sarebbe come non averla. Bisognerebbe poi capire e studiare i fenomeni in grado di modificare (o di non modificare) il futuro e non è detto che sia una cosa immediata. Inoltre, la vita sarebbe triste se si conoscesse il futuro, magari non i primi 10 o 20 anni, ma poi che senso avrebbe? Mancherebbe il sale nella vita, il fattore emotivo. Poi, pensate un attimo di conoscere la data della propria morte. Nel frattempo ci troviamo probabilmente come sopra in uno stato di eterno Presente.
Nel caso di un investimento, nel presente passo un ordine, poi vedo i prezzi muoversi e sono sempre io nel presente mentre si muovono anche perché mi sono mosso anch’io nel frattempo. A un certo momento chiudo l’operazione, ma non sono nel futuro, sono sempre nel presente. Pertanto, apro una posizione nel presente, seguo le oscillazioni di questa sempre nel presente anche se inizia l’accumulazione dei ricordi dell’apertura e la sensazione del tempo, poi chiudo la posizione sempre nel presente con i ricordi più vecchi dell’apertura e più recenti delle oscillazioni.
Il futuro non esiste, esiste solo un passato fatto dai ricordi e delle esperienze, e il presente; l’eterno Presente. Pertanto, siamo bloccati in un eterno Presente e possiamo viaggiare nel passato soltanto con i ricordi e nel futuro con l’immaginazione e la fantasia.
Stiamo parlando di esseri umani che vivono sulla Terra… Il tempo cambia se una persona è sulla Terra e l’altra su un’altra Pianeta e cambia ancora sul bordo di un buco nero per esempio.
Giriamo la frittata in qualsiasi modo e tutte le volte che vogliamo, ma da “bravo analista” penso che non riusciamo a vedere il futuro perché il tempo non esiste.
Per quanto mi riguarda, per ora, il futuro non c’è. C’è solo qua e adesso.
Il tempo come lo intendiamo noi comuni mortali non esiste in quanto è dipendente dal luogo (relazione tra osservatore e osservato) e dalla velocità (velocità reciproca degli attori) ed è quindi relativo. Il tempo è un’invenzione umana perché utile e semplifica le cose.
Nel dubbio, perché il dubbio rimane anche a me in quanto sono sempre in una fase di working progress, assicuratevi costantemente un buon Presente.
Concludo con una citazione:
Il tempo non esiste, è solo una dimensione dell’anima. Il passato non esiste in quanto non è più, il futuro non esiste in quanto deve ancora essere, e il presente è solo un istante inesistente di separazione tra passato e futuro. (Sant’Agostino)
Cordialmente,
Giovanni Maiani