La paura è parte integrante della nostra vita, ma la paura nasce dalla non conoscenza e, per fronteggiarla, occorre avere in ogni momento contezza della situazione.
In effetti, in molti, anzi in troppi, si fanno prendere dal panico durante una giornata fortemente negativa e non sanno come reagire, o per lo meno, in modo razionale.
La scorsa settimana, i mercati finanziari internazionali sono stati a dire poco volatili. Per esempio, l’indice azionario italiano ha perso -12,84% (la metà durante la sola seduta di venerdì), il prezzo dell’oro espresso in euro è salito di +7,65% e l’obbligazionario è cresciuto mediamente di +1,79%. Non parlo neanche del forex o del mondo crypto per esempio.
Prima di tutto occorre osservare che non stiamo assistendo a un crollo generalizzato, ma a una flessione limitata, con un riferimento limitato all’ultima settimana, al mercato azionario. Semplifico il contesto, ma già questo rende l’idea.
Ora cerchiamo di capire se una simile flessione del mercato azionario nazionale è un caso isolato, o meno.
Dal 1998, con una base dati di ben 1.261 variazioni settimanali, il Ftsemib ha perso in 12 occasioni (il 9,51% dei casi) più di -10% e, nella metà dei casi, la perdita è stata recuperata entro le successive 12 settimane. Solo per dire che a volte capita, come molte altre cose brutte. E’ fisiologico.
A titolo indicativo, dal 1928, con una base dati di ben 4.913 variazioni settimanali, l’indice americano Sp500 ha concluso la settimana ben 127 volte (il 2,58% dei casi) con una performance peggiore di -5% e, pertanto, neanche la flessione dello scorso 21 gennaio di -5,68% era un caso isolato. Da allora, l’indice americano ha perso “soltanto” un ulteriore -1,5% circa. Non è detto che una settimana fortemente negativa sia obbligatoriamente l’inizio di un crollo storico, anche se possibile.
Potrei scrivere 10 pagine di statistiche del genere, ma non è questo l’obiettivo odierno.
Non so come si svolgeranno gli eventi bellici che interessano l’Ucraina, e che hanno delle ripercussioni a livello planetario, e visto che nessuna ha la bacchetta magica, l’unica cosa a disposizione è uno strumento fantastico quanto infallibile nel medio/lungo periodo; ossia la diversificazione.
Abbiamo visto poco sopra che è doverose contestualizzare un evento traumatico del mercato in quanto ci aiuta a capire la situazione complessiva.
Tuttavia, un portafoglio ben diversificato smussa gli incidenti di percosso dei mercati e assicura, a media/lunga distanza, la preservazione del capitale investito e un discreto utile. Lo dimostrano gli studi empirici.
Non c’è da inventare nulla.
Un esempio per tutti:
Prendendo in considerazione le performance della settimana appena terminata, vedi come sopra; un portafoglio composto di 35% di azionario Italia, 60% di obbligazionario europeo e 5% di oro espresso in euro avrebbe ottenuto un risultato positivo durante le ultime 5 sedute, e parlo di un portafoglio verosimile.
Se posso, vorrei concludere l’articolo con un suggerimento; i miei capelli bianchi me lo consentono: non operate con impulsività e senza un piano strategico preesistente e, soprattutto, non rimanete da soli durante i momenti di difficoltà; che siano di mercato o personali (l’Essere Umano è, solitamente, una bestiaccia sociale).
Ricordate che c’è una bella differenza tra investire e scommettere.
A disposizione,
Giovanni