lunedì 4 febbraio 2013

La pubblicazione del rapporto Eps.

Il periodo delle trimestrali Usa si è già concluso per le 18 banche dell’indice Sp500, mentre osserveremo i risultati aziendali da un punto di vista decisamente critico.

A livello complessivo, la sorpresa sugli utili, ossia la differenza in termine percentuale tra quanto atteso dagli analisti e quello realmente avvenuto, è stata positiva per il 12%. Il dato è relativamente buono se confrontato con quello complessivo o con quello del settore delle telecomunicazioni anche se parliamo di dati ancora preliminari per questi ultimi. In modo particolare, Bank of America e JPMorgan hanno degli utili per azioni relativi al 4° trimestre in aumento rispettivamente del 46.63% e del 33.10% rispetto alle stime.


1° Considerazione
Non c’è ovviamente nessuna correlazione molto rilevante (calcolata sui dati trimestrali al momento dell’annuncio degli utili dal 2002 ad oggi) tra la variazione di prezzo del titolo azionario e la sorpresa dell’Eps. In effetti, le stime relative all’andamento di un conto economico aziendale e la realtà borsistica hanno delle dinamiche non sempre condivise. Tuttavia, osserviamo una correlazione del 63% nel caso di Regions Financial, del 57% per PNC Financial Services e del 44% per BB&T.
Ho riscontrato invece un’attesa quanto elevata correlazione (calcolata sui dati trimestrali al momento dell’annuncio degli utili dal 2002 ad oggi) tra l’andamento dell’indice Sp500 e l’Eps a 12 mesi. Questa supera il 79% nel caso di JPMorgan, è pari al 78% in M&T Bank, del 75% per PNC Financial Servicese e Wells Fargo, nonché del 70% per US Bancorp. Deludente Hudson City Bancorp con una correlazione negativa. Questi dati possono risultare interessanti per avere una visione complessiva ed farci un’idea di massima.



2° Considerazione
Abbiamo visto che Bank of America e JPMorgan hanno generato le sorprese sugli utili del 4° trimestre più importanti, in quanto gli utili aziendali vengono proposti solitamente proprio cosi in funzione delle sorprese, mentre le serie storiche ci evidenziano come M&T Bank abbia sempre avuto l’Eps a 12 mesi superiore rispetto quello degli altri 17 titoli bancari dello Sp500. Ancora, nuovamente M&T Bank ci ha offerto l’eps maggiore sia sul 4° trimestre sia sugli ultimi 12 mesi rispettivamente con 2.16 e 7.58 dollari.
Siamo certi che queste giuste osservazioni ci offrono una visione obiettiva ed efficiente dei risultati?
Il solo dato in valore assoluto è del tutto insufficiente ed induce in errore.
Dire che un titolo ha generato un utile superiore alle stime non vuole dire assolutamente nulla in quanto, ipotesi remota anche se possibile, le stime potrebbero essere inesatte e/o basate su un campione di pochi dati e dunque statisticamente poco attendibili.
L’Eps non permette di confrontare accuratamente gli utili tra varie società e non offre neanche un’immediata e sincera valutazione degli utili storici di un’azienda. Una società potrebbe avere un Eps di 10 mentre il prezzo di una sua azione sul mercato vale 10 o 1 milione. Come si fa a valutare, con la sola lettura, la reale importanza di quei 10 per azioni?
Non basta neanche cercare il PE (Prezzo Earning) più basso per ottenere un’indicazione più precisa sull’Eps, ma al limite otterremo una valutazione del prezzo di borsa visto che solitamente PE * EPS = Prezzo. E’ chiaro che un PE di 17 indica che il titolo vale 17 volte gli utili, ma non è immediatamente disponibile il fatto che l’utile per azione rappresenti il 5.88% del prezzo.
Pertanto, anche se non c’è nulla di sbagliato, ritengo che non sia particolarmente efficace evidenziare gli utili tramite un confronto con le attese (anche per la mancanza di correlazione con il mercato) o indicare l’eps in valore assoluto quando basterebbe pubblicizzare maggiormente l’inverso del PE per ottenere il rapporto tra l’Eps ed il prezzo di borsa. In questo modo si ottiene ovviamente un rapporto immediatamente confrontabile sia con qualsiasi altro titolo sia con i precedenti dati storici di una società allo scopo di capire immediatamente quanto rappresenta l’utile per azione rispetto al prezzo di borsa del momento.
Una semplice quanto efficace percentuale.
Non viene probabilmente fatto perché in questo modo si capirebbe istantaneamente il reale valore dell’utile per azione. Un po’ come fanno certi gestori che indicano solo il valore assoluto della quota di un determinato investimento e non la variazione percentuale di periodo.
Lo stesso discorso vale per l’oscillatore di analisi tecnica macd. Un esempio riferito all’indice Ftsemib: il 12 gennaio 2007 il macd era pari a 1096, mentre il 16 ottobre 2009 il macd era pari a 1090. E’ uguale? Nel primo caso l’indice valeva 42111 e nel secondo 24152. E’ sempre uguale?
L’ultima colonna della tabella evidenzia l’inverso del PE o, come lo chiamo io, l’Eps %. Emerge che SunTrust Banks con un Eps storico di solo 3.59$ sia il titolo più interessante in quanto rappresenta il 12.65% del prezzo di borsa di una sua azione. Subito dopo troviamo JPMorgan con un Eps di 5.92$ che rappresenta il 12.58% dell’azione seguito da Huntington Bancshares e Fifth Third Bancorp. Pertanto, M&T Bank offre un Eps molto elevato di 7.58$ che rappresenta, tuttavia, “solo” il 7.38% di una sua azione quotata oltre 102 dollari. Anche questa informazione è molto rilevante. Un altro dato potenzialmente interessante: il PE negativo non viene solitamente riportato, ma un Eps % potrebbe esserlo in quanto l’Eps negativo è pubblicato. E’ doverose sapere che la perdita per azione di First Horizon National ammonta all’1.08% del prezzo di una sua azione quotata.

In conclusione, da “bravo analista” (per chi non mi conosce scrivo “bravo analista” perché cerco unicamente di capire le cose) penso che, come direbbe un mio amico medico, non ci sono controindicazioni ed occorre diffidare della pubblicità oltre che ragionare con la propria testa.


Pertanto, limitatamente all’annuncio degli utili aziendali e generalizzando, penso che sia decisamente interessante osservare, anche, l’Eps in percentuale del prezzo di borsa del titolo e non unicamente l’Eps assoluto come viene solitamente riportato. In questo modo potremo confrontare immediatamente l’Eps con il rendimento del dividendo ed ottenere prontamente il tasso di ritenzione degli utili.

Giovanni Maiani