Qualche
giorno fa è uscito il “Global Competitiveness Report 2012-2013” stilata dal World
Economic Forum (WEF). Il Wef è stato creato nel mese di gennaio 1971 da Klaus Schwab, allora professore
di politica aziendale presso
l'Università di Ginevra, tuttora Presidente
esecutivo del Wef, e realizza una lunga serie di report internazionali
utilizzati in tutto il Mondo.
Ricordo brevemente la mia analisi del 5 novembre 2010 intitolata “San Marino può diventare un’Eccellenza” relativo al report “Doing Business 2011” della Banca Mondiale. Anche in questo caso, San Marino può beneficiare del lavoro di un’organizzazione internazionale di elevato profilo e del tutto gratuito, ripeto, del tutto gratuito, per cercare di raggiungere una sana posizione competitiva nei confronti dell’amica Italia e, perché non, del resto dell’Universo. Perché limitarsi?
Ricordo brevemente la mia analisi del 5 novembre 2010 intitolata “San Marino può diventare un’Eccellenza” relativo al report “Doing Business 2011” della Banca Mondiale. Anche in questo caso, San Marino può beneficiare del lavoro di un’organizzazione internazionale di elevato profilo e del tutto gratuito, ripeto, del tutto gratuito, per cercare di raggiungere una sana posizione competitiva nei confronti dell’amica Italia e, perché non, del resto dell’Universo. Perché limitarsi?
Il
Global Competitiveness Report, un volume di 545 pagine redatto in inglese, valuta
la competitività di ben 144 paesi attraverso 12 fattori strategici chiamati
appositamente Pillars, ossia pilastri, e suddivisi in 3 sotto indici. Di
seguito l’elenco sintetico di questi 3 sotto indici e dei 12 pillars per
rendere l’idea, nonché il posizionamento dell’Italia.
Requisiti
di base. (Italia al 51° posto)
-
contesto istituzionale,
(97° posto)
-
infrastrutture, (28° posto)
-
scenario macroeconomico, (102° posto)
-
sanità e l’istruzione
primaria, (25° posto)
Efficienza. (41°
posto)
-
istruzione superiore e
formazione, (45° posto)
-
efficienza del mercato
delle merci, (65° posto)
-
efficienza del mercato
del lavoro, (127° posto)
-
sviluppo del mercato
finanziario, (111° posto)
-
tecnologie
dell'informazione e della comunicazione, (40° posto)
-
dimensione del mercato,
(10° posto)
Innovazione e sofisticazione.
(30° posto)
-
sofisticazione del
business, (28° posto)
-
innovazione. (36°
posto)
Ai
primi 5 posti di questo studio internazionale sulla competitività ed in ordine
discendente troviamo la Svizzera (al 1° posto per il quarto anno consecutivo) con
un indice di 5.72 su 7, Singapore (5.67), Finlandia (5.55), Svezia (5.53) ed
Olanda (5.50). L’Italia con 4.46 punti su 7 è al 42° posto della classifica generale
ed è situata tra il 41° posto della Polonia ed il 43° posto della Turchia. San
Marino può fare sicuramente meglio, anche grazie alla sua dimensione
territoriale.
Nuovamente,
come avvenuto già nella mia precedente analisi relativa al rapporto Doing
Business, abbiamo uno studio macroeconomico internazionale di tutto rispetto
che ci evidenzia lo scenario complessivo nonché il posizionamento e dunque i
punti di forza e di debolezza dei singoli paesi, Italia compresa. Tocca a noi,
se le vogliamo, cercare di sfruttare le debolezze degli altri per farle
diventare i nostri punti di forza a livello internazionale. E’ già tutto
scritto e tutto fatto. Meglio di cosi. Ovviamente, anche in questo caso, San
Marino non appare nella classifica ed è un vero peccato. Come può il nostro
paese immaginare solo per un secondo di avere un minimo di autorevolezza e di ottenere
il rispetto a livello internazionale se i report come il Doing Business o il
Global Competitiveness Report non lo considerano? Per esempio, nel report in
questione, dalla pagina V alla pagina XI vengono presentati gli “Partner
Institutes” di tutti i paesi coinvolti nell’iniziativa. Per l’Italia c’è “SDA
Bocconi School of Management”, mentre per l’ultimo della classifica, ossia il Burundi
c’è “University Research Centre for Economic and Social Development (CURDES),
National University of Burundi”. Noi non ci siamo. Io da sammarinese ed
orgoglioso di esserlo non voglio più che ciò accada.
Da
“bravo analista” spero di cuore che il prossimo Governo sia lungimirante ed in
grado di prendere in considerazione questo tipo di report internazionale del tutto
free come accade in tutto il pianeta. Non è sempre detto che una cosa gratuita
non sia di valore, vedi l’amore per esempio.
L’analisi
è finita, ma sapete che non riesco a resistere… Due domandine ed una risposta
parziale.
Visto
che in questo momento pre elettorale vengono effettuati magicamente i lavori
stradali ed il personale precario sotto la PA viene stabilizzato (meglio cosi),
vorrei che la magia non si fosse esaurita e quindi chiedo cortesemente, a chi vorrà/potrà
rispondere, ma alla cittadinanza e non a me, a che punto si trova la situazione
del Queen Outlet?
Sapete
che cosa deve accettare un paese che necessità di aiuti internazionali, del
piano salva spread o dell’Omt? Solitamente deve privatizzare, ridurre gli
stipendi ed il personale sotto la PA, togliere le tredicesime, aumentare le
tasse, e cosi via. In Italia hanno la Spending Review, ma è solo l’inizio. Cosa
accadrà a San Marino?
Non
lo dirò mai abbastanza: da “bravo analista”, andate tutti a votare e votate
bene. Già ribadito nei post “Il grande
risveglio” del 3 agosto 2012 e nel “Protagonista
del futuro” del 14 settembre 2010.
Giovanni
Maiani