sabato 23 ottobre 2010

Protagonista del futuro. (14 settembre 2010)


San Marino sta vivendo un momento di cambiamento epocale e, piano piano, anche quelli che non volevano vederlo, per paura del mutamento o per facilità (in quanto è più comodo fuggire dalle difficoltà piuttosto che affrontarle) se ne rendono conto.

In effetti, chi avrebbe mai pensato, o ipotizzato, non più tardi di due anni fa la fine del segreto bancario e delle s.a., lo scudo fiscale, la black list, il Moneyval, la vendita della Bac, lo scandalo Carisp, e cosi via…?

Volente o nolente, le cose cambiano ed è inevitabile, e cambieranno ancora e ancora, anche quando non ci saremmo più. Non possiamo farci nulla. E’ un dato di fatto. Tutta la nostra superbia ed il nostro sentimento di onnipotenza si sono ribellati e ci riportano alla nostra giusta misura che, nell’Universo, è poco più del nulla assoluto. Detto ciò, voglio anche sottolineare che alcuni sedicenti potenti che pensavano di poter fare sempre quello che volevano a San Marino sono praticamente impotenti di fronte a quanto succede e non sono in grado né di governare il cambiamento in essere né di esserne protagonista. Anche loro hanno peccato di orgoglio. Per sua natura, l’uomo mira a prendere il posto del Creatore (è già successo al primo uomo nell’Eden), mentre dovrebbe limitarsi a seguirlo umilmente. E ciò dove ci ha portato? Sono in Repubblica dal mese di settembre 1987 ed allora, per un 22enne che veniva dalla Francia, San Marino assomigliava ad un piccolo paradiso. Ora sembra quasi l’inferno dantesco, o peggio, ma ne usciremo. Da “bravo analista”, che studia anche il passato nell’intento di limitare il numero di ostacoli futuri, penso che noi tutti sammarinesi, e non, dobbiamo imparare almeno due importanti lezioni da quanto accade in questo fine 2010 per evitare ai nostri figli tormenti analoghi ai nostri.

La prima è che un certo atteggiamento negativo giova nel breve/medio termine, ma è assolutamente controproducente nel lungo periodo. Un ladro, ad esempio, ha un beneficio immediato e limitato dopo una rapina, ma il tutto è effimero e dura solo fino alla sua cattura. Quindi occorre adottare una condotta per lo meno in linea con i principi basilari della morale. Praticamente una conversione. Diversamente non c’è futuro, positivo, e dunque prospettive.

La seconda è la consapevolezza che le cose mutano costantemente e che, in certi casi, non possiamo farci nulla. Basta osservare la tettonica a placche o prendere coscienza che fra circa 100/120 anni pochi di noi saranno ancora su questo pianeta. Si dice pure che non si può fare il bagno in un fiume due volte nello stesso posto. E’ una metafora, ma è molto significativa. Tuttavia, nel limite del possibile, possiamo intervenire attivamente in certi casi.

Sento spesso in giro persone che mi dicono, con riferimento a quanto accade in Repubblica e soprattutto all’attuale momento di difficoltà estrema; è inutile, non cambia nulla, sono sempre gli stessi a, sono schifato di…, e molte altre cose del genere. Osservo nella gente una grande rassegnazione insieme a tanta paura per il futuro, una stanchezza psicologica, un forte sentimento di impotenza e generalmente una grande tristezza. Non è vero che le cose non possono cambiare. Abbiamo già visto molti cambiamenti “impensabili” questo anno, e non sono finiti. In certi casi non possiamo farci nulla (fra centoventi anni non ci saremmo più), ma in altri abbiamo la facoltà di intervenire, almeno fino ad un certo punto, in modo di essere in parte protagonista del futuro. Il futuro cambia per forza e sta a noi scegliere se leggerlo passivamente o essere partecipe nello scriverlo. Se prendo l’influenza ho la possibilità di curarmi o di non farlo. In questo caso dipendere soltanto da me, dalla mia storia passata, dal mio credo e di quello che voglio per me nel prossimo futuro.

I libri di storia sammarinesi dedicheranno sicuramente diverse righe/pagine al 2010 per le vicende sopra riportate e ricorderanno in tale modo alle generazioni future il momento che viviamo con tante sofferenze e difficoltà. Avremo molto probabilmente entro fine anno, o nei prossimi mesi, nuove elezioni e molti di coloro che non andranno a votare faranno parte di quelli “rassegnati” ed è una cosa, secondo me ma mi potrei sbagliare, molto negativa in quanto favoriscono il fatto che saranno pochi voti a decidere le sorti del paese. E’ come se non mi volessi curare dopo un incidente. Se ho gli strumenti per farlo, perché non usarli? Si vive peggio sotto dittatura e senza la facoltà di scelta. Basta vedere ancora oggi in qualche paese. Ricordiamocelo. Staccarsi dalla situazione politica del paese, che sia per “disgusto” o delusione, non è una soluzione perché in questo modo si evita il problema, ma lui rimane. Succede anche in Italia, è uguale. Se uno non va a votare subisce passivamente le decisioni prese dai rappresentanti scelti da altri in quanto questi prenderanno, in ogni caso, delle decisioni e faranno delle scelte che magari non saranno condivise dall’astenuto. Tutto ci riguarda. Come nessuno può dire di non avere idee sulla religione. Anche il fatto di rispondere “non m’interessa” è già una posizione ben definita. Allo stesso modo chi risponde “non lo so” alla domanda “che cosa vuoi fare da grande?” sembra non aver idee e che la cosa non lo riguardi, ma tale risposta è falsa. Basta farle una seconda domanda del tipo “vuoi fare il pilota?” per aver un’indicazione di massima di quanto desidera fare. Anche l’aria ci interessa anche se non la vediamo e non abbiamo idee al riguardo. Oltre ad una cosa invisibile, un’altra apparentemente distante come la luna provoca le maree e, di conseguenza, non possiamo non aver idee al riguardo visto quello che provoca sulla Terra. Se ci chiedessero di andare votare per l’aria o per la luna sarebbe opportuno andarci, non credete?

Quindi tutto, qualsiasi cosa ha un impatto più o meno importante su di noi ed una votazione a maggiore ragione in quanto ci tocca da vicino e condiziona la nostra esistenza, quella dei nostri cari ed il Paese. Visto che una qualsiasi votazione indicherà delle persone che prenderanno delle decisioni che avranno delle reazioni più o meno importanti sui noi stessi, perché non essere partecipe di tale scelta nell’intento di essere, in parte, protagonista del futuro nell’intento di non subirlo passivamente.

Quindi, votate per chi volete, ma andate a votare alle prossime elezioni. Diversamente non potete lamentarvi per le scelte che prenderanno altri… Poi, anche non andare a votare è sempre una votazione, ma tale potrebbe essere maggiormente mirata e quindi più efficiente.

Giovanni Maiani