martedì 14 agosto 2012

Onora i tuoi figli.


Ho pubblicato venerdì 3 agosto un articolo nel quale dicevo, sinteticamente, che “in fondo accade oggi in Italia quanto avvenuto in Grecia qualche settimana fa.”.

I giorni seguenti la mia tesi è stata immediatamente confermata e sostenuta dagli eventi. E come poteva essere diversamente? Ricordiamo che cosa è accaduto nella settimana appena conclusa:

Lunedì 6: “Federconsumatori: stima -5% credito al consumo famiglie nel 2012”.
Martedì 7: “Pil: Istat stima -0,7% in secondo trim, -2,5% su anno (RCO)” e da Il Sole 24 Ore “Berlusconi fra i 10 politici più pericolosi d'Europa.”.
Mercoledì 8: La spending review è legge.
Giovedì 9: “Crisi, Bce: attese insolvenza molto alte per imprese italiane”.
Venerdì 10: La benzina è aumentata di circa 50.82 centesimi.

Qualche precisazione: L’allusione di Spiegel su Berlusconi riportata dalla testata economica più diffusa in Europa è preoccupante non tanto per il politico sotto accusa quanto per il fatto che sia un ex premier italiano ad essere colpito e ciò sottolinea come l’Italia viene vista all’estero. La Spending review viene chiamata altrove piano di austerità, ma nel bel paese non si può dire. Inoltre, il debito pubblico italiano a giugno ha realizzato un ennesimo massimo storico a 1.972.940 milioni di euro; ossia circa 32500 euro a persona. Chi sa a San Marino?

Pertanto, le famiglie acquistano meno, l’economia crolla, il governo ha varato un pacchetto di austerity, le aziende italiane sono in crisi ed è stato aumentato la benzina con tanto di Iva sull’accisa (una tassa sulla tassa). Ne abbiamo già parlato l’8 marzo 2011. Siamo in Grecia.

Questa settimana voglio approfondire il discorso.

In effetti, torno un attimo sull’ipotesi che avevo formulato per uscire dalla crisi, ossia; “Solo lo studio, il rispetto civico e la sana competitività possono fare uscire il bel paese dall’attuale abisso. Ma ci vorrà tempo”.

Lo studio.
Lo studio, pertanto l’educazione e la cultura in generale, sono o dovrebbero essere la pietra angolare di un qualsiasi paese o società. In fondo, che cosa ci separa dagli altri mammiferi? Speriamo che non sia soltanto la minor peluria che ci siamo lasciati alle spalle circa 200 mila anni fa. Siamo parzialmente scesi dall’albero e non siamo più nella giungla (vedi il primo agosto 2011). Lo studio porta alla ricerca e la ricerca allo sviluppo (problem solvers). Senza il primo non c’è futuro. Ribadisco che fra 100 anni saremmo probabilmente tutti morti, ma dobbiamo pensare al futuro dei nostri figli, dare un senso alla nostra vita e non vivere da egoisti. Vado un attimo fuori tema, ma poi ritorno. Da qualche parte è scritto: “Onora tuo padre e tua madre…”. Riconosco che questo è, a volte, tutto tranne facile in quanto i figli hanno un’esperienza molto limitata rispetto quella dei loro genitori e conoscono meno cose e, di conseguenza, comprendono solo parzialmente quando viene detto loro, ma la consapevolezza aumenta con il passar del tempo e giunge completa quando il figlio diventa, a sua volta, genitore. Ma da “bravo analista” vorrei farVi riflettere su “Onora i tuoi figli…”. In effetti, un genitore è consapevole quando Vuole un figlio ed è (generalmente) una Sua scelta dare alla luce una nuova creatura. Il Padre Eterno poi dà il suo “avallo”. Pertanto, per applicazione (termine preso in prestito dalla matematica) siamo moralmente obbligati a curarci dei propri figli. Di conseguenza, e qua ritorno, dobbiamo assicurare loro il massimo dello studio e dell’educazione in generale per poter aumentare le loro possibilità di avere una vita migliore della nostra. A San Marino, per fortuna anche se non so fino a che punto, la paga base è molto elevata, mentre la paga “massima” nel privato è relativamente limitata. Ciò non stimola i giovani a studiare in quanto sanno che se escono dalla scuola a 16 anni guadagneranno probabilmente quanto un neo laureato italiano. Non preoccupatevi, la paga base sarà obbligatoriamente limata dalla crisi. Tornerà poi un equilibrio tra un salario base ed il titolo di studio.

Il rispetto civico.
Le leggi ci sono e servono. Non sono fatte tutte bene, molte ad hoc per qualche potente, ma serve un inquadramento di massima. La legge non è altro che un modello comportamentale. Tutti si comportano in un modo o in un altro, dall’atomo al topino, dal plancton al vento solare, dal pino verde all’essere umano fino agli altri animali tra di loro. Una cosa è, anche perché, viene inquadrata, diversamente regnerebbe il caos. Lo sviluppo passa obbligatoriamente dal rispetto civico. Occorre rispettare l’altro per assicurare la propria crescita e sviluppo. Diversamente c’è la schiavitù o una progressione limitata nel tempo. Come posso andare avanti se sono da solo? Andrò avanti anche da solo, sì, ma per poco. Vedi il paragrafo successivo. Il rispetto civico e, di conseguenza, un comportamento almeno in parte etico migliorano la società. Se vogliamo assicurare una lunga crescita al paese la gente comune deve smettere di chiedere piaceri personali (fare passare un terreno da agricolo a edificabile, ottenere un posto statale,…) in quanto complici del deterioramento del sistema e gli uomini che hanno un minimo di responsabilità (nel pubblico e nel privato) devono concentrarsi sul bene comune e non unicamente sul proprio. Il proprietario di un’azienda deve rispettare la forza lavorativa della stessa in quanto è grazie ai suoi dipendenti che ha una vita agiata. Diversamente farebbe lui stesso il dipendente. Una persona che perde il lavoro può richiederne un’altro in quanto deve sostenere la sua famiglia, ma una qualsiasi occupazione e non obbligatoriamente un posto sotto lo Stato. Diversamente diventa un costo sociale e scapito di tutti ed è ciò a limitare lo sviluppo. Non faccio demagogia o moralismo, ma da “bravo analista” sono obiettivo e dico le cose come stanno, come sempre. Giudico solo i fatti, non le persone, e cerco eventuali rimedi.

La sana competitività.
C’è la giungla e c’è la civiltà. Nella giungla il più forte mangia il più debole. Nella civiltà, secondo me e, fino ad un certo punto in quando ci vuole un minimo di sana concorrenza, il più forte deve aiutare il più debole. In effetti, in una qualsiasi azienda, se una squadra è composta da 10 unità tutte devono portare il proprio contributo ed il capo squadra deve considerare le 10 unità, ognuna in relazione alle proprie capacità, e non solo l’elemento più forte. L’elemento più forte deve essere di esempio ed incoraggiare gli altri nonché mostrare loro la strada ed aiutarli quando lo necessitano cosi da rafforzare l’intera squadra. Diversamente, una squadra di un solo elemento, anche se forte, non è una squadra e verrà superata dalla concorrenza in quanto non efficiente oltre ad essere un peso per l’azienda. Si chiama Sinergia. Varie aziende di quel tipo sono in grado di mettere in ginocchio un intero paese, che sia l’Italia, San Marino o la zona euro. Di conseguenza, niente lecchini, mentre lo sviluppo passa anche attraverso lo stimolo individuale che non è altro che un pizzico di sana competitività, non il lecchinaggio di fondo. Ricordiamo i cerchi di qualità giapponesi. La crescita necessità di sana competitività e pertanto di meritocrazie e non di familismo e di favoritismo. Non sottovalutiamo il potere devastante del favoritismo in quanto un unico individuo, sostenuto in modo amorale, è in grado di scoraggiare un’intera squadra di persone capaci. La gente si scoraggia ed accusa un calo di redditività se non vede una possibilità di successo. Ed è probabilmente per questo che non siamo in grado di predire il futuro. Come mi comporterei sapendo di morire fra 20 giorni? Vediamo che cosa succede in Italia, la patria del favoritismo ed osserviamo che fine sta facendo. A San Marino è lo stesso, ma siamo più piccoli e, se lo desideriamo veramente, riusciremo ad invertire la rotta e, finalmente, favorire la meritocrazia. Dipende solo da noi.

In conclusione, per fare uscire il paese, qualsiasi paese, dall’attuale abisso occorre dunque formare i giovani:
- nello studio per favorire la ricerca e farli diventare dei problem solvers efficienti,
- nel rispetto civico in quanto la società necessità di un comportamento etico,
- nella sana competitività (lo sport aiuta) in quanto i primi devono essere tali per le loro capacità e non perché figli di qualcuno e lecchini.
Solo la meritocrazia porta allo sviluppo duraturo e la sua assenza porta alla situazione attuale.

Mentre prepariamo i nostri figli in tale senso, dobbiamo fare uno sforzo notevole e cambiare molto rapidamente la nostra impostazione mentale. Ricordate? Onora i tuoi figli… Quello che era non è più e non tornerà mai più (vedi per esempio i prestanomi e l’attuale fine delle pensioni). La vita è un fiume e, come ha scritto Eraclito “Non si può discendere due volte nel medesimo fiume…”. Occorre accettarlo ed adattarsi.

L’analisi odierna sarebbe conclusa e passerò probabilmente alla storia per le mie parentesi, preferirei come “bravo analista”, ma non voglio scrivere tutti i giorni e quanto segue è probabilmente utile a molti.
Chi soffre di una lunga malattia non può uscire di casa dalle ore 9.30 alle ore 12.30 e dalle ore 15.00 alle ore 17.00. Questo è la legge e l’orario viene giustamente riportato sul talloncino per il malato. Tuttavia, ho saputo solo ora a 48 anni che il malato non può uscire dalla Repubblica neanche durante le sue ore di “liberta”. Colpa mia che sono stato relativamente bene fino ad ora. So di essere ignorante e che nessuno deve ignorare la legge (infatti sono ignorante e ho fatto una ripetizione), ma se è vero che dobbiamo conoscere gli orari per i controlli del medico legale e questi vengono ricordati sul talloncino, dovrebbe essere altrettanto vero che la dicitura “l’utente non può allontanarsi in nessun caso dalla Repubblica” o qualche cosa di simile dovrebbe essere riportata vicino all’orario in quanto fondamentale. In pochi sano che non si può uscire da San Marino dopo l’orario per i controlli. 

Sono disponibile a ricevere via email le vostre segnalazioni, anche anonime, nell’intento, come sopra, di trovare qualche soluzione nell’interesse dell’intero paese. Una finestra aperta con un “bravo analista” che ha a cuore il paese. Come voi.

Giovanni Maiani