lunedì 2 luglio 2018

Gli etf a leva.

Gli etf a leva sono adatti, principalmente, all’intraday.

Chi utilizza un Etf rialzista a leva 5x, ad esempio, ipotizza di guadagnare 5 volte la performance del sottostante in caso di rialzo e, allo stesso modo, intervenendo con un Etf ribassista a leva 5x, spera di guadagnare 5 volte la performance del sottostante in caso di ribasso;  nulla di più sbagliato.
 
In effetti, ciò è dovuto principalmente a 3 motivi.
 
L’effetto compounding.

Tale effetto, derivato dal calcolo dell’interesse composto, può migliorare o peggiorare la performance di un etf a leva se la posizione viene mantenuta per più di un giorno.

3 esempi:

- Il sottostante effettua 4 rialzi di 5%, ma poi non avrà guadagnato il 20%, ma bensì il 21.55% in quanto il guadagno viene calcolata su un importo sempre maggiore. Allo stesso modo, l’etf a leva 5x non avrà guadagnato 5 volte il +21.55%, quindi il 107.75%, ma il 144%.  L’etf ribassista ha fatto perdere -68.35%. Grafico di sinistra.

- Il sottostante effettua 4 ribassi di 5%, ma poi non avrà perso -20%, ma bensì il -18.55% in quanto la perdita viene calcolata su un importo sempre minore. Allo stesso modo, l’etf a leva ribassista -5x non avrà guadagnato 5 volte il 18.55%, quindi il +92.75%, ma il +144.14%. L’etf rialzista ha fatto perdere oltre -68%. Grafico centrale.

- Il sottostante effettua un rialzo del 5%, seguito da un calo di -5%, quindi un rialzo del +5% e poi un calo del -5%. Teoricamente il sottostante avrebbe avuto una variazione nulla, mentre ha perso -0.50%. L’etf rialzista 5x, per esempio, ha perso il -12.11%. Non male per una fase laterale. Grafico di destra.

 
 
Osserviamo immediatamente che l’effetto del tasso di interesse influenza pesantemente il risultato di un’operatività di lunga durata su un etf a leva.

L’effetto contango.
 
Un etf, per replicare il sottostante, utilizza generalmente i contratti future, gli swap e molti altri strumenti finanziari.
 
Nel caso di un etf sul crude oil, i contratti future utilizzati hanno delle scadenze mensili e devono dunque essere sostituiti molto spesso tramite il cosiddetto rolling dei future. Spesso, si arriva alla scadenza di un contratto con un prezzo di mercato più basso rispetto a quello del contratto con la scadenza successiva. In altre parole, ho n contratti future scadenza luglio 18 al prezzo attuale di 66.2$ (prezzo reale) che devo obbligatoriamente sostituire con n contratti future scadenza agosto 18, ma il quale prezzo di mercato è 74.2$ (prezzo reale). Pertanto, per mantenere la mia posizione devo vendere i miei vecchi contratti a 66.2$ ed acquistare quelli nuovi a 74.2$ con una perdita di 8 dollari a contratto. Tale perdita, dipendente anche dalle condizioni di mercato, costituisce l’effetto contango; dove accuso una perdita per rinnovare la mia posizione. Questa perdita non esiste nel prezzo spot del crude oil e questo contribuisce pesantemente alla decorrelazione della performance tra l’etf (peggiorata ulteriormente dall’effetto moltiplicatore) ed il sottostante.
 
I prezzi come sopra sono reali e, per fortuna, lo scarto non è sempre cosi ampio ed i rinnovi non sono obbligatoriamente mensili, ma è per rendere l’idea.
 
Costi giornalieri di gestione dell’etf
 
Il mantenimento di una posizione rialzista o ribassista deve prendere in considerazione dei costi giornalieri, di finanziamento nel primo caso o di investimento nel secondo, entrambi basati sul tasso overnight. Più i tassi sono elevati maggior sarà il contribuito al discostamento delle performance tra l’etf a leva ed il suo sottostante. Questi costi sono visibili sotto la voce TER; ossia il Total Expense Ratio. Ci sarebbero anche l’Ongoing Charge Figure (OCF) ed il Costo totale di possesso (TCO), ma oggi non scenderemo troppo nei tecnicismi.
 
Pertanto:
 
Per gli effetti compounding, contango e per i costi, è fortemente sconsigliabile il mantenimento di una posizione costituita da un etf a leva per più di 2 o 3 giorni, soprattutto se la leva è ribassista. Questi strumenti sono eventualmente adatti, se molto liquidi, al trading intraday.
 
Visto che non siamo qua per dare a mangiare al mio criceto (però è carino)… di seguito una statistica reale ed un caso altrettanto reale, aggiornati entrambi a 2 giorni fa, sull’indice azionario italiano Ftsemib con l’etf rialzista 2x LEVMIB IM e quello ribassista -2x XBRMIB IM.
 
Statistica aggiornata:
 
Nell’ultimo anno solare, l’indice Ftsemib ha guadagnato +1.61%, l’etf rialzista 2x ha perso -0.67% e l’etf ribassista -2x ha perso -17.12%.
 
Caso reale:

Il grafico mostra l’andamento normalizzato, ideale per un immediato confronto percentuale, degli ultimi 5 anni degli indici e etf come sopra.
 
 
 
Durante l’ultimo quinquennio, l’indice azionario italiano ha guadagnato il +22.99%, l’etf rialzista +5.43% e l’etf ribassista ha perso -80.66%.

Da “bravo analista” (per chi non mi conoscesse ricordo che è il mio modo per non prendermi sul serio) penso che un etf a leva non sia lo strumento più adatto da inserire in un portafoglio, per essere gentili, e che l’utilizzo dovrebbe essere limitato all’intraday, se molto liquido, o al brevissimo periodo, 2/3 giorni al massimo. In ogni caso è uno strumento utile, ma non per tutti.

Cordialmente,

Giovanni Maiani