Qualche
giorno fa mi è venuta la curiosità di analizzare il Pil nominale storico dei
vari paesi e di cercare il numero di paesi al di sopra, e quindi al di sotto,
della relativa media mondiale.
Procedimento:
Ho
sommato i dati relativi al Pil nominale annuo di 78 paesi (nel 1962 i paesi con
dati disponibili erano 51) realizzando un Pil nominale mondiale attendibile
anche se parziale che, tuttavia, rispecchia tra il 90 ed il 97% quello
ufficiale. Calcolo quindi la media dei dati disponibili ed individuo il
collocamento dei vari paesi rispetto ad essa.
Il
grafico mostra un numero tendenzialmente ascendente di paesi che hanno un Pil
nominale al di sopra della media mondiale (media semplice e non ponderata).
Apparentemente,
la rappresentazione grafica dei risultati sottolinea che un numero sempre più
elevato di paesi si stava arricchendo, ma è inverosimile. I dati non possono
essere immediatamente interpretati in quanto il peso relativo dei vari paesi è
molto diverso.
Inoltre,
da uno studio più accurato (o meno superficiale) è emerso che il peso
percentuale del Pil degli Usa (scala di sinistra) rispetto a quello mondiale è
ovviamente molto elevato in quanto parliamo della 1° economia del pianetto, ma diminuisce
costantemente ed in modo considerevolmente dal 2001 passando dal 32% al 22% circa
del 2012. Allo stesso modo il Pil nipponico indietreggia in percentuale sul
totale dal 1995 a
favore di una crescita di quello cinese dall’inizio degli anni ‘90.
Escludendo
i dati del Pil Usa dal conteggio del Pil mondiale emerge che il numero dei
paesi con un Pil al di sopra della media mondiale è praticamente stabile nel
tempo e pari a 16/17 circa. Ora ci siamo.
Di
conseguenza, è evidente che l’eccessivo peso del Pil nominale americano e, di
conseguenza, la sua dinamica condiziona considerevolmente il Gdp nominale
mondiale, e quindi la sua media semplice.
Preciso
che, da “bravo analista”, la mia è stata una pura curiosità in quanto calcolare
la media mondiale semplice del Gdp nominale non ha assolutamente senso visto la
disparità dei dati. E’ importante quindi sottolineare qualche altro indicatore
statistico che meglio definisce la serie storica. In particolare, il primo
quartile rappresenta soltanto lo 0.10% del Pil nominal mondiale, la mediana appena
lo 0.35% ed il 3° quartile con difficoltà lo 0.84%. Ora ha più senso dire che
il Pil cinese rappresenta l’11.62% del totale in quanto riusciamo a collocarlo
in modo più efficiente tra i 78 paesi della nostra selezione. A comprova della
quasi eterogeneità dei dati, la somma del Gdp dei primi 5 paesi (Usa, Cina,
Giappone, Germania e Francia) rappresenta il 50.07% del Pil mondiale…
Lo
studio è utile al fine di ribadire una cosa ovvia, ma per tale motivo spesso
sottovalutata. Ossia tirare delle conclusioni troppo in fretta, in molti casi
per mancanza di tempo, è controproducente ed induce in errore. Spesso si sente,
per esempio, che il mercato azionario ha chiuso la giornata invariato, ma in
molti casi, si sorvola il fatto che nell’intraday è passato magari da un -2% ad
un +1% per poi chiudere in pari. C’è una bella differenza…
L’abito non fa il monaco.
L’abito non fa il monaco.
Cordialmente
Giovanni
Maiani