Prima di tutto voglio ringraziare sinceramente gli amici per le loro risposte. In effetti, anche se ad alcuni potrebbe sembrare strano, ritengo che sia più che doverose farlo in quanto, anche se non possiamo pensarla tutti allo stesso modo, sono certo che il dialogo e lo scambio di idee siano l’unica strada percorribile per risolvere qualsiasi problema, ovviamente tra persone civili.
Torno un attimo sul mio precedente intervento per ribadire che, a mio modesto parere, era solo l’approccio a non essere condivisibile in quanto non si può pensare di farla a Tremonti, ma non ho mai dubitato delle migliori intenzioni degli scriventi. Anzi, magari è servito a dimostrare che l’Ecso ha voglia di fare qualche cosa di costruttivo per il Paese, e questo va riconosciuto, ma non sono d’accordo con l’associazione sul modo di affrontare molti altri temi. Sono onesto e rispettoso.
Ora vorrei rispondere agli amici con riferimento agli interventi di sabato.
Non ho mai messo in dubbio la buona fede delle proposte dell’Ecso e non mi permetterei mai di farlo. Sono il primo a non volere vedere il mio Paese perdere la propria sovranità o soccombere al “Corsaro nero” e sono tutto tranne che un tipo che abbassa le ali, fidatevi. Ricordo che ho vissuto i primi 22 anni in Francia dove la lotta per i propri diritti (sindacali e non) è cosa di tutti i giorni ed è molto più intensa, partecipata e sentita; basta vedere gli attuali scioperi che paralizzano la Francia. Inoltre, 25 anni fa, appena ventenne, ho partecipato ad uno sciopero generale a Parigi per la rivendicazione dei miei diritti, anche se la cosa non mi toccava direttamente ed immediatamente, ma avrebbe potuto farlo qualche anno dopo in quanto, all’epoca, ero ancora studente. Ci sono delle foto dell’evento su Facebook. Pertanto, non metto in discussione la buona fede, la voglia di trovare delle soluzioni, di movimentare l’attuale classe politica spesso incapace e cosi via. E’ una cosa molto difficile. Lo so bene, cerco di farlo anch’io con i miei interventi e, come voi, mi metto pubblicamente in discussione ogni volta, ma dobbiamo fare uno sforzo per cambiare il modo di ragionare.
Non dobbiamo più pensare “in tutte quelle attività che Tremonti non può colpire…”. Credo che sia la strada sbagliata che ci ha portato dove siamo ora.
Ora, brutalmente, metto giù alcuni appunti disorganizzati, a mio modesto parere sono percorribili senza necessità di sfidare Tremonti e, soprattutto, potrebbero regalarci molti alleati e simpatizzanti a livello internazionale che potrebbero aiutarci in sede europea e/o internazionale.
- Per esempio, San Marino fa parte dell’Onu, dell’Oms, dell’Epo (European Patent Office) e di molte altre organizzazioni internazionali, ok bello, ma secondo me dovrebbe associarsi all’Omc (Organizzazione Mondiale del Commercio) per poter sviluppare il suo (il nostro) commercio estero, alla Banca Mondiale per ottenere lustro a livello internazionale e all’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) per avere un’occasione di confronto internazionale allo scopo di risolvere i problemi comuni (politici, economici, commerciali…). Non possiamo svilupparci se siamo fuori da questi organismi. Non siamo in grado di farlo da soli in quanto non ne abbiamo mai avuto bisogno. Poi saranno gli altri paesi ad aiutarci visto che saremo i più deboli e piccoli.
- San Marino ha contro la legge dei numeri, ma nonostante ciò puntiamo e spingiamo soprattutto gli sport di squadra rispetto a quelli individuali. Ma se facciamo fatica a trovare un fenomeno su 30 mila abitanti, ed è normale che sia cosi, come possiamo solo pensare di trovarne, ad esempio, una diecina per formare una squadra? Non saremo competitivi, è ovvio. C’è la caviamo bene nei giochi dei piccoli paesi, ma a livello olimpico quante medaglie abbiamo ottenuto? Mi risulta neanche una. La famosa legge dei numeri non perdona. Dobbiamo invece spingere, anche, gli sport individuali in modo che sia meno complicato, non è scritto più facile, ad un unico atleta di farsi valere a livello italiano, europeo o mondiale e quel tale potrebbe diventare un ambasciatore “civile” come fa in questo momento il nostro connazionale Alex che rende onore alla Repubblica in tutto il mondo, e che saluto. Lo sport e la matematica sono internazionali e vanno utilizzati per farci valere all’estero perché dobbiamo essere orgogliosi di essere sammarinesi. In fondo siamo anche pochi.
- San Marino è un paese molto razzista sia con gli amici italiani che vivono anche a 100 metri dal confino (senza parlare di tutti gli altri) sia con i sammarinesi nati all’estero. Quanto scritto non farà piacere ad alcuni, ma è cosi. Io non vi dirò mai le cose che volete sentire, ma qualche cosa di molto più utile ed importante. Vi dirò le cose come stanno veramente o per lo meno, modestamente, come le vedo io. Da qualche anno a questa parte le cose iniziano a cambiare, ma ci vorranno ancora qualche decennio per arrivare ad una quasi normalità. Da “bravo analista” non ho mai capito una cosa. Come fa un essere quasi umano a non poter vedere i fratelli di colore, mentre si fa la lampada o va al mare per abbronzarsi, cercando inconsciamente di assomigliare ai fratelli di colore che tanto odia? Non c’è coerenza. Se uno è razzista non deve prendere il sole. Inoltre, in circa 500 anni, gli Usa sono diventati la prima potenza a livello mondiale, ma mi sembrano discretamente mischiati. Poi, essere razzista è pericoloso perchè ci si mette contro gli altri 6 miliardi di persone… Io ho già scritto, e ribadisco fermamente, che prima bisogna dare il lavoro ai sammarinesi e poi agli altri, se c’è. Questo non è razzismo, ma buonsenso e salvaguardia del paese. Ma l’integrazione, controllata, è assolutamente necessaria per la crescita e lo sviluppo di qualsiasi paese. Pertanto, per uscire dalla crisi ci vuole integrazione. I giapponesi con i cerchi di qualità hanno dimostrato che anche una persona normale può aver un’ottima idea in grado di produrre grandi cambiamenti. L’integrazione controllata aumenta a livello esponenziale tale fenomeno.
Potrei scrivere un libro, ma questa sera mi fermerei qua. Volevo soltanto dare qualche idea relativa al mio modo di pensare.
Pertanto, amici, sono certo che siamo tutti dalla stessa parte, diversamente non avrei perso tempo nel rispondervi, e che vogliamo il bene del paese prima di tutto, ma quello vero e, “da bravo analista”, penso che dobbiamo solo fare uno sforzo sull’approccio e vedere oltre l’Italia. Il Mondo è grande ed offre tante opportunità. Tutto qua.
Amici (anche se non ci conosciamo), dobbiamo andare avanti come facciamo già in questo momento. Chi sbaglia è solo chi non fa nulla ed aspetta passivamente, e vigliaccamente, i vantaggi ottenuti con gli sforzi di altri. Chi propone non sbaglia mai, anche se non è sempre condiviso.
Con Stima,
Giovanni Maiani