Ho
pubblicato venerdì 3 agosto un articolo nel quale dicevo, sinteticamente, che
“in fondo accade oggi in Italia quanto avvenuto in Grecia qualche settimana
fa.”.
I
giorni seguenti la mia tesi è stata immediatamente confermata e sostenuta dagli
eventi. E come poteva essere diversamente? Ricordiamo che cosa è accaduto nella
settimana appena conclusa:
Lunedì
6: “Federconsumatori: stima -5% credito al consumo famiglie nel 2012”.
Martedì
7: “Pil: Istat stima -0,7% in secondo trim, -2,5% su anno (RCO)” e da Il Sole
24 Ore “Berlusconi fra i 10 politici più pericolosi d'Europa.”.
Mercoledì
8: La spending review è legge.
Giovedì
9: “Crisi, Bce: attese insolvenza molto alte per imprese italiane”.
Venerdì
10: La benzina è aumentata di circa 50.82 centesimi.
Qualche
precisazione: L’allusione di Spiegel su Berlusconi riportata dalla testata
economica più diffusa in Europa è preoccupante non tanto per il politico sotto
accusa quanto per il fatto che sia un ex premier italiano ad essere colpito e ciò
sottolinea come l’Italia viene vista all’estero. La Spending review viene
chiamata altrove piano di austerità, ma nel bel paese non si può dire. Inoltre,
il debito pubblico italiano a giugno ha realizzato un ennesimo massimo storico
a 1.972.940 milioni di euro; ossia circa 32500 euro a persona. Chi sa a San
Marino?
Pertanto,
le famiglie acquistano meno, l’economia crolla, il governo ha varato un pacchetto
di austerity, le aziende italiane sono in crisi ed è stato aumentato la benzina
con tanto di Iva sull’accisa (una tassa sulla tassa). Ne abbiamo già parlato
l’8 marzo 2011. Siamo in Grecia.
Questa
settimana voglio approfondire il discorso.
In
effetti, torno un attimo sull’ipotesi che avevo formulato per uscire dalla
crisi, ossia; “Solo lo studio, il rispetto civico e la sana competitività
possono fare uscire il bel paese dall’attuale abisso. Ma ci vorrà tempo”.
Lo
studio.
Lo
studio, pertanto l’educazione e la cultura in generale, sono o dovrebbero
essere la pietra angolare di un qualsiasi paese o società. In fondo, che cosa
ci separa dagli altri mammiferi? Speriamo che non sia soltanto la minor peluria
che ci siamo lasciati alle spalle circa 200 mila anni fa. Siamo parzialmente
scesi dall’albero e non siamo più nella giungla (vedi il primo agosto 2011). Lo
studio porta alla ricerca e la ricerca allo sviluppo (problem solvers). Senza
il primo non c’è futuro. Ribadisco che fra 100 anni saremmo probabilmente tutti
morti, ma dobbiamo pensare al futuro dei nostri figli, dare un senso alla
nostra vita e non vivere da egoisti. Vado un attimo fuori tema, ma poi ritorno.
Da qualche parte è scritto: “Onora tuo padre e tua madre…”. Riconosco che
questo è, a volte, tutto tranne facile in quanto i figli hanno un’esperienza molto
limitata rispetto quella dei loro genitori e conoscono meno cose e, di
conseguenza, comprendono solo parzialmente quando viene detto loro, ma la
consapevolezza aumenta con il passar del tempo e giunge completa quando il
figlio diventa, a sua volta, genitore. Ma da “bravo analista” vorrei farVi
riflettere su “Onora i tuoi figli…”. In effetti, un genitore è consapevole
quando Vuole un figlio ed è (generalmente) una Sua scelta dare alla luce una
nuova creatura. Il Padre Eterno poi dà il suo “avallo”. Pertanto, per
applicazione (termine preso in prestito dalla matematica) siamo moralmente
obbligati a curarci dei propri figli. Di conseguenza, e qua ritorno, dobbiamo
assicurare loro il massimo dello studio e dell’educazione in generale per poter
aumentare le loro possibilità di avere una vita migliore della nostra. A San
Marino, per fortuna anche se non so fino a che punto, la paga base è molto
elevata, mentre la paga “massima” nel privato è relativamente limitata. Ciò non
stimola i giovani a studiare in quanto sanno che se escono dalla scuola a 16 anni
guadagneranno probabilmente quanto un neo laureato italiano. Non preoccupatevi,
la paga base sarà obbligatoriamente limata dalla crisi. Tornerà poi un equilibrio
tra un salario base ed il titolo di studio.
Il
rispetto civico.
Le
leggi ci sono e servono. Non sono fatte tutte bene, molte ad hoc per qualche
potente, ma serve un inquadramento di massima. La legge non è altro che un
modello comportamentale. Tutti si comportano in un modo o in un altro,
dall’atomo al topino, dal plancton al vento solare, dal pino verde all’essere
umano fino agli altri animali tra di loro. Una cosa è, anche perché, viene
inquadrata, diversamente regnerebbe il caos. Lo sviluppo passa
obbligatoriamente dal rispetto civico. Occorre rispettare l’altro per
assicurare la propria crescita e sviluppo. Diversamente c’è la schiavitù o una
progressione limitata nel tempo. Come posso andare avanti se sono da solo?
Andrò avanti anche da solo, sì, ma per poco. Vedi il paragrafo successivo. Il
rispetto civico e, di conseguenza, un comportamento almeno in parte etico
migliorano la società. Se vogliamo assicurare una lunga crescita al paese la
gente comune deve smettere di chiedere piaceri personali (fare passare un
terreno da agricolo a edificabile, ottenere un posto statale,…) in quanto
complici del deterioramento del sistema e gli uomini che hanno un minimo di
responsabilità (nel pubblico e nel privato) devono concentrarsi sul bene comune
e non unicamente sul proprio. Il proprietario di un’azienda deve rispettare la
forza lavorativa della stessa in quanto è grazie ai suoi dipendenti che ha una
vita agiata. Diversamente farebbe lui stesso il dipendente. Una persona che
perde il lavoro può richiederne un’altro in quanto deve sostenere la sua
famiglia, ma una qualsiasi occupazione e non obbligatoriamente un posto sotto
lo Stato. Diversamente diventa un costo sociale e scapito di tutti ed è ciò a
limitare lo sviluppo. Non faccio demagogia o moralismo, ma da “bravo analista”
sono obiettivo e dico le cose come stanno, come sempre. Giudico solo i fatti, non
le persone, e cerco eventuali rimedi.
La
sana competitività.
C’è
la giungla e c’è la civiltà. Nella giungla il più forte mangia il più debole.
Nella civiltà, secondo me e, fino ad un certo punto in quando ci vuole un
minimo di sana concorrenza, il più forte deve aiutare il più debole. In
effetti, in una qualsiasi azienda, se una squadra è composta da 10 unità tutte
devono portare il proprio contributo ed il capo squadra deve considerare le 10
unità, ognuna in relazione alle proprie capacità, e non solo l’elemento più
forte. L’elemento più forte deve essere di esempio ed incoraggiare gli altri
nonché mostrare loro la strada ed aiutarli quando lo necessitano cosi da
rafforzare l’intera squadra. Diversamente, una squadra di un solo elemento,
anche se forte, non è una squadra e verrà superata dalla concorrenza in quanto
non efficiente oltre ad essere un peso per l’azienda. Si chiama Sinergia. Varie
aziende di quel tipo sono in grado di mettere in ginocchio un intero paese, che
sia l’Italia, San Marino o la zona euro. Di conseguenza, niente lecchini,
mentre lo sviluppo passa anche attraverso lo stimolo individuale che non è
altro che un pizzico di sana competitività, non il lecchinaggio di fondo.
Ricordiamo i cerchi di qualità giapponesi. La crescita necessità di sana
competitività e pertanto di meritocrazie e non di familismo e di favoritismo.
Non sottovalutiamo il potere devastante del favoritismo in quanto un unico
individuo, sostenuto in modo amorale, è in grado di scoraggiare un’intera squadra
di persone capaci. La gente si scoraggia ed accusa un calo di redditività se
non vede una possibilità di successo. Ed è probabilmente per questo che non
siamo in grado di predire il futuro. Come mi comporterei sapendo di morire fra
20 giorni? Vediamo che cosa succede in Italia, la patria del favoritismo ed
osserviamo che fine sta facendo. A San Marino è lo stesso, ma siamo più piccoli
e, se lo desideriamo veramente, riusciremo ad invertire la rotta e, finalmente,
favorire la meritocrazia. Dipende solo da noi.
In
conclusione, per fare uscire il paese, qualsiasi paese, dall’attuale abisso
occorre dunque formare i giovani:
- nello
studio per favorire la ricerca e farli diventare dei problem solvers
efficienti,
- nel
rispetto civico in quanto la società necessità di un comportamento etico,
- nella
sana competitività (lo sport aiuta) in quanto i primi devono essere tali per le
loro capacità e non perché figli di qualcuno e lecchini.
Solo
la meritocrazia porta allo sviluppo duraturo e la sua assenza porta alla
situazione attuale.
Mentre
prepariamo i nostri figli in tale senso, dobbiamo fare uno sforzo notevole e
cambiare molto rapidamente la nostra impostazione mentale. Ricordate? Onora i
tuoi figli… Quello che era non è più e non tornerà mai più (vedi per esempio i
prestanomi e l’attuale fine delle pensioni). La vita è un fiume e, come ha
scritto Eraclito “Non si può discendere due volte nel medesimo fiume…”. Occorre
accettarlo ed adattarsi.
L’analisi
odierna sarebbe conclusa e passerò probabilmente alla storia per le mie
parentesi, preferirei come “bravo analista”, ma non voglio scrivere tutti i
giorni e quanto segue è probabilmente utile a molti.
Chi
soffre di una lunga malattia non può uscire di casa dalle ore 9.30 alle ore
12.30 e dalle ore 15.00 alle ore 17.00. Questo è la legge e l’orario viene
giustamente riportato sul talloncino per il malato. Tuttavia, ho saputo solo
ora a 48 anni che il malato non può uscire dalla Repubblica neanche durante le
sue ore di “liberta”. Colpa mia che sono stato relativamente bene fino ad ora.
So di essere ignorante e che nessuno deve ignorare la legge (infatti sono
ignorante e ho fatto una ripetizione), ma se è vero che dobbiamo conoscere gli
orari per i controlli del medico legale e questi vengono ricordati sul
talloncino, dovrebbe essere altrettanto vero che la dicitura “l’utente non può
allontanarsi in nessun caso dalla Repubblica” o qualche cosa di simile dovrebbe
essere riportata vicino all’orario in quanto fondamentale. In pochi sano che
non si può uscire da San Marino dopo l’orario per i controlli.
Sono
disponibile a ricevere via email le vostre segnalazioni, anche anonime,
nell’intento, come sopra, di trovare qualche soluzione nell’interesse
dell’intero paese. Una finestra aperta con un “bravo analista” che ha a cuore
il paese. Come voi.
Giovanni
Maiani