Manca
ormai poco alla fine dell’anno e lo scenario internazionale non è dei migliori.
In
effetti, l'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha
appena rivisto al ribasso le stime per l’economia mondiale, Moody’s ha tolto la
tripla A all’Esm ed all’Efsf a seguito del declassamento della Francia, il
tasso di disoccupazione ha raggiunto livelli record in molti paesi, la Grecia e
la Spagna hanno beneficiato di aiuti internazionali anche se la situazione
rimane a dire poco incandescente, l’Argentina è vicina ad un nuovo fallimento
(le bandiere di San Marino e dell’Argentina usano l’azzurro ed il bianco; non
vorrei che fossi un caso anche se il caso non esiste…), l’Italia non è messa
molto meglio ed è in lista d’attesa, i politici italiani (e non solo) non
vogliono rinunciare a qualche loro privilegio mentre spremono letteralmente la
gente onesta che lavora, iniziano le rivolte popolari (vedi anche mio articolo:
“Ovvi” disordini internazionali.), le tredicesime italiane saranno praticamente
azzerate “grazie” alle nuove tasse, l’Ilva di Taranto ed ArcelorMittal di
Florange in Francia operano entrambe nello stesso settore e sono in difficoltà,…,
meno male che c’è il sud coreano Spy che porta un po’ di allegria nel mondo intero
con il suo Gangnam Style.
In
fondo non succede nulla di speciale. A livello internazionale, molti dei
politici che abbiamo votato (perché non sono tutti cosi o, per lo meno, voglio
crederlo), noi comuni mortali, hanno spesso pensato più a loro che al rispettivo
paese e, tiri la corda oggi, tiri la corda domani dopo averla tirata anche
ieri, questa si spezza, ma le brutte abitudini di una certa classe dirigenziale
sono dure da morire.
La colpa è unicamente nostra, comuni essere umani.
Evidentemente,
-
crediamo ancora alle favole,
-
ci scanniamo tra di noi facendo i lecchini al
posto di lavorare sodo confidando nella meritocrazia,
- studiamo accuratamente ed egoisticamente dove
fare le proprie ferie senza pensare a fare qualche cosa per il paese in quanto
costa fatica,
-
pensiamo che un imprenditore sia in grado di
gestire un paese come se fosse un’azienda,
- accettiamo di farci guidare come se fossimo
delle pecore e ci comportiamo come tale (con tutto rispetto per il genere Ovis),
-
piangiamo su noi stessi senza fare nulla,
-
permettiamo loro di fare quello che vogliono in
quanto molti dirigenti (che siano politici o pezzi da 90 della Pubblica
Amministrazione) non sono responsabilizzati.
A
quel punto dico sono costretto a dire che hanno ragione loro visto che le
lasciamo fare.
Ci
dirigiamo verso un modello di civiltà dove la classe media scomparirà, la
classe alta aumenterà di poco ma rimarrà entro il 10% circa della popolazione
globale e la classe bassa rappresenterà il restante 90% circa. La piramide delle
classi sociali avrà una base sempre più larga. Come prima idea, mentre scrivevo
la presente analisi, pensavo che la piramide delle classi si trasformasse da un
triangolo isoscele ad un triangolo equilatero o, meglio ancora, acutangolo,
mentre invece tende ad assomigliare alla piramide presente sul biglietto di un
dollaro americano. In effetti, la punta smozzata potrebbe rappresentare la
parte dei nostri governanti che dimostra di non avere nessuna intenzione di
rinunciare a qualche privilegio/vitalizio e, di conseguenza, si stacca, quasi
fisicamente, dal restante 90% della popolazione perché non disposta a subire
quello che ci toccherà ben presto. Quello che ci affligge ora non è nulla. Conosco
molto bene la letteratura legata a tale piramide, ma voglio fare oggi un altro
tipo di discorso e penso che quanto appena scritto non sia emerso da nessuna
parte fino ad ora. Pensate a quello che scrivo ora…
Il
mondo tende a diventare un enorme allevamento di esseri umani come facciamo noi
con i polli e le vacche. Anche in questo caso massimo rispetto per il genere Gallus
(non parlo di Asterix), mentre vacche (o vacca) non è un dispregiativo, ma il
termine zoologico coretto che indica la femmina del bovino. A dire la verità l’ho
scoperto per caso. Usavo sempre il termine di “mucca”.
In
effetti, il problema del debito pubblico è mondiale e, se non troviamo una
soluzione rapida e drastica (per esempio una cancellazione globale e reciproca
del debito pubblico entro un certo limite), tenderà a diventare incontrollabile
come lo è già ora in parte. Ma forse è voluto. Abbiamo già osservato che chi
governa (governa per modo di dire) non è intenzionato a perdere neanche un
centesimo della sua attuale condizione di vita e, di conseguenza, l’unica
soluzione è quella di fare pagare il popolo assoggettato.
Da
“bravo analista”, l’idea mi sembra questa:
-
il popolo deve essere diviso ed indebitato e, in
questo modo, viene controllato molto facilmente oltre che a non poter dire
nulla. Si dice pure che l’unione fa la forza. Così, l’ultra consumismo (per
esempio le cure di bellezza e le vacanze a rate) in atto da qualche anno fa
diventare sempre più ricco il 10% come sopra e contribuisce a cancellare la
classe media. Vi ricordate anni fa (forse all’inizio degli anni 2000) i primi incentivi
alla rottamazione di una nota casa automobilistica italiana? All’epoca avevo
scritto che era una forzatura e che se una famiglia non riusciva a pagare x per
una macchina nuova non sarebbe riuscita a pagarla con uno sconto che faceva
sembrare l’Occasione della vita. Diversamente, avrebbe già potuto acquistare
una macchina semestrale o di pochi mesi. Anche in questo caso, qualche collega mi
diceva che esageravo. Io, invece, penso di avere una mente molto lucida e
logica. In effetti, era appena nato, come lo chiamo io, l’ultra consumismo ed
il boom delle finanziarie legate al credito al consumo con gli effetti che
conosciamo tutti. Nessuno è profeta in patria. Ma va bene cosi.
- Il popolo deve lavorare sempre più a lungo per
pagare sempre (la ripetizione è voluta) più tasse in quanto i Governi incapaci sono
assettati di soldi ed occorre alimentare l’ultra consumismo. L’aumento della
speranza di vita è una falsa scusa per nascondere il debito pubblico degli
Stati e dunque l’inefficienza di chi avrebbe dovuto gestire il bene pubblico.
Ma non è colpa di nessuno.
- Il popolo non può più contare su una pensione di
anzianità e su una sanità gratuita e viene spremuto fino all’età pensionabile,
quando non è più utile, ed è quindi lasciato a se stesso nella speranza che se
ne vada in fretta perché è diventato un costo e non più un qualche animale da
sfruttare.
E’
obiettivamente quello a cui assistiamo tutti oggi.
Quindi:
-
i nostri polli di allevamento sono chiusi in
batterie e non posso fare nulla,
-
producono uova e/o banalmente la loro carne,
-
ed a tempo debito quanto hanno finito di
produrre le uova (ovviamente le galline e non i polli) e quando sono ingrassati
a sufficienza vengono uccisi visto che hanno raggiunto lo scopo utile.
L’analogia
è preoccupante.
Il
tutto al nome della sedicente libertà o democrazia. E’ la più grande presa in
giro della Storia. Tutto è sotto controllo e gli essere umani sono guidati come
fa il pastore con il suo greggio. Poi non c’è più cieco di chi non vuole vedere
perché preferisce vivere nel suo mondo immaginario in quanto apparentemente più
bello. La realtà fa anche male. Mentre il diavolo vuole far credere che non
esiste, l’uomo vuole fare credere che la libertà esiste.
Platone
individuava 3 classi sociali: i governanti, i guerrieri e gli agricoltori. Oggi
i guerrieri non servono più in quanto le guerre se conducono molto più
efficacemente sui mercati finanziari. Per Marx e per Adam Smith le classi erano
due, ossia semplificando, i detentori di capitali e la forza lavoro per il
primo i lavoratori ed i poveri per il secondo. Gli egizi ed i sumeri avevano
varie classi sociali che andavano dagli schiavi e dai contadini fino ai
sacerdoti e al faraone/re.
A
prescindere ed osservando obiettivamente quanto accade nel Mondo, è molto
probabile un prossimo modello di piramide delle classi sociali a soli 2 livelli.
In pratica gli allevatori ed i polli (o simili). Ciò tuttavia non preannuncia
nulla di buono per il 90% della gente. Pensateci.
Ps:
a chi crede nella profezia Maya relativa alla fine del mondo il prossimo 21
dicembre, da “bravo analista”, consiglio di chiedere un anticipo sulla
tredicesima e di goderselo. A quelli normali, invece, auguro un felice Natale.
In ogni caso, se ho sbagliato l’ipotesi, nessuno potrà rimproverarmi fra 3
settimane.
Giovanni
Maiani