L’analisi prende in considerazione 50 rischi mondiali suddivisi in 5 categorie: economici, ambientali, sociali, geopolitici e tecnologici.
In estrema sintesi, utilizzo e traduco la prima riga del comunicato stampa del Wef in quanto ricca di significati: La vulnerabilità del mondo a nuovi shock economici e sconvolgimenti sociali rischia di compromettere i progressi generati dalla globalizzazione.
Nelle 5 categorie di rischi globali come sopra elenco quelli maggiormente preoccupanti.
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Economia: crisi di liquidità e disuguaglianza
nei redditi.
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Ambiente: emissione di gas (effetto serra).
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Sociale: mancanza d’acqua.
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Geopolitica: corruzione generalizzata in
aumento.
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Tecnologia: attacchi cibernetici.
Nel
rapporto di 64 pagine redatto ovviamente in inglese (faccio una parentesi
sull’importanza di tale lingua) viene quindi spiegato che gli squilibri di
bilancio cronici e le profonde disparità di redditi sono i rischi giudicati più
suscettibili di concretarsi nei prossimi 10 anni (uno è già quasi passato…). Secondo
l’inchiesta effettuata su 469 esperti e leader economici, questi rischi
minacciano la crescita mondiale perché sono degli elementi conduttori di
nazionalismo, populismo e protezionismo in un momento dove il mondo resta
vulnerabile alle crisi finanziarie sistemiche ed a delle probabili penurie di
acqua e di prodotti alimentari. Vediamoli rapidamente.
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Elementi conduttori di nazionalismo: emerge che
il numero crescente dei pensionati dipendenti da Stati soffocati dai debiti, le
scarse prospettive per i giovani ed il divario crescente tra i ricchi ed i
poveri con la sparizione della classe media alimentano il risentimento sociale.
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Elementi conduttori di populismo: le politiche, le
norme e le istituzioni del ventesimo secolo rischiano di non portare alcuna
protezione in un mondo sempre più complesso ed interdipendente. La debolezza
delle salvaguardie esistenti rende la società vulnerabile nei confronti ai
rischi legati alle nuove tecnologie, all'interdipendenza finanziaria,
all’esaurimento delle risorse ed al cambiamento climatico. Vedi il disastro di Fukushima.
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Elementi conduttori di protezionismo: le nostre
vite quotidiane dipendono quasi interamente da sistemi collegati on-line. Questi
sistemi ci espongono a degli individui, delle istituzioni e delle nazioni
malintenzionati che, sempre maggiormente, hanno la capacità di scatenare a
distanza ed in modo anonimo devastanti attacchi informatici. Vedi la Primavera
araba e/o le sommosse a Londra.
Questo
report mi è scappato e me ne sono accorto solo questo giovedì, nonostante abbia
già parlato del Wef non più tardi dello scorso 9 settembre, vedi il “Global
Competitiveness Report 2012-2013”.
Ma io sono un “bravo analista” e so per certo che il caso non esiste. Succedono
delle cose che non capiamo immediatamente e quindi che non accettiamo subito,
ma dopo qualche tempo abbiamo una panoramica più ampia e riusciamo a
comprendere quanto accaduto in precedenza.
In
questa occasione è lo stesso ed è un bene che abbia realizzato la presente
analisi in questo particolare momento per San Marino in quanto particolarmente
adatta al periodo storico.
In
effetti, le 5 categorie ed i relativi rischi evidenziati sono stati prodotti
dagli esperti autorevoli del Wef, ma ci riguardano da vicino. Nel settore
economico “la crisi di liquidità” del nostro sistema finanziario e “la
disuguaglianza nei redditi” tra privato e pubblico rischiano di portare a dei
disordini pubblici in caso di peggioramento della crisi. I rischi nel settore
ambientale ci interessano parzialmente tenendo conto della ridotta dimensione
territoriale del nostro paese, anche se dobbiamo tener conto e combattere l’effetto
serra. Nel settore sociale la “mancanza d’acqua” ci riguarda, e come, visto che
siamo totalmente dipendenti dall’Italia per quanto riguarda
l’approvvigionamento idrico, e non solo. Le prossime guerre saranno per l’acqua
e non più per il petrolio. Nel settore geopolitico ed in particolare per quanto
riguarda la “corruzione generalizzata in aumento” è come sfondare una porta
aperta e non mi dilungo maggiormente. Vedi anche in Italia. L’ultimo settore,
quello tecnologico, ma non quello meno importante, mostra un’elevata vulnerabilità
nei confronti degli “attacchi cibernetici” e basta osservare gli ultimi
attacchi hacker nel mondo.
Nessun
è profeta in patria, ed a San Marino a maggior ragione, ma io vi chiedo
cortesemente di prendere in considerazione i lavori prodotti, gratuitamente,
dagli esperti internazionali che sanno di cosa parlano. Io, modestamente, cerco
solo di pubblicizzare degli studi internazionali applicabili a San Marino
nell’intento di migliorare le cose in quanto direttamente interessato come
cittadino sammarinese. Poi mi sento quasi obbligato a farlo perché mio figlio è
nato il 3 settembre. Sarà un caso? Ho appena detto che il caso non esiste… In
questo caso (ci sono o non ci sono i casi?) specifico gli esperti sono quelli
del Wef, in precedenza erano quelli della Banca Mondiale per esempio.
Dal
1993 sono professionalmente sui mercati finanziari (dal 1985 come appassionato)
e Vi assicuro che la frase “questo non può succedere” non si applica né al
settore economico finanziario né a nessun altro. Tutto può accedere. Bisogno
accettarlo con umiltà e fare attenzione alle proprie azioni in quanto generano
conseguenze quasi sempre imprevedibili.
In
fondo, nessun mammifero si genera da solo. Se non possiamo auto-crearci, come
possiamo solo per un attimo pensare di poter gestire il futuro, soprattutto se
abbiamo operato in modo amorale.
La
crisi del debito pubblico, il deterioramento dell’economia mondiale e tutti i
rischi evidenziati dagli esperti del Wef provengono, a mio modesto parere,
dalla stessa origine: una mancanza di morale. Vedi gli scandali politici
italiani. Anche la nostra bellissima Repubblica soffre dagli stessi mali.
Da
“bravo analista” penso che se date una bacchetta magica ad una persona amorale,
questa non riuscirà a sistemare le cose.
Giovanni
Maiani