La
crisi del debito pubblico, al livello mondiale e non solo europeo, è un
problema morale e non unicamente finanziario come vogliono farcelo credere.
Prima
di tutto, i dati preliminari relativi all’andamento del Pil nel 4° trimestre di
molti paesi evidenziano una recessione ed anche lo scenario su base annua mostra
un peggioramento delle economie, mentre le stime per l’anno in corso non sono
molto incoraggianti. Paesi ritenuti affidabili come la Francia e l’Olanda o la
zona euro sono in recessione, mentre siamo in attesa dei dati di fine 2012
relativi a Finlandia, Danimarca e Svezia. I primi due mostravano un’economia
con il segno meno su base annua già nel 3° trimestre dello scorso anno.
La
recessione interessa gran parte del pianetta, mentre la cura che certi “illuminati”
hanno trovato consiste praticamente nell’inondare i mercati di liquidità. Come
se qualcuno per sfuggire ai problemi decidesse di ubriacarsi. Il giorno dopo è
decisamente peggio sia per i postumi della sbornia sia perché i problemi sono
rimasti tali.
Voglio ritornare un attimo sull’economia italiana che ha perso, come quella dell’Ungheria, il 2.70% rispetto alla fine del 2011. Ho sempre detto e sostenuto che il bel paese è probabilmente il luogo più bello al mondo dove vivere, ma nonostante ciò non ha nessuna possibilità di farcela nel prossimo futuro se le cose non cambiano radicalmente. Tangentopoli iniziato nel mese di febbraio 1992 non ha insegnato nulla ed è tutto come prima. Vedi, anche e non solo, gli attuali scandali come il Monte e Finmeccanica ad esempio. I politici per fare fronte al rimborso delle scadenze del debito pubblico non sanno fare altro che aumentare le tasse penalizzando sempre le classi più deboli e favorendo l’evasione fiscale perché sono del tutto incapaci. Certe promesse politiche sono fatte da persone in assoluta malafede dove più la bugia è grossa più è credibile. Promettere di togliere una tassa non esclude la creazione di altre 10 nuove di zecca o di aumentare quelle già esistenti.
A San Marino, invece, ci preoccupiamo dell’ipotesi di “un’invasione cinese”, argomento certamente da analizzare, ma non abbiamo ancora risolto i problemi comuni come quello del pagamento dei bollettini postali italiani presso le nostre poste. Inoltre, la più antica Repubblica del mondo si trova ancora nella blacklist italiana.
Torniamo nei paesi nord europei.
L’economia olandese (vedi anche il precedente riferimento del 22 marzo 2012) ha perso lo 0.20% tra il 3° ed il 4° trimestre del 2012 (già -1% tra il 2° ed il 3° trimestre), mentre il saldo per l’intero 2012 mostra un’economia in recessione dello 0.90% e dunque in linea con quella calcolata per la zona euro. Come ho già indicato in varie occasioni, la sola osservazione del Pil non è sufficiente per valutare un paese. Leggiamo per esempio che la fiducia dei consumatori è di -33 rispetto al +92 di quella tedesca, al -23.90 della zona euro, al +58.60 degli Usa o al -26 del Regno Unito. Chi meglio di un consumatore nazionale riesce a dare un giudizio attendibile sul proprio paese? Anche la fiducia degli investitori con -5.60 è relativamente deludente se confrontata con l’89.20 della zona euro o il +53.10 degli Usa. A fine 2011, il rapporto tra deficit e Pil pari a -4.50% era peggiore rispetto al -4.10% della zona euro e anche dal -3.90% italiano. Il Cds a 5 anni dell’Olanda è pari a 51 ed è relativamente elevato se confrontato con il 30 della Danimarca, il 29 della Finlandia e 19 della Svezia. L’economia dei paesi nordici è sempre stata ritenuta affidabile, ma la crisi internazionale colpisce anche questi paesi e l’Olanda continua a mostrare segnali di preoccupazione. Nell’ultimo, la nazionalizzazione della Sns Bank e la successiva espropriazione di tutte le obbligazioni subordinate della banca costituisce, per molti e per lo scrivente, un colpo basso da un paese ritenuto cosi affidabile.
Quando un animale è messo alle strette può diventare aggressivo nel tentativo di sopravvivere. Allo stesso modo, quando un paese è messo alle strette da difficoltà finanziarie aumenta le tasse, inventa un numero sempre maggiore di lotterie per autofinanziarsi e creare dei cittadini dipendenti che assicurano un flusso costante (vedi alche il calcio e il tabacco), mentre i politici raccontano delle balle allucinante. In modo analogo, il mondo finanziario sforna costantemente nuovi prodotti vantaggiosi per lui e non di certo per aiutare chi le compra. Non c’è fantasia in tutto questo. E’ sempre lo stesso scenario.
In questo momento, il mondo soffre della crisi del debito pubblico e non riuscirà ad uscirne facilmente visto la crescita della disoccupazione, il calo del Pil e la totale assenza di un modo comportamentale che include, almeno parzialmente, un principio di morale. Un giorno vorrei vedere i dirigenti (chiunque abbia una responsabilità) scelti con criteri di moralità, ma poi ovviamente premiati ulteriormente (perché il primo premio risiede nella loro scelta) rispetto ai propri risultati perché è la sana concorrenza che porta allo sviluppo. Al momento il denaro è l’unico criterio premiante, ma ci ha portato alla crisi attuale. Occorre un nuovo metro di valutazione delle persone per uscire dall’attuale crisi che potrebbe essere il comportamento morale. Diversamente andrà sempre peggio.
Premiando e scegliendo delle persone che mettono l’onesta, il rispetto e l’onore al primo posto non ci sarebbero una nuova tangentopoli, la crisi del debito pubblico e l’Olanda non sarebbe in questa situazione che potrebbe favorire un contagio anche agli altri paesi del nord Europa per il calo di fiducia nell’area geografica.
In questo scenario già molto preoccupante, la rinuncia di Benedetto XVI fa, per lo meno, molto riflettere.
Cordialmente
Giovanni
Maiani