E’ triste
da dire, ma il mio articolo del giorno 26 novembre 2013 intitolato “La Troika…
da noi.”, con il “noi” riferito ad Italia e San Marino, non era molto sbagliato.
Anzi.
Premessa:
Mi
ha fatto sorridere leggere ieri lunedì la notizia italiana pubblicata su molte
testate online che diceva: “CRISI: Bankitalia; peggiora status famiglie, -7,3%
reddito 2010-12”
dove veniva evidenziato come il reddito familiare italiano avesse accusato in
media un calo di circa il 7,3% in due anni. Perché fa ridere? Fa ridere perché
a San Marino, la nuova riforma fiscale ci ha tolto, in un solo mese, il 6.61%
circa. Cito il mio caso personale e dunque la differenza tra la busta paga di
dicembre 2013 e quella di gennaio 2014. Quel ridimensionamento è tuttavia
generalizzato. Quindi in Italia il -7.3% in due anni rispetto al -6.61% in un solo
mese a San Marino. Forse, questa volta, la vinciamo noi.
San
Marino è dunque fallito. Non può essere diversamente. Come si spiega una
perdita di reddito di una delle categorie più deboli, come quella dei
dipendenti, del 6.61% in un solo mese? E’ un prelievo forzoso fatto da uno
Stato fallito che non sa come stare a galla. Lo ammette lui stesso.
Diversamente, l’aumento sarebbe stato graduale ed esteso nel tempo.
L’aumento
non è neanche definitivo e questo peggiora ulteriormente la situazione. In
effetti, se non dimostro praticamente di aver speso a San Marino almeno 9.000
euro dovrò pagare un’altra fetta di tasse. In pratica, guadagno di meno e devo
spendere molto per non dover pagare altre tasse… Non entro in merito nei
dettagli in quanto voglio soltanto rendere l’idea. Ma è cosi.
Mi
potrebbe stare anche bene spendere quasi esclusivamente in Repubblica, ma chi
mi garantisce che i prezzi a San Marino saranno concorrenziali, o per lo meno
uguali, rispetto a quelli italiani? A me sembra che ci sia storicamente una
vera processione di sammarinesi che va a fare la spesa nel reparto alimentare,
per citarne solo uno, alle Befane di Rimini, all’Iper di Savignano e presso il nuovo
supermercato di Cerasolo, mentre abbiamo teoricamente un vantaggio di 5 punti
percentuali sull’Iva del bel paese. Il motivo?
Se
l’idea era quella di stimolare la domanda interna obbligandoci a spendere a San
Marino e togliendoci in un solo colpo il 6.61% circa del reddito, per iniziare,
questa manovra non ha né capo né coda. Se l’idea era quella di racimolare soldi
a prescindere ed in fretta, allora questa manovra ha un senso ed è ottimale.
Non
sono mai stato d’accordo con quanto accadeva nella Pa. Ossia il posto sicuro ed
una paga superiore a quella dell’industria. Non ha senso nel mondo della
finanza e dell’economia in quanto a maggior rischio (quello di perdere il
lavoro o lavoro pericoloso) corrisponde un maggiore guadagno, e non il
contrario. Ma i voti sono voti ed in molti mi capiranno. L’imposta aggiuntiva
dell’1.50% per la sola Pa mi dà pienamente ragione. Tuttavia, cerco di essere
come sempre obiettivo e, se ho letto bene, i precari della Pa vengono tassati
maggiormente rispetto ai dipendenti in organico. Spero di aver sbagliato. Come
si fa a penalizzare in modo cosi eccessivo chi non ha diritto agli scatti di
anzianità e chi, per esempio, non può chiedere un prestito o fare progetti in
quanto precario? Non si lavora così, ma probabilmente avrò capito male io.
La
nuova riforma sammarinese è come quella italiana; ossia senza fantasia. Una
tale riforma fiscale testimonia l’incapacità del Governo nel gestire il paese,
l’incapacità nel farsi pagare le tasse dai potenti ed il tutto si conclude
spremendo ulteriormente i più deboli. Il un paese normale si farebbe sempre in
tempo a fare cosi. La riforma consiste principalmente ed unicamente in tagli.
Non ci sono idee per il futuro. In fondo, hanno voluto loro andare nelle stanze
del potere.
Chiederci
di firmare per confermare la volontà o meno di beneficiare delle deduzioni fino
ad euro 9.000 tramite l’utilizzo della Smac Card è di pessimo gusto in quanto
sembra che ci facciano un regalo. Quasi quasi siamo fortunati. Inoltre, quella
firma è un’accettazione del prelievo forzoso e dell’attuale situazione di
fallimento del paese.
Il
prelievo forzoso farà giurisprudenza.
I
prossimi rinnovi contrattuali saranno un disastro ed i datori di lavoro sfrutteranno
la nuova riforma come alibi per fare i propri comodi.
Visto
che guadagniamo molto meno, anche la pensione, per i fortunati che ne avranno
diritto, sarà obbligatoriamente più bassa e le nuove generazioni ringraziano.
Pensateci.
Potrebbero
nascere molte palestre ad hoc solo per fornire, o vendere, delle fatture
(chiaramente false) di euro 800 all’anno in quanto è il massimo della
deducibilità nel caso specifico. Ho detto palestre, ma potevo dire benzinai
fino a euro 750, o altro ancora. In ogni caso, è probabile la nascita di un nuovo business di
sopravivenza legato alla ricerca di scontrini fasulli allo scopo di dimostrare
una spesa in Repubblica di 9.000 euro all’anno.
La
riforma fiscale non si traduce unicamente nel prelievo forzoso del 6.61% circa
al mese, ma occorre prendere in considerazione molte altre spese e, soprattutto,
la riduzione/cancellazione di alcune cure sanitarie come quelle dentistiche. Per
fare un unico esempio. Sono altre uscite che andranno a diminuire ulteriormente
il reddito delle famiglie.
Fra
qualche anno diventeremo tutti liberi professionisti o ditte individuali. In
effetti, è un dato di fatto che, a brevissimo, la pensione pubblica non
esisterà più (vedi la pensione complementare obbligatoria) e, visto il collasso
del reddito accusato da questo mese, la protezione sociale del lavoratore di
fatto non esiste già più. Sta scomparendo anche la mutua. In un futuro
prossimo, i datori di lavoro cercheranno soltanto ditte individuali e non più
dipendenti impegnativi che, come per quanto riguarda un normale fornitore,
dovranno venire in contro incondizionatamente alle esigenze del cliente (datore
di lavoro) con, come prime conseguenze, un forte calo del prezzo delle
prestazioni professionali (la paga di ora) dovuto all’elevata e spietata concorrenza,
la perdita di retribuzione nei periodi di malattia che non saranno più
sostenuti dalla mutua pubblica (che toglie progressivamente l’assistenza) ed il
rapporto potrà essere immediatamente annullato senza nessun preavviso.
L’Eldorado per le aziende e la schiavitù per la classe bassa.
Da
“bravo analista” le mie sono solo constatazioni obiettive. In fondo è tutto
giusto. Il Governo proviene ed è stato eletto dal popolo che è Sovrano. Chi sa
pero se anche i Re sbagliano?
Rip
San Marino e non più Rep San Marino. Il paese che fu. La Storia se ne
ricorderà.
Ps:
dimenticavo, dal mio precedente scritto: cosa succederà all’andamento dei
protesti residenti?
Cordialmente
Giovanni
Maiani