Concentrandoci unicamente sul lavoro remunerato, osserviamo che è in Danimarca e nel Belgio che si lavora di meno rispettivamente 225 e 227 minuti al giorno. Per la cronaca, in Italia si lavora “soltanto” 259 minuti al giorno rispetto alla media dell’Ocse di 277 ore. I paesi dove l’attività lavorativa remunerata è massima sono costituiti dal Giappone e dalla Corea del Sud rispettivamente con 376 e 348 minuti al giorno. Impressionante notare che ci sono ben oltre 2 ore di differenza tra la giornata lavorativa di un danese o di un belga rispetto a quella di un giapponese o di un coreano.
Tenendo conto della crisi in essere, dell’elevato livello del debito pubblico di quasi tutti gli Stati e del relativo rapporto tra indebitamento e Pil, della più totale incapacità di gran parte della classe politica internazionale a mantenere un elevato profilo etico con conseguenze disastrose per i relativi paesi (quindi i cittadini), dell’età pensionabile che sarà costantemente elevata, e cosi via…, da “bravo analista” penso che, purtroppo, ci sarà chiesto negli anni e decenni a venire, di lavorare sempre maggiormente in quanto rimangono mediamente ancora i due terzi della giornata da “sfruttare” e che lo spread di oltre due ore tra i primi e gli ultimi della classifica si ridurrà considerevolmente. Non si lasceranno scappare una tale opportunità. Ne riparleremo fra qualche anno.
Giovanni Maiani