sabato 23 ottobre 2010

Proteggiamo il plancton. (25 maggio 2010)

Ormai è ben noto a tutti che molte aziende poco serie ricattano lo Stato minacciando di licenziare le persone nell’intento di ottenere degli sgravi fiscali, una modifica alla licenza, la possibilità di chiudere e quindi di riaprire la stessa attività scegliendo poi il personale da riprendere, ed altri vantaggi del genere, o magari lo stanno già facendo. Spesso poi ottengono tali vantaggi e chiudono lo stesso continuando a prendere in giro noi e la nostra Repubblica. In molti casi, gli amministratori e/o i responsabili in caso di fallimento, spesso provocato appositamente in quanto espressamente richiesto, sono amici stranieri senza nulla intestato a nome proprio che, praticamente, non rischiano assolutamente nulla se l’azienda chiude. Poi non è neanche il loro paese. Infatti, sono pagati proprio a tale scopo per i noti successivi vantaggi fiscali che beneficerà la società che subentra a tale situazione, spesso la proprietà ‘reale e dunque nascosta’ è la stessa. Guarda a caso. Queste aziende vengono tutelate sfruttando i lavoratori come se fossero veri e propri scudi umani. E come ho detto, non rischiando praticamente nulla. Tutta questa gente non ha molto fantasia in quanto succedeva cosi già 30 anni fa in Francia, ma il bello è che funziona…

Che sia giusto e no, la situazione è questa. E lo sappiamo tutti.

Alla fine della fiera sono come sempre i sammarinesi che ci rimettono, e con conseguenze molto pesanti; oltre che gli ‘amici’ illustrati poco sopra. In effetti, come già scritto in varie occasioni, gli amici forestieri che perdono il lavoro a San Marino, e mi dispiace, percepiscono tuttavia l’indennità di disoccupazione italiana e posso contare su un ampio territorio per ricercare un nuovo lavoro. E’ giusto affermare, ed è questa la novità che non dice nessuno, che a loro dispiace non tanto per la perdita di lavoro quanto per il fatto che magari troveranno presto un altro lavoro in Italia, ma guadagneranno molto, molto, meno. E’ più difficile trovare lavoro a San Marino che a Rimini per la dimensione del territorio e questo è un dato di fatto. Non è forse vero? A me dispiace per i frontalieri che perdono il lavoro e faccio un discorso sincero, ma loro fanno un discorso puramente economico in quanto la nostra Repubblica è solo un’opportunità e basta. I sinceri ed obiettivi siamo noi, non molti di loro. Anche in questo caso non generalizzo perché non sarebbe giusto. Da noi lo spazio è molto più contenuto e lo Stato ha molto meno disponibilità. Anche questo è un dato di fatto. Bisogna essere assolutamente obiettivo. E non ditemi che non è cosi perché fino a 22 anni abitavo a 15 chilometri del Lussemburgo ed ero io un potenziale frontaliero (potenziale perché non ho, purtroppo, mai lavorato in Lussemburgo) interessato a lavorare là per la busta paga decisamente molto più elevata e non perché volevo aiutare questo paese o che mi interessasse in qualche modo. Se vogliamo risolvere i problemi prima di tutto occorre essere obiettivi.

Questa premesse non era prevista, ma è andata cosi. Il cuore dell’articolo odierno e quanto segue.

Il sammarinese che perde il lavoro (conosco l’esempio dove i due coniugi hanno perso il lavoro, ma anche molti altri casi) fatica a pagare la rata del mutuo o dell’affitto e, dopo qualche settimana o pochi mesi, riceve immediatamente una lettera di sollecito di pagamento con la promessa di un’azione legale se questo non avviene in tempi stretti, di solito anche soli 5 giorni. Quello accade per il mancato pagamento dell’affitto, del mutuo, della luce, del telefono, del gas… di qualsiasi cosa. C’è, per esempio, quotidianamente la fila alla cassa dell’Azienda a Cailungo. E’ una cosa giustissima, non dico il contrario. Bisogna dare a Cesare quello che è di Cesare. Non fa una piega. Tuttavia, come sempre, il problema non viene risolto alla base, ossia l’azienda spesso non sana che è venuta a San Marino per fare i noti giochini e che si trova ora in difficoltà grazie a Tremonti, ma viene penalizzato per la seconda volta (la prima è quando il sammarinese onesto ha perso il lavoro) il sammarinese medio perché non c’è elasticità nelle richieste da parte dei creditori di noi comuni mortali. Non succede cosi per le aziende “non serie” (le altre vanno tutelate al massimo) che fanno leva sui dipendenti (ripeto strumentalizzandoli come se fossero scudi umani e dunque senza rispetto per la condizione umana) per ottenere quanto occorre, o meglio, quello che vogliono. Al limite noi possiamo fare leva sui nostri amici a quattro zampe che teniamo in casa, ma non è molto, e neanche bello... La mancata elasticità nei pagamenti dei sammarinesi onesti che, senza colpe, hanno perso il posto di lavoro è una cosa, a mio modesto parere, profondamente ingiusta perché il meccanismo non è equilibrato. Molte persone me ne parlano in giro ed è una problema molto importante. Penso che i due terzi delle persone in mobilita, in cassa d’integrazione o in disoccupazione ne risentono in un modo o nell’altro, e non è poco. Un esempio semplice. Nella catena alimentare marina c’è alla base il plancton ed in alto lo squalo. La Natura in qualche modo tutela il plancton perché in questo modo vivono una lunga serie di pesci ed, in fine, lo squalo. La catena è equilibrata. Se non si protegge la base il castello crolla e la Natura lo sa bene anche perché può andare avanti anche senza l’essere umano. Nel Mondo, invece, il comune mortale è il plancton marino e viene sempre fortemente penalizzato in quasi tutti i contesti, mentre nel nome del Dio Denaro si protegge solo e soltanto le aziende non serie spesso senza rispetto per il comuni mortali. Ed il Mondo sta andando allo sfasciò. Anche in questo caso, l’esempio c’è già. Forse il Dio Denaro non è l’esempio migliore da seguire. Ho già scritto in varie occasioni che i problemi del Mondo sono derivanti dalla mancanza di morale. Le cose ci vengono spiegate con le buone, con le meno buone e poi con le cattive. Ora siamo alle cattive e non abbiamo ancora capito nulla. Da “bravo analista” penso che c’è da avere paura.

Quindi, mi sta anche bene che alcune aziende vengano aiutate a dismisura (tra defiscalizzazione ed altro) ma, per lo meno, nessunissima pietà per quelle spregiudicatamente malsane e dannose che usano i lavoratori (sammarinesi e frontalieri) come scudi umani. E’ nello stesso interesse della categoria imprenditoriale e quindi le varie categorie/associazioni come l’Osla, l’Anis,…, le 3 organizzazioni sindacali e tutte le altre coinvolte dovrebbero essere del mio parere se hanno a cuore il proprio lavoro. Proteggiamo il plancton dagli squali che non rispettano le regole.

La domandina è la seguente ed è rivolta a tutti quelli che hanno un ruolo dirigenziale in Repubblica:

Visto che non si riuscirà a creare occupazione nel giro di breve, come pensate di tutelare il sammarinese medio che non riesce a fare fronte alle spese fisse, al mutuo o all’affitto perché ha perso il posto in quanto lavorava in una società, magari che si sapeva a priori non sana, ma autorizzata comunque ad operare?

Giovanni Maiani