Dopo i miei post del 15 e del 18 dicembre 2017, ritorno oggi sul "famigerato" Bitcoin.
Alla fine dello scorso anno, in concomitanza con il debutto dei relativi future sul Cboe prima e sul Cme dopo, mi sono sentito in dovere di mettere in guardia i “comuni mortali” sui rischi relativi al Bitcoin.
La conclusione del post telegrafico del giorno 15 era:
“AT a parte, sconsiglio di intervenire sul Bitcoin...”
La conclusione del ben più corposo ed articolato post del giorno 18 era:
“In conclusione possiamo affermare che, il Bitcoin, in quanto “strumento”, non può essere né buono né cattivo, ma è l’utilizzo e la rischiosità che ne derivano a caratterizzarlo. Tuttavia non è per tutti ed è difficile definirlo una valuta.”
Successivamente, la fortuna dei principianti ha voluto che il Bitcoin abbia realizzato l’attuale massimo storico proprio tale giorno. Magari la mia intuizione era fondata…
Nel mio piccolo, in modo obiettivo, avevo evidenziato 9 motivi per diffidare del Bitcoin, mentre avevo riportato nel paragrafo 10 alcuni avvertimenti (Warnings) di:
a) European Banking Authority (EBA),
b) Bankitalia,
c) Agenzia delle Entrate,
d) AMF (Autorité des marchés financiers) e ACPR (Autorité de contrôle prudentiel et de résolution).
La cosa "buffa" è che, il Bitcoin ha iniziato immediatamente ad indebolirsi andando a perdere fino il 70.15% del proprio valore in data 6 febbraio 2018; ossia in meno di due mesi. Il prezzo è quindi raddoppiato dal 6 al 20 febbraio, ma il Bitcoin perde tuttora il 62% circa del suo valore rispetto alle quotazioni del 18 dicembre 2017.
Alla fine dello scorso anno, in concomitanza con il debutto dei relativi future sul Cboe prima e sul Cme dopo, mi sono sentito in dovere di mettere in guardia i “comuni mortali” sui rischi relativi al Bitcoin.
La conclusione del post telegrafico del giorno 15 era:
“AT a parte, sconsiglio di intervenire sul Bitcoin...”
La conclusione del ben più corposo ed articolato post del giorno 18 era:
“In conclusione possiamo affermare che, il Bitcoin, in quanto “strumento”, non può essere né buono né cattivo, ma è l’utilizzo e la rischiosità che ne derivano a caratterizzarlo. Tuttavia non è per tutti ed è difficile definirlo una valuta.”
Successivamente, la fortuna dei principianti ha voluto che il Bitcoin abbia realizzato l’attuale massimo storico proprio tale giorno. Magari la mia intuizione era fondata…
Nel mio piccolo, in modo obiettivo, avevo evidenziato 9 motivi per diffidare del Bitcoin, mentre avevo riportato nel paragrafo 10 alcuni avvertimenti (Warnings) di:
a) European Banking Authority (EBA),
b) Bankitalia,
c) Agenzia delle Entrate,
d) AMF (Autorité des marchés financiers) e ACPR (Autorité de contrôle prudentiel et de résolution).
La cosa "buffa" è che, il Bitcoin ha iniziato immediatamente ad indebolirsi andando a perdere fino il 70.15% del proprio valore in data 6 febbraio 2018; ossia in meno di due mesi. Il prezzo è quindi raddoppiato dal 6 al 20 febbraio, ma il Bitcoin perde tuttora il 62% circa del suo valore rispetto alle quotazioni del 18 dicembre 2017.
Da “bravo analista” mi rivolgo come sempre ai non addetti ai lavori (gli altri non ne hanno bisogno):
- Il Bitcoin e simili vanno benissimo, ma non sono per tutti.
- Informatevi presso le Istituzioni come sopra, e non solo, che esistono per controllare e mettere in guardia: in una parole per aiutarci e proteggerci.
Investire in modo responsabile: la cultura è lo strumento più importante che abbiamo a disposizione.
Cordialmente,
Giovanni Maiani
- Il Bitcoin e simili vanno benissimo, ma non sono per tutti.
- Informatevi presso le Istituzioni come sopra, e non solo, che esistono per controllare e mettere in guardia: in una parole per aiutarci e proteggerci.
Investire in modo responsabile: la cultura è lo strumento più importante che abbiamo a disposizione.
Cordialmente,
Giovanni Maiani