sabato 23 ottobre 2010

Il Mondo è grande. (26 aprile 2010)

La situazione sta cambiando e fra qualche mese la San Marino che conosciamo sarà molto diversa di quella attuale. Forse per fortuna. No lo so, ma evidentemente doveva andare cosi. Tuttavia, la mia vita mi ha insegnato che un qualsiasi momento di crisi porta al cambiamento, spesso in meglio.

Singolare però il fatto che, solitamente, molte delle società poco serie, o sedicenti imprenditori, che troviamo in Repubblica provengono dal bel paese, ossia dall’Italia, ed è proprio un italiano, il loro super ministro, che con il suo operato va proprio a toccare principalmente i suoi connazionali che mandano alla rovina il nostro Paese. Ragionando per l’assurdo dobbiamo quasi ringraziarlo. In effetti, se una società non ha niente da nascondere ed è venuta a San Marino solo e soltanto per il regime fiscale vantaggioso non dovrebbe risentire più di tanto dell’attuale situazione di disaggio. Se non è cosi c’è da interrogarsi su varie cose… Certo che rimane il grosso problema delle società serie e dei loro clienti/fornitori italiani, anch’essi seri, che potrebbero avere un appuntamento fisso con la finanza italiana. Tuttavia, anche San Marino ha le sue colpe, e molte… Penso che l’accanimento dell’Italia è stato provocato da qualche evento che deve ancora venire alla luce.

Una breve parentesi, mercoledì 21 sono andato a sentire la conferenza del Psd (precedentemente quella dei Ddc) e mi è piaciuto il fatto che hanno dato qualche idea, condivisibile e no, su come uscire dalla crisi con un riferimento all’Europa realizzando tuttavia un incontro produttivo. Non entro in merito e non voglio soprattutto fare loro pubblicità ed anticipo che, nella misura del possibile (ho già un impegno per il prossimo 27 aprile) andrò d’ora in poi con uno spirito critico e costruttivo alle conferenze pubbliche di qualsiasi partito e cercherò di comunicarvi quanto ho ritenuto interessante in modo obiettivo.

Secondo me, una piccola strada per uscire dalla crisi potrebbe essere la seguente: Fino ad ora San Marino si è basato quasi esclusivamente sul rapporto con l’Italia. Niente di più facile, ma niente di più sbagliato. Già che ne siamo un’enclave… A proposito, lancio un appello: sarebbe opportuno studiare la legislazione internazionale e vedere se i nostri diritti, come enclave, sono stati rispettati … Lo so, è facile parlare dopo, ma è cosi. La diversificazione abbassa il rischio. All’inizio dello scorso mese di febbraio la popolazione mondiale era stimata di oltre 6.801.000.000 abitanti, mentre l’Italia rappresenta meno dell’1% del totale, l’Europa poco più dell’11%. Da “bravo analista” non capisco. Mi sfugge qualche cosa. Perché limitarsi?

In questo momento do per scontato il prossimo scambio automatico di dati e, di conseguenza, l’indifferenza per una società di aprire la propria attività a Rimini o a San Marino.

1) Potremo per esempio defiscalizzare al 100% e per un determinato periodo le società estere, provenienti da qualsiasi parte del mondo, se assumono ad esempio dall’80% al 90% di dipendenti sammarinesi. Con il restante 10-20% diamo loro la possibilità, come è giusto che sia, di portarsi dietro i loro dirigenti e personale di fiducia. Bisogna essere onesti e giusti. In questo modo contribuiamo a risolvere il problema della disoccupazione con l’ingresso di nuove aziende, questa volta tutte serie, che vengono da noi per l’assenza di tasse in cambio della creazione di posti di lavoro. Il Mondo è grande e scommetto che se spargiamo la voce relativa alla defiscalizzazione delle aziende tramite la Segreteria di Stato agli esteri (nel relativo sito è scritto “alla data del 12 aprile 2010 San Marino intrattiene relazioni ufficiali con 106 Stati, di queste 98 sono a livello diplomatico”) dal giorno dopo avremo la fila ai confini. Lo Stato perderebbe le tasse su quelle aziende, ma avrebbe il lavoro assicurato per tutti e per le prossime generazioni, non dovrebbe più pagare la cassa d’integrazione e sostenere i disoccupati, il bilancio dello Stato potrebbe beneficiare anche del mancato esborso per gli interventi a sostegno all’occupazione, le aziende sane ne fanno lavorare anche molto altre (vedi per esempio gli studi commercialisti ed una lunga lista di società di servizi e terzi), aumenterà il consumo delle famiglie, e cosi via… la lista dei vantaggi è lunga.

2) La defiscalizzazione temporanea potrebbe, ad esempio, essere pari al 50% di quella italiana (importante il riferimento all’Italia) per le società estere, e soprattutto italiane, che assumano dal 66% al 80% del personale sammarinese. Una società (speriamo più di una) del riminese potrebbe essere interessata a spostarsi da noi, anche se il costo del personale è più elevato. In questo modo, il problema della disoccupazione verrebbe in ogni caso combattuto, mentre lo Stato guadagnerebbe anche le tasse. Potrebbe essere una via di mezzo interessante per le aziende italiane, ma anche francesi, tedesche… E certo, se una società estera vuole venire in Italia, perché non aprire a San Marino a quel punto? Ed è per quello che il riferimento alla tassazione italiana diventa importante. Dopo tutto, pagherebbe lo 0% o il 50% di quanto pagherebbe in Italia, avrebbe un’amministrazione più sottile ed efficiente, l’accesso a San Marino è agevolato dalla prossimità del mare, dell’aeroporto e dell’autostrada… ci troviamo a metà strada tra Milano e Bari, e cosi via. La lista è infinita. Cosa potrebbe dire il super ministro italiano dell’economia? Sfiga… ma forse per loro questa volta. Il tutto in assoluta trasparenza con l’Italia. Non abbiamo già firmato i relativi accordi con altri paesi?

3) Se un’azienda pensa di venire qua ed assumere chi vuole, ossia quasi nessun sammarinese o per esempio meno del 66% della forza lavoro, come sta succedendo in questo momento ed il fenomeno viene anche molto tutelato, béh questa potrebbe starsene tranquillamente a casa propria in quanto non servirebbe alla nostra Repubblica. Noi sammarinesi siamo stanchi di sentirci dire, “tu sammarinese, comportati in quel modo “indegno” (spesso costretto, per esempio, a fare qualche straordinario non pagato per fare come i colleghi forestieri tenuti praticamente sotto ricatto) perché posso fare quello che voglio a San Marino e dietro di te c’è la fila”. In questo modo potremmo invece dire “tu, società poco seria e che non offre lavoro ai sammarinesi oltre che a non rispettarci, comportati bene in quanto dietro di te c’è la fila di aziende sane e disposte a prendere il tuo posto, e per l’eternità”. Queste cose succedono tutti i giorni, lo sappiamo tutti, ma rimangono cosi. Perché?

Il mondo sta cambiando ed andiamo obbligatoriamente in un’altra direzione. A questo punto e in completa trasparenza, il problema dell’appuntamento fisso con la finanza italiana potrebbe essere trascurabile e tornare alla normalità.

E’ un’idea molto semplicistica, me ne rendo conto e non conosco molto il problema, ma potrebbe essere un punto di partenza. C’è bisogno dell’impegno di tutti per trovare una strada sana e duratura per il futuro e, a rischio di farmi prendere in giro per quello che crivo, cerco per lo meno di fare la mia parte.

Mantenendo ottimi rapporti con l’Italia in primis e con il resto del mondo in seguito, vedi anche come detto sopra gli accordi firmati con i vari Stati esteri, e visto che al momento sembra che siamo ancora uno Stato Sovrano, chi ci vieta di defiscalizzare qualche azienda tedesca o americana (per fare un esempio) che offre lavoro ai nostri connazionali. Non lo stiamo già facendo in alcuni casi, anche se lo sanno in pochi? Potremo ovviamente anche scegliere chi fare entrare in territorio. Partiamo dall’analisi dei nostri disoccupati per individuare il tipo di azienda da favorire. Se abbiamo a casa delle commesse faremo entrare delle società commerciali, se sono muratori delle società attive nel settore dell’edilizia e cosi via. Ma se non abbiamo disoccupati in un determinato settore, l’azienda che viene da noi pagherà, come sopra, non meno del 50% di tasse e, se non vuole sammarinesi almeno per i due terzi del suo organico, potremmo farla entrare lo stesso se, e solo se, non abbiamo disoccupati veri, non quelli in attesa in graduatoria. Se le abbiamo, l’azienda non ci serve per il momento. Risolto il problema della disoccupazione ed assicurato il lavoro per le prossime generazioni di neolaureati e dunque anche per i nostri figli, apriremo le porte alle aziende, ma queste dovranno SEMPRE rispettare le nostre regole e noi. In questo momento, molte aziende, non tutte, non lo fanno e questo è tradimento anche perché sostenute da alcuni di noi. Diversamente non potrebbero farlo e la vergogna è che la cosa prosegue indisturbata anche ora mentre siamo in piena crisi.

Se decido di aprire una società in Brasile assumo principalmente della manodopera locale perché, diversamente, non esiste. Se decido di aprire una società in Cina assumo principalmente della manodopera locale perché, diversamente, non esiste. Se decidono di aprire una società a San Marino devono obbligatoriamente assumere principalmente della manodopera locale, ossia sammarinese. Diversamente non ci servono e non ci aiutano. Vengono qua, fanno il loro comodo e se ne vanno dopo aver fatto molti soldi in vari modi e lasciandoci i problemi.

L’importante è che, se per qualche motivo non possiamo puntare sulla defiscalizzazione, potremmo per lo meno sfruttare la dimensione contenuta della Repubblica, la vicinanza tra azienda ed amministrazione pubblica, qualche eccellenza nostrana ed il suo ottimo posizionamento strategico nella penisola. Abbiamo delle risorse.

Per concludere, un breve accenno sulla protesta prevista per il 28 aprile contro la classe politica. La parte non sana della politica ha ovviamente le sue colpe, ma da sola non può fare molto in quanto ha bisogno di collaboratori corrotti; che siano professionisti locali o esterni, organizzazioni o comuni cittadini... Grazie al cielo non sono la maggioranza e molti sammarinesi sono onesti, lavoratori e con sani principi come ho già scritto qualche settimana fa, ma se si deve puntare il dito solo contro una parte del problema questo non si risolve ed a breve torna fuori peggio di prima.

Infine, certo che scrivendo (inoltre gratuitamente) i miei articoli non mi faccio volere molto bene, ma solo dai disonesti e dico le cose come stanno perché voglio contribuire a preparare un paese migliore per mio figlio. E la maggioranza dei sammarinesi la pensa come me. Quindi va bene cosi.

Giovanni Maiani